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Pena confermata per l’accoltella­tore

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Stessa pena, come in primo grado: 6 anni e 10 mesi di carcere ed espulsione dalla Svizzera per 10 anni. Si è concluso con una sentenza di condanna per tentato omicidio intenziona­le il processo davanti alla Corte di appello e revisione penale (presidente, la giudice Giovanna Roggero-Will) nei confronti del 38enne cittadino iracheno che, nei posteggi dell’Aldi di Pregassona, in pieno giorno, aveva accoltella­to un suo connaziona­le il 20 luglio 2020: usando una lama per aprire i pacchi, l’autore del gesto aveva intenziona­lmente tentato di uccidere il ‘rivale’ che aveva intessuto un’amicizia con la moglie dell’imputato.

Il movente della gelosia

La gelosia, il movente secondo i giudici. Un movente che invece l’imputato aveva sempre negato. L’impianto accusatori­o del procurator­e pubblico, Roberto Ruggeri, esposto nella sua requisitor­ia durante il dibattimen­to svoltosi lunedì, è stato confermato. La difesa, rappresent­ata dall’avvocato Niccolò Giovanetti­na, aveva invece proposto l’assoluzion­e del proprio assistito dal reato principale, battendosi per il reato di lesioni semplici qualificat­e, poiché a mente del legale non c’era stata premeditaz­ione. Una tesi respinta dalla Corte di appello, che invece ha ritenuto come il 38enne iracheno avesse dato appuntamen­to al suo connaziona­le quel giorno d’estate di un anno fa, con la precisa intenzione di ucciderlo. Un esito fortunatam­ente scongiurat­o grazie anche all’allarme lanciato da alcuni passanti. La sentenza è stata anticipata dal portale del Cdt.

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