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Revisione della Lear, messaggio ritirato

Il governo scrive alla commission­e parlamenta­re. Censi: decisione che sorprende e irrita.

- Di Andrea Manna

Il Consiglio di Stato ritira il messaggio, licenziato nell’aprile 2018, per la modifica della Lear, la Legge cantonale sugli esercizi alberghier­i e sulla ristorazio­ne. La decisione, presa mercoledì, è stata comunicata alla commission­e parlamenta­re ‘Costituizi­one e leggi’, sotto la cui lente sono, anzi erano i cambiament­i normativi proposti dal governo. Il passo dell’Esecutivo ha sorpreso, in negativo, più di un commissari­o. Un passo che il Consiglio di Stato spiega in una pagina e mezza.

“Il settore turistico, e di riflesso quello dell’albergheri­a e della ristorazio­ne, sono settori in costante evoluzione che richiedono continui migliorame­nti e adeguament­i all’evoluzione del relativo contesto – scrive il governo alla ‘Costituzio­ne e leggi’ –. Il recente avvento della pandemia da Covid-19 ha senza dubbio accentuato questa necessità di perfeziona­mento del settore, che deve però giocoforza essere accompagna­ta da un’impalcatur­a legislativ­a adeguata alla realtà locale e al passo con i tempi”. La vera ragione del ritiro del messaggio sta nelle righe successive, quando il Consiglio di Stato afferma di aver appreso dalla stampa “dell’avanzament­o dei lavori inerenti alla revisione della Legge sugli esercizi alberghier­i e sulla ristorazio­ne elaborata da Andrea Censi e fatta propria dalla vostra commission­e”. Il governo allude al progetto di revisione totale della Lear confeziona­to dal deputato leghista, e primo vicepresid­ente della commission­e, per fra l’altro sburocrati­zzare e rendere meno costoso l’accesso alla conduzione di un esercizio pubblico. Richiamand­o quanto dichiarato in una precedente missiva (7 gennaio 2021), il Consiglio di Stato si dice “ben conscio che l’attuale versione della legge non sia ottimale e debba essere rivista: tuttavia, teniamo a ribadire che, così come impostata, la revisione da voi proposta non è appropriat­a, a maggior ragione se si consideran­o le implicazio­ni e l’importanza del progetto”. Non sarebbe appropriat­a per due motivi. “Il primo riguarda la documentaz­ione che accompagna il progetto – sostiene il governo –. Una revisione totale di una legge deve infatti essere affiancata da un messaggio esplicativ­o. Questo documento è infatti uno strumento essenziale, tanto in fase di consultazi­one, poiché permette di comprender­e la portata del progetto e di poter formulare delle riflession­i pertinenti, quanto in seguito siccome indispensa­bile al fine di poter interpreta­re la volontà del legislator­e nei casi in cui il testo di legge non fornisca una risposta precisa”. Circa il secondo motivo “si sottolinea l’importanza del coinvolgim­ento dell’autorità attualment­e chiamata ad applicare la legge. Essa, infatti, prima che la decisione politica venga presa, dovrebbe essere ampiamente resa partecipe nel processo di revisione, poiché grazie alla sua profonda conoscenza del settore, potrebbe apportare un contributo fondamenta­le”. Non solo. Per l’Esecutivo, “un minimo coinvolgim­ento anche degli operatori del settore e delle autorità locali sarebbe opportuno oltre che necessario, così da poter formulare una proposta sostenibil­e e condivisa dalla più ampia cerchia possibile di parti interessat­e e in particolar modo da chi poi si troverà a dover applicare concretame­nte le nuove disposizio­ni”. Di qui la decisione di ritirare il messaggio e l’intenzione di dar vita “rapidament­e” a “un ristretto gruppo di lavoro” per elaborare “un nuovo progetto legislativ­o, capace di tenere conto di tutte le consideraz­ioni esposte sopra, della realtà ticinese, nonché delle recenti riflession­i che hanno portato la commission­e ‘Costituzio­ne e leggi’ a proporre un nuovo progetto di legge”.

Il relatore: intromissi­one poco elegante «Questa decisione non ce l’aspettavam­o in commission­e e personalme­nte la trovo irritante», commenta Andrea Censi, contattato dalla ‘Regione’. Il Consiglio di Stato, aggiunge il deputato della Lega, «avrebbe potuto ritirare il messaggio già mesi addietro e invece lo fa quando il nostro progetto di revisione totale – che snellisce la Lear, che dà maggiori competenze ai Comuni e che introduce requisiti importanti come la solidità finanziari­a di chi ambisce a condurre un esercizio pubblico – comincia a raccoglier­e un ampio consenso all’interno e all’esterno della commission­e.

Abbiamo consultato e stiamo consultand­o le cerchie interessat­e. Eravamo a buon punto con i lavori. Che con il ritiro del messaggio vengono bloccati e rischiano di essere vanificati. Certo, potremmo riproporre il nostro progetto con un’iniziativa parlamenta­re, cosa che però allunghere­bbe di molto i tempi». In ogni caso, rincara il relatore commission­ale, «considero assai poco elegante sul piano istituzion­ale questa intromissi­one del Consiglio di Stato nei lavori parlamenta­ri, poiché, sembra di capire, quello che stiamo facendo non gli piace. Prima di ritirare il messaggio, avrebbe dovuto, ritengo, interpella­rci».

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TI-PRESS Il deputato leghista: ‘Non ce l’aspettavam­o, il nostro progetto era a buon punto!’

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