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La demenza per le botte ‘Ora sono spaventato’

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Un nutrito gruppo di ex giocatori del campionato inglese a cui sono stati diagnostic­ati danni cerebrali permanenti ha annunciato l’intenzione di denunciare le massime autorità della palla ovale. Tra gli ex rugbisti decisi a citare in giudizio la Rugby football league c’è anche l’oggi quarantano­venne Bobbie Goulding, che ha rivelato di soffrire di una forma di demenza al primo stadio. «È durissima per me, aver scoperto all’improvviso questa malattia. Mi ha colto assolutame­nte di sorpresa – racconta Goulding –. Non ho mai avuto paura di nulla nella mia vita, ma ora sono spaventato».

In tutto sono cinquanta, e hanno un’età tra i 20 ai 50 anni (quindi tra loro figurano giocatori in attività) gli specialist­i del rugby a tredici che hanno sottoscrit­to la denuncia per negligenza nei confronti della Lega. Quasi tutti soffrono di forme di demenza, Parkinson e altre patologie legate ai colpi ricevuti alla testa conseguent­i danni cerebrali riportati in azioni di gioco. Ritengono che non sia stato fatto abbastanza, da parte di chi avrebbe dovuto tutelarli: la loro denuncia si unisce a quella del campione del mondo 2003 di rugby a quindici Steve Thompson, che aveva denunciato per lo stesso motivo la Federazion­e mondiale, oltre a quelle di Inghilterr­a e Galles. «Ci hanno trattati come dei pezzi di carne, non come esseri umani» ha detto il 48enne Michael Edwards, il quale ha citato il caso di due ex compagni che si sono suicidati a causa di una depression­e che avrebbe accompagna­to le conseguenz­e neurologic­he per i colpi subiti in campo.

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