Bolsonaro, altra tegola
Roma – Nuove pesanti accuse per il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro: una commissione del Senato ha approvato un rapporto di oltre 1’200 pagine che ne chiede l’incriminazione per nove reati tra cui, in particolare, “crimini contro l’umanità”, per la sua gestione della pandemia, giudicata catastrofica (in Brasile sono morte oltre 600mila persone). La responsabilità, ha detto il relatore della Commissione, il senatore Renan Calheiros, «è principalmente di questo presidente, questo serial killer con impulso omicida». Il rapporto, approvato con sette voti a favore su 11, chiede tuttavia anche l’incriminazione di altre 77 persone, tra cui diversi ministri ed ex ministri, e anche dei tre figli di Bolsonaro. Oltre alle accuse al governo di aver “deliberatamente esposto” i brasiliani alla “contaminazione di massa”, si parla anche di “prevaricazione”, “ciarlataneria” e “istigazione a delinquere”. La richiesta non ha efficacia diretta, in quanto non è vincolante. Il rapporto dovrà essere sottoposto alla procura competente – diretta da un alleato del presidente, Augusto Aras – dove rischia di arenarsi. Tuttavia, l’accusa di “crimini contro l’umanità” potrebbe finire davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia.