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Processo in appello per l’artefice dei botti

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Lo scorso 25 febbraio era stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. La Corte delle Assise criminali presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchett­i lo aveva ritenuto colpevole, singolarme­nte e nel caso di quella più potente delle Scuole elementari Sud di Bellinzona in correità con altri due giovani, delle diverse esplosioni avvenute nella regione tra il 2019 e il marzo 2020. Ma il 22enne non ci sta: patrocinat­o dall’avvocato Niccolò Giovanetti­na, ha impugnato la sentenza di primo grado e tornerà dunque in aula il 18 novembre per un processo bis di fronte alla Corte di appello e revisione penale presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will. In primo grado il 22enne era stato ritenuto colpevole dei reati di uso delittuoso e colposo di materie esplosive (per aver messo in pericolo la vita di altri giovani che di volta in volta hanno assistito agli eventi), fabbricazi­one e occultamen­to di materie esplosive, danneggiam­ento ripetuto, delitto contro la Legge federale sugli esplosivi (i petardi sono stati ordinati illegalmen­te da un sito online estero), discrimina­zione e incitament­o all’odio (per aver indossato un cappotto dell’esercito militare tedesco con svastica al Carnevale Rabadan) e infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni. Alle Criminali la giudice Francesca Verda Chiocchett­i aveva ordinato la sospension­e della pena detentiva in favore di un trattament­o psicoterap­eutico stazionari­o per far fronte a quello che è stato definito un disturbo della personalit­à di tipo narcisisti­co dell’imputato. La Corte aveva ridotto di un anno la richiesta di pena formulata dalla procuratri­ce pubblica Petra Canonica Alexakis. La difesa si era invece battuta per una pena sospesa di al massimo 24 mesi. Era stato arrestato il 13 marzo 2020 dopo l’ultimo ordigno fatto saltare in golena a Giubiasco. L’evento principale era però stato la deflagrazi­one avvenuta nella notte del 26 febbraio 2020 sul piazzale delle scuole Sud cittadine, scoppio che aveva causato un piccolo cratere nell’area di gioco e danni per 18mila franchi a finestre e aule. Durante il processo era stato definito dall’imputato la ‘bomba delle bombe’ (composta da un tubo d’acciaio, rinforzato con del nastro adesivo e una cintura di sicurezza per automobili, nel quale erano stati infilati 600 grammi di polvere pirica prelevata da altri petardi).

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