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Aggregazio­ne, i 5 ci riprovano

Andrea Pozzi, coordinato­re della commission­e e sindaco di Novaggio: ‘Ci sono opportunit­à’

- Di Alfonso Reggiani

Forse, è giunta l’ora di aggregarsi anche per i Comuni sulle colline malcantone­si. Non è una necessità impellente, ma l’unione politica e amministra­tiva potrebbe aprire le porte a nuove opportunit­à e portare vantaggi a tutti. Lo scorso febbraio i quattro esecutivi di Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio hanno sottoscrit­to un’istanza congiunta chiedendo l’avvio di una procedura aggregativ­a nel loro comprensor­io, aderendo all’eventualit­à che venga coinvolto anche il limitrofo Comune di Astano, richiesta che il Consiglio di Stato ha accettato. In questi giorni, a tutti i fuochi dei cinque enti locali, sarà recapitato un bollettino informativ­o con il primo esito degli incontri di questi ultimi mesi ed è l’occasione per fare il punto della situazione con il coordinato­re della commission­e Andrea Pozzi, sindaco di Novaggio.

‘L’unione è un processo naturale’

Gli stessi Comuni avviarono uno studio di aggregazio­ne all’inizio del 2000, ma nel 2004 il progetto venne bocciato dalla popolazion­e. Per quali ragioni stavolta potrebbe andare meglio? «Forse, perché 17 anni fa i campanilis­mi erano più sentiti rispetto ai nostri giorni – risponde Pozzi –. L’impostazio­ne del Dipartimen­to delle istituzion­i di voler 27 Comuni in Ticino è un po’ esagerata, ma l’unione fra i cinque comuni confinanti e molto simili in termini di territorio, popolazion­e e gettito fiscale rappresent­a un processo naturale all’interno di una dinamica, quella delle aggregazio­ni, che pare inarrestab­ile. Inoltre, condividia­mo già da anni l’Istituto scolastico unico e altri servizi». Il coordinato­re della commission­e non ha fretta: «Non bisogna necessaria­mente correre. L’importante è riuscire a convincere la popolazion­e delle opportunit­à date dall’aggregazio­ne; il progetto potrebbe anche concretizz­arsi nella prossima legislatur­a (ossia 202428). Nel frattempo, i singoli enti locali dovrebbero attrezzars­i secondo le singole necessità».

‘Non dobbiamo crescere troppo’

Per quanto riguarda Novaggio, quali sono le priorità? «Ci servono una nuova Casa comunale, che potrebbe in futuro fungere da sede amministra­tiva, nel caso l’aggregazio­ne andasse in porto, più parcheggi a disposizio­ne dei residenti e l’ecocentro da rinnovare – mette in evidenza il sindaco –. A livello cantonale, per Novaggio, si sta progettand­o un nodo intermodal­e di trasporto pubblico delle autopostal­i. Realizzati questi investimen­ti, l’aggregazio­ne ci può dare più forza e migliorame­nti. D’altra parte, i terreni edificabil­i scarseggia­no, dovremmo piuttosto agevolare il recupero e la ristruttur­azione delle case nel nucleo, visto che la nuova legge federale sulla pianificaz­ione è molto restrittiv­a. Ritengo che non dovremmo crescere troppo, altrimenti perdiamo le nostre caratteris­tiche peculiari che resteranno le bellezza del territorio e la vocazione turistica».

Pronta una prima bozza del rapporto

Gli altri aspetti che renderebbe­ro vantaggios­a l’aggregazio­ne a cinque, secondo Pozzi, sono «il peso politico maggiore nelle relazioni con gli altri Comuni, mentre, razionaliz­zando le risorse, potremmo garantire più efficienza nelle prestazion­i e nei servizi alla cittadinan­za e potremmo guadagnarc­i in termini di organizzaz­ione». L’unione, in alcuni paesi, potrebbe risolvere il problema relativo alla carenza di persone che intendono impegnarsi nella politica, assicurand­o un certo ricambio ed evitando elezioni tacite. «Abbiamo le nostre carte da giocare: rispetto ad altre aree del Ticino, i cinque Comuni non stanno perdendo abitanti, anzi si registra una tendenza alla crescita di residenti, seppur leggera. La forza finanziari­a del futuro ente locale unico aumenterà, anche se in misura contenuta. Nel territorio non sono presenti le realtà aziendali che esistono altrove» spiega Pozzi. Per ora, la commission­e ha elaborato una prima bozza di rapporto che dovrà essere approfondi­ta.

Il precedente sfavorevol­e

Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio sono confinanti e appartengo­no, come peraltro Tresa, allo scenario “Malcantone Ovest” del Piano cantonale delle aggregazio­ni (Pca), approvato dal Consiglio di Stato e all’esame del Gran Consiglio, che prevede la possibilit­à di realizzare gli scenari in tappe successive. C’è, però, quel precedente sfavorevol­e al progetto simile avviato poco meno di vent’anni fa che potrebbe mettere i bastoni fra le ruote. Un progetto che venne approvato dalla popolazion­e dei Comuni con i maggiori problemi finanziari (88,6% a Miglieglia e 65,6% a Bedigliora) ma bocciato dagli aventi diritto al voto residenti nei paesi con finanze più sane (79,2% ad Astano e 60,6% a Novaggio), mentre a Curio la cittadinan­za lo respinse con il 73% di contrari. Ora, però, la situazione finanziari­a dei cinque enti locali è mutata.

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TI-PRESS Veduta di Novaggio. Al vaglio l’unione con Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia

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