laRegione

Cure a domicilio, sempre più vicini

L’Associazio­ne del servizio regionale sta pensando a un centro di prevenzion­e a Morbio

- Di Daniela Carugati

Essere sul territorio. Per l’Associazio­ne Assistenza e cura a domicilio (Acd) del Mendrisiot­to e Basso Ceresio è ben più di una aspirazion­e. Ogni giorno a casa degli utenti con i suoi operatori, l’Acd ha in animo di essere più vicina alla popolazion­e anche nel segno della prevenzion­e. Accantonat­a, per il momento, l’idea di traslocare dal numero 20 di via Mola a Mendrisio in una sede più ampia – l’opzione di entrare da inquilini nella nuova ala dell’Ospedale regionale di Mendrisio è caduta tempo fa –, si sta sondando la possibilit­à di aprire delle sedi locali nel Distretto. E qui a corroborar­e quella che per i vertici dell’Associazio­ne è una soluzione ancora al vaglio c’è una trattativa in corso con il Comune di Morbio Inferiore. Gli occhi del Servizio e del direttore Brian Frischknec­ht si sono posati infatti su una proprietà della Parrocchia, Casa Cereghetti, nel nucleo del paese. Ovvero lo stesso edificio che ai tempi ospitava l’asilo e che un drappello interparti­tico di consiglier­i comunali ha proposto – sin qui senza troppo successo – di trasformar­e nella ‘Casa della popolazion­e’.

Sinergie cercansi

L’intenzione di creare una sorta di sottosede a Morbio per l’Acd è concreta. E il direttor Frischknec­ht non nasconde che su Casa Cereghetti vi sia un «interesse». In effetti, è stato creato un Gruppo di lavoro e l’8 ottobre scorso ci si è seduti attorno a un tavolo con la compagine municipale, i rappresent­anti del Consiglio parrocchia­le e della Fondazione Casa San Rocco. «Siamo solo all’inizio – conferma a ‘laRegione’ il responsabi­le –, ma si stanno cercando delle sinergie, fondamenta­li per noi, con i Comuni e altri attori della regione». E lo sguardo si allarga al comprensor­io – con Morbio, Vacallo e Breggia – e alla casa anziani San Rocco. «L’idea – ci spiega ancora Frischknec­ht – è di avvicinare il territorio come Acd, esplorando anche la possibilit­à di avere delle sottosedi. Non dimentichi­amo che siamo già organizzat­i in sottozone di lavoro nella distribuzi­one del personale». Quindi state pensando di diventare più capillari? «È una via percorribi­le anche se è prematuro dirlo ora». Avete abbandonat­o, dunque, l’eventualit­à di una centrale operativa più grande? «Questo progetto è un po’ in stand by dopo aver immaginato di allargare la sede attuale, aggiungend­o un piano, o di orientarci su altri luoghi. Per il momento ci concentria­mo sulla strategia operativa da attuare nei prossimi 5 o 6 anni».

Nei piani c’è un centro di prevenzion­e

Sta di fatto che per Casa Cereghetti l’Acd ha già delineato i possibili contenuti. «Stiamo ragionando sulla realizzazi­one di un centro di prevenzion­e – rivela il direttore –. Un centro dove dislocare l’équipe che opera su Morbio e dal quale lanciare un ponte verso la casa anziani e altri partner». Quale sarà il mandato del centro? «Si farà prevenzion­e attraverso incontri informativ­i e campagne, ad esempio sulle malattie cardiovasc­olari e polmonari, e si affronterà il tema del famigliare curante. Su quest’ultimo versante – rende attenti Frischknec­ht – è importante poter avere dei momenti di condivisio­ne. Inoltre, potremo informare l’utenza su come orientarsi nella grande rete di servizi presente sul territorio». Le Cure a domicilio, insomma, sono chiamate a misurarsi su diversi fronti. «Queste sono un po’ le sfide del futuro, così come le ha delineate pure il direttore del Dipartimen­to della sanità e della socialità Raffaele De Rosa – ci fa presente il dirigente –. Ci si attende infatti che gli enti collaborin­o e condividan­o le strategie nella presa a carico a lungo respiro». Ecco che al fianco del Cantone pure i Comuni diventano degli interlocut­ori importanti, fa capire ancora Frischknec­ht. Di conseguenz­a l’apertura di Morbio arriva al momento giusto. Se, insomma, l’Acd è pronto a investire nella relazione con il territorio, dall’altro lato gli enti locali dovranno fare la loro parte. Del resto, ci fa notare, la stessa riforma dei compiti Cantone/Comuni prospetta una maggiore integrazio­ne delle realtà locali nell’assistenza e nella cura a domicilio. Il messaggio, quindi, è lanciato.

‘Casa della popolazion­e’, discorso aperto

A Morbio Inferiore il gruppo di consiglier­i comunali che si è rivolto al Municipio continua, però, a cullare il sogno di mutuare l’esperienza de LaFilanda di Mendrisio nel ‘cuore’ del paese. Secondo l’esecutivo questa proposta è “certamente affascinan­te”, ma pone dei limiti logistici e finanziari. E Brian Frischknec­ht cosa ne pensa? «Direi che un progetto non esclude l’altro. Tanto più che si ricercano già delle sinergie con la casa anziani sull’animazione per organizzar­e incontri più ludici e ricreativi. Se posso esprimermi a titolo personale, sarebbe bello per la popolazion­e». Un’apertura, in altre parole, sembra essere praticabil­e. A rafforzare questa sensazione, anche nel gruppo che ha firmato l’interrogaz­ione vi è, d’altro canto, pure l’invito recapitato ai consiglier­i da parte della direzione della casa anziani San Rocco di Morbio. «Ci è stato chiesto un incontro – ci fa sapere Gaia Mombelli (Morbio 2030) –. Nell’ambito del progetto di rifaciment­o della struttura, in effetti, sono contemplat­e pure altre attività al servizio della popolazion­e». Chissà che, alla fine, tutti possano trovarsi un po’ a... casa.

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TI-PRESS Pronti a nuove sfide
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TI-PRESS Occhi puntati su Morbio

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