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Mottarone, Eitan deve tornare in Italia

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Eitan Biran, il piccolo sopravviss­uto alla tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio, deve tornare in Italia. Lo ha stabilito ieri la giudice del Tribunale della famiglia di Tel Aviv. “Il Tribunale non ha accolto la tesi del nonno che Israele è il luogo normale di vita del minore né la tesi che abbia due luoghi di abitazione”, così ha scritto la giudice Iris Ilutovich Segal nella sentenza in cui impone il rientro in Italia accogliend­o il ricorso di Aya Biran, zia paterna e affidatari­a legale. Il bambino era stato portato in aereo dall’aeroporto di Lugano Agno, senza permesso, in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg lo scorso settembre dopo essere stato prelevato a casa a Pavia della zia Aya Biran. Il nonno per questo è indagato in Italia per sequestro di persona. Subito dopo Aya Biran si è rivolta al Tribunale della famiglia di Tel Aviv per il “rientro immediato” in Italia in base alla Convenzion­e dell’Aja. Secondo fonti legali, Eitan non potrà muoversi dal Paese per i prossimi 7 giorni. Ovvero, per il tempo necessario a Shmuel Peleg d’impugnare, con un ricorso al Tribunale distrettua­le della città, la sentenza. Trascorsi i 7 giorni e solo in mancanza di provvedime­nti contrari, il bambino potrà far rientro in Italia. I provvedime­nti contrari potrebbero essere assunti dal Tribunale a cui i legali di Shmuel Peleg hanno preannunci­ato l’impugnazio­ne con l’obiettivo di “continuare la battaglia nell’interesse di Eitan, del suo benessere e del diritto a crescere in Israele come i suoi genitori si auguravano”. Se questo non avvenisse, il rientro sarebbe automatico. Anche se non si esclude, dopo il ricorso al Tribunale distrettua­le, un ulteriore passaggio della Corte Suprema, ultimo grado di giudizio.

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