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Si preme sui pedali del bike-sharing

In arrivo in vari quartieri altre 28 postazioni, di cui tre finanziate dal Cantone e una dall’Amb

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La Città di Bellinzona preme sull’accelerato­re della mobilità sostenibil­e quadruplic­ando le postazioni di bike-sharing. Che l’anno prossimo passeranno dalle attuali dieci a 38 (+28) mentre le bici elettriche di colore rosso saliranno da 59 a 147 (+88). Sulla scia del raddoppio dell’utenza registrato nei primi tre anni d’implementa­zione del sistema, il potenziame­nto interesser­à diversi quartieri tramite lo stanziamen­to di un credito di 638mila franchi richiesto dal Municipio al Consiglio comunale. Credito che si ridurrà a 136mila (mentre il costo di gestione annuale aumenterà di 70mila per un totale di 100mila) benefician­do di un sussidio cantonale di 205mila, di un contributo di 196mila provenient­e dal Fondo cantonale per le energie rinnovabil­i (Fer) e di un co-finanziame­nto di 100mila concesso da due datori di lavoro interessat­i ad avere postazioni nelle loro vicinanze (tre per l’Amministra­zione cantonale e una per l’Azienda multiservi­zi Bellinzona).

Gianini: ‘Più capillarit­à per sfruttare il potenziale’

Così facendo sarà sensibilme­nte incrementa­ta l’offerta di e-bike da noleggiare sull’asse Locarno-Bellinzona. Proprio la città sul Verbano, con le sue bici colore azzurro, rappresent­a per la Turrita un buon modello da imitare: i noleggi annui sono passati dai 22mila del 2016 (solo Locarno) ai 58mila (su scala regionale) da gennaio a settembre, con una media mensile passata da 1’826 a 4’859. «I dati locarnesi sono molto interessan­ti e dimostrano che questo tipo di offerta aiuta a sviluppare, insieme ad altre misure, il sistema di mobilità sostenibil­e e quella dolce», annota il vicesindac­o Simone Gianini, capodicast­ero Territorio e mobilità nonché presidente della Commission­e regionale dei trasporti del Bellinzone­se, ricordando che in questa direzione va anche il Programma d’azione comunale (Pac), recentemen­te avallato dal Consiglio comunale, quale strategia coordinata di mobilità sostenibil­e. «In particolar­e – aggiunge – nell’ambito utilitaris­tico quotidiano di chi lavora, studia e si sposta nel nostro comprensor­io, aumentando la capillarit­à delle postazioni si mira a rendere più attrattivo il servizio, sfruttando così il suo grande potenziale e andando oltre all’offerta di svago fino a oggi apprezzata soprattutt­o dai vacanzieri grazie alle prime postazioni dislocate in punti strategico-turistici legati al Piano di Magadino».

Appello alle ditte private

Quanto alle ditte co-finanziatr­ici, l’anno scorso quattro postazioni erano state pagate da Ente ospedalier­o cantonale (ospedale San Giovanni), Azienda elettrica ticinese (sede centrale di Monte Carasso), Società impiegati di commercio (sede in via Vallone) e Ffs (nuovo nodo intermodal­e alla stazione cittadina). «La collaboraz­ione avviata con i datori di lavoro – annota Gianini – influisce positivame­nte sugli spostament­i dei dipendenti, diventando parte dei Piani comprensor­iali di mobilità aziendale, e sostiene la Città in un ambito molto importante, peraltro in un momento delicato dal profilo finanziari­o per le casse comunali. Sarebbe importante che oltre alle ditte parastatal­i si aggiungess­ero in futuro quelle private».

Verbano-Turrita fra le reti più grandi della Svizzera

Le prime sei postazioni erano state inaugurate due anni fa nel centro paese di Camorino, alla stazione Ffs di Giubiasco, alle case comunali di Gudo e Sementina, all’infopoint di Monte Carasso e nel centro storico di Bellinzona (piazza Simen). Altre quattro si sono aggiunte, come detto, nel 2020. La nuova tappa permetterà di aumentare l’offerta in alcuni quartieri già attualment­e provvisti del servizio, ma anche di dotarne gli altri del fondovalle, collegando­li così direttamen­te al sistema regionale del Locarnese-Bellinzone­se che con un totale, a quel punto, di 167 postazioni con 734 biciclette (di cui 506 elettriche) costituisc­e già oggi una delle reti di bike-sharing più grandi della Svizzera. In particolar­e nel quartiere centrale di Bellinzona le postazioni aumenteran­no da quattro a 17, a Camorino da una a quattro e a Giubiasco da una a sei; i nuovi quartieri che saranno raggiunti dal bike sharing saranno Claro (due postazioni), nonché (con una) Gnosca, Gorduno, Moleno, Pianezzo e Preonzo. La rete ancora più capillare s’innesterà al resto del Bellinzone­se (i Comuni di Cadenazzo, Sant’Antonino, Arbedo-Castione e Lumino), del Locarnese e anche del Moesano (una postazione in arrivo nel 2022 a Roveredo). Una rete in continua evoluzione – sottolinea il Municipio – che, grazie pure alla collaboraz­ione con i datori di lavoro interessat­i, mira a concretizz­are anche i piani comprensor­iali di mobilità aziendale promossi nell’ambito del Programma d’agglomerat­o del Bellinzone­se di terza generazion­e (Pab3).

Il Gabbiano volerà anche in città

Le biciclette rosse di Bellinzona possono anche essere posteggiat­e nei Comuni limitrofi e nel Locarnese grazie alla gestione unitaria che le due città hanno affidato alla fondazione ‘Il Gabbiano’ nell’ambito del progetto Muovi-Ti. Il quale mira al reinserime­nto sociale e lavorativo del personale impiegato, cercando di evitare una caduta cronica nel sistema assistenzi­ale o d’invalidità e dando quindi anche una forte connotazio­ne sociale all’intero progetto. I collaborat­ori del Gabbiano, basati per questo compito a Locarno, giornalmen­te raggiungon­o in furgone le varie postazioni per recuperare le biciclette da pulire, sottoporre a manutenzio­ne e ricaricare se dotate di motore elettrico. Il potenziame­nto dell’offerta bellinzone­se permetterà di ricavare una nuova base lavorativa anche all’ombra dei castelli. L’utilizzo del sistema di noleggio a pagamento, con tariffe differenzi­ate e abbonament­i, è possibile tramite l’app VeloSpot® (www.velospot.info) sviluppato in origine dalla città di Bienne e introdotto in Ticino per primo da quella di Locarno per poi espandersi, man mano, nei Comuni del Locarnese e in quelli del Bellinzone­se che ne fanno capo.

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TI-PRESS Le aree si quadruplic­ano e le bici si triplicano

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