Condanne più aspre, no all’iniziativa cantonale
La decisione porta la data del 20 ottobre ed è definitiva: il percorso dell’iniziativa cantonale ticinese che chiedeva un inasprimento delle pene minime e massime nei confronti di pedofili e criminali sessuali in genere, presentata all’Assemblea federale il 29 gennaio 2019, finisce qui: “Entrambe le Camere hanno deciso di non darvi seguito”. Stop quindi alla richiesta di Fiorenzo Dadò (Ppd). La risposta della Commissione degli affari giuridici della Camera dei Cantoni è stata laconica: “Con l’aumento non differenziato delle pene minime e massime per tutti i reati contro l’integrità sessuale non si raggiungerebbe l’obiettivo”. Stessa tesi sostenuta dall’omologa commissione del Nazionale. Una decisione, questa, che lo stesso Dadò spiega alla ‘Regione’ di aver ricevuto con «totale e completa delusione, significa che per l’Autorità federale è già tutto a posto e la legislazione penale è sufficiente per quanto riguarda questi reati gravissimi. L’anno scorso con i colleghi Gendotti, Stephani e Tonini siamo andati a Berna in audizione ed eravamo piuttosto fiduciosi. A questo punto c’è da sperare che qualcuno lanci un’iniziativa popolare, è l’unica alternativa che resta. Se del caso noi ci saremo».