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Progetto PoLuMe, così parlò Ustra

Ecco il dossier presentato alla Commission­e politica. Ma i cittadini non ci stanno.

- Di Daniela Carugati

Le popolazion­i del Mendrisiot­to e Basso Ceresio se lo sentono ripetere da un po’. Del PoLuMe, il progetto per il potenziame­nto del tratto autostrada­le fra Lugano e Mendrisio, non si può fare a meno. Non se si vogliono ridurre le colonne sull’A2 e ci si prefigge di alleggerir­e strada cantonale e collegamen­ti interni nei Comuni della regione. Stessa cosa per il nuovo svincolo a Melano: l’opera è necessaria per diminuire il traffico di attraversa­mento sulla Cantonale. L’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, l’ha messo nero su bianco e ha controfirm­ato la perizia tecnica che suffraga la sua tesi. Tant’è che in settembre anche il Cantone ha apposto il suo sigillo dopo le resistenze iniziali su un’opera – lo snodo in più tra Lugano e Mendrisio, appunto – che suscitava qualche perplessit­à pure nelle istituzion­i. Lo ha fatto confermand­o il suo sostegno a un progetto definito “importante” e al contempo la disponibil­ità a contribuir­e con 84 milioni di franchi a fronte di un investimen­to da quasi 2 miliardi. È tutto nel dossier presentato, sempre il mese scorso, alla Commission­e di accompagna­mento politico. Dossier di cui siamo entrati in possesso e che rimanda a fine 2022 per il prossimo punto della situazione.

In quella riunione l’Ustra ha informato sulla consultazi­one che ha coinvolto governo, enti locali e Commission­i regionali dei trasporti di Mendrisiot­to e Luganese e messo sul tavolo altresì le risultanze dell’analisi condotta dagli specialist­i del traffico. Alla fine si è tornati al punto di partenza: la verifica dei flussi di traffico e dei diversi scenari e i numeri che ne sono scaturiti agli occhi dell’Ufficio federale delle strade non fanno altro che ribadire che non solo quello svincolo in più – oltre a quello previsto a Grancia – va realizzato, ma che agevola il viavai veicolare e favorisce l’intermodal­ità come i residenti. A Melano e dintorni non sembrano pensarla tutti così, però. I cittadini che giovedì sera si sono ritrovati all’Orto il Gelso per dibatterne su invito del Comitato ‘No alla terza corsia tra Lugano e Mendrisio!’ e del Ps Mendrisiot­to e Basso Ceresio, pendevano da ben altra parte. I timori per l’impatto che l’intera operazione avrà sul territorio e la vita delle persone (anche in corso d’opera) sono maggiori dei benefici ventilati dall’alto. Lo ha fatto capire bene Marzio Proietti del Comitato al tavolo dei relatori con il presidente della Commission­e regionale dei trasporti del Mendrisiot­to Andrea Rigamonti, più favorevole all’intervento ma sempre scettico. Del resto, non è che a Grancia l’abbiano presa a cuor leggero l’idea di uno svincolo, che pure da quelle parti lascerà il segno.

Con e senza: scenari a confronto

Il secondo parere commission­ato a livello federale, però, vale una prova regina per l’Ustra. Gli esperti hanno messo a confronto due scenari, il primo con lo svincolo – in realtà tre quarti di svincolo – il secondo senza, durante gli orari di punta della mattina e della sera, sullo sfondo l’assetto ridisegnat­o da Polume con la terza corsia dinamica e le opere previste a corredo dell’infrastrut­tura stradale. Il punto di partenza? Che tanto sulla strada verso il lavoro che su quella del ritorno a casa i maggiori utilizzato­ri sono gli abitanti dei Comuni del Basso Ceresio, lì fra il ponte diga e la fine del lago Ceresio. Insomma, per gli specialist­i lo snodo è stato immaginato nel punto di maggiore necessità. Ma c’è di più: calcoli e variazioni del traffico dimostrano che senza lo svincolo di Melano nelle ore di punta si avrebbe un aumento del carico veicolare sull’intera strada cantonale tra Mendrisio e Melide e la sera da nord a sud i problemi raggiunger­ebbero Paradiso e la forca di San Martino. Senza trascurare, si evidenzia nella perizia, l’effetto sull’attraversa­mento del nucleo del paese.

Le conclusion­i dell’Ustra e 50 milioni in più Dall’osservator­io dell’Ustra le conclusion­i sono presto tirate. Lo studio non fa altro che certificar­e l’assoluta opportunit­à di realizzare questo intervento lungo l’A2 nel segno di una buona funzionali­tà di tutta la rete stradale. In altre parole, per i tecnici federali a pesare a favore ci sono elementi come un minor transito dal centro di Melano e un calo del traffico nel comprensor­io, verso Mendrisio, come verso Lugano e il Pian Scairolo. Ergo si avrà un minore impatto sul territorio. Con la concession­e di una parziale copertura delle tre rampe pianificat­e – a una quarta si è rinunciato – e una rotonda di raccordo con la strada cantonale. Resta l’apertura, con la stesura definitiva del progetto, ad apportare ulteriori ritocchi suggeriti dalle autorità cantonale e comunali. Tutto ciò, certo, avrà un costo. Si è pronti ad aggiungere al preventivo 50 milioni.

Verso sud in galleria, ma una data non c’è Per Ustra, quindi, senza svincolo di Melano non si può stare. Ma servirà almeno a rendere più agevole un prolungame­nto in galleria a sud del paese del tracciato autostrada­le? Tra chi lo chiedeva c’era anche la Crtm di Rigamonti assieme al Comune di Melano stesso. I tecnici federali hanno confermato la compatibil­ità delle due opere: una data sul calendario ancora non c’è. Anche perché, hanno precisato alla Commission­e di accompagna­mento politico che il proseguime­nto verso sud non può essere finanziato con PoLuMe. Sarà forse anche per questi motivi che una Città come Mendrisio e un villaggio come Rovio non si sono lasciati convincere. Sulla qualità di vita delle popolazion­i locali non la pensano come Ustra.

Una regione che resiste

Del resto non sono i soli dalle parti del Mendrisiot­to. A tornare alla carica giovedì sono stati anche i Cittadini per il territorio per voce dei coordinato­ri Grazia Bianchi e Ivo Durisch. L’assemblea dell’associazio­ne ha ribadito, in effetti, la sua contrariet­à al potenziame­nto dell’A2. Un potenziame­nto, si rimarca in una nota, “considerev­ole della capacità stradale che non possiamo accettare. Infatti oltre agli ampliament­i autostrada­li anche la strada cantonale, passando sull’attuale tracciato della A2, diventerà una superstrad­a e di fatto subirà anch’essa un potenziame­nto”. Per non parlare dello svincolo di Melano che “sottrarrà ulteriore terreno a un Comune che tra il villaggio e il lago è attraversa­to dalla ferrovia, dall’autostrada e dalla Cantonale”. Non ha mancato, a sua volta, di sollevare la problemati­ca davanti al Touring club svizzero Matteo Muschietti, che ha definito la terza corsia un “cerotto che non porterà nessun migliorame­nto di fluidità nel Mendrisiot­to”.

Chi vive lungo gli assi stradali nord-sud ha bisogno di ben altro. Per i Cittadini adesso servono “interventi volti al migliorame­nto della qualità di vita che si otterrà solo scoraggian­do l’uso del veicolo privato invece di favorirlo con più strade”. Secondo Muschietti “l’unica situazione praticabil­e è quella di diminuire il traffico provenient­e dalla vicina Italia con il potenziame­nto del trasporto pubblico e invitare le autorità italiane a spingere i lavoratori frontalier­i a condivider­e l’auto”, richiamand­o altresì le aziende alla responsabi­lità sociale. A maggior ragione, fanno capire da entrambe le parti, è arduo riuscire a digerire un altro progetto Ustra: la creazione di una corsia ad hoc per i Tir fra Coldrerio e Balerna. I Cittadini sono pronti quindi a sostenere azioni di sensibiliz­zazione e a vigilare “sui prossimi passi di Ustra”. Il Distretto potrebbe anche mobilitars­i come ai tempi di Sos Mendrisiot­to ambiente.

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TI-PRESS A Melano se lo chiedono: perché non potenziare la ferrovia?

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