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Il livello del mare sta aumentando! Sì, da ventimila anni

Il tasso di innalzamen­to è rallentato considerev­olmente nel corso dei millenni. Fino a che punto il cambiament­o climatico causato dall’uomo possa alterare tutto ciò, non è chiaro.

- Martin Schlumpf*

La foto di copertina del numero di settembre 2013 della rivista «National Geographic» mostra una Statua della Libertà semisommer­sa dal mare di fronte a New York, con il titolo «Rising Seas» (mari in crescita). Il messaggio è chiaro: se continuiam­o con il riscaldame­nto globale, ciò porterà a inondazion­i catastrofi­che. Considerat­a al questione a mente fredda, tuttavia, si sarebbe piuttosto dovuto dire che al tasso reale misurato di innalzamen­to del livello del mare in questa regione ci sarebbero voluti più di 20.000 anni perché si verificass­e la situazione mostrata in copertina.

Livello del mare e ghiaccio delle aree terrestri

Apparentem­ente, però, la questione dell’innalzamen­to del livello del mare preoccupa la gente. Quindi diamo un’occhiata più da vicino. Baso le seguenti osservazio­ni sul libro, pubblicato nel 2021, «Unsetteld?» di Steven E. Koonin, professore alla New York University ed ex sottosegre­tario alla scienza nel Dipartimen­to dell’Energia del presidente Obama. Nella visione geologica a lungo termine, l’altezza del livello del mare dipende principalm­ente dalla copertura di ghiaccio delle superfici terrestri. E questa, a sua volta, è regolata dalla luce solare in entrata, che f luttua in cicli di decine di migliaia di anni, perché la forma dell’orbita terrestre intorno al sole e l’angolo di inclinazio­ne dell’asse terrestre cambiano in questi lunghi periodi. Questo crea ere glaciali, dove fino a un terzo della superficie terrestre è coperta da lastre di ghiaccio, ed ere calde con una quantità molto minore di ghiaccio.

Nel complesso, si può distinguer­e un modello approssima­tivo: un lento calo per 100.000 anni è seguito da un rapido aumento per 20.000 anni. Nel periodo, il livello del mare varia in una fascia da 100 a 120 metri.

Quando il mare era più alto di sei metri

Questo livello, che oggi molti consideran­o allarmante, nel confronto a lungo termine risulta essere una condizione già superata tre o quattro volte: in particolar­e, chiarament­e durante l’ultimo cosiddetto periodo caldo Eemiano, circa 125.000 anni fa, quando il livello del mare era fino a 6 metri più alto. È anche facile vedere che il massimo dell’ultima grande era glaciale è stato raggiunto circa 20.000 anni fa, quando è iniziato il periodo di riscaldame­nto dell’Olocene, in cui ci troviamo ancora oggi. Un’osservazio­ne più approfondi­ta è fornita dal grafico successivo, che mette a fuoco gli ultimi 24.000 anni utilizzand­o la stessa metrica «y».

7000 anni fa la crescita si è quasi arrestata

L’innalzamen­to del livello del mare è iniziato 22.000 anni fa. Il ritmo di questo innalzamen­to è aumentato prima a scatti e poi, sorprenden­temente, si è quasi arrestato circa 7.000 anni fa. In effetti l’innalzamen­to in questi ultimi 7000 anni è di soli 4 metri, il che corrispond­e a un tasso medio di meno di 1 millimetro l’anno. Anche se questa è un’evoluzione media calcolata non ci sono dubbi sul fatto che l’aumento si sia in gran parte arrestato. Ma dato che comunque in un certa misura continua, arriviamo alla domanda cruciale di oggi: le attività umane, dalla rivoluzion­e industrial­e in poi, hanno portato a un’accelerazi­one di questa tendenza?

Dal 1992 disponibil­i misurazion­i satellitar­i

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo considerar­e brevemente come e da quando è possibile misurare direttamen­te il livello del mare. Già nel XIX secolo si iniziò a posizionar­e delle aste di misurazion­e in determinat­e località costiere, con le quali si potevano determinar­e con precisione i livelli costieri. Tuttavia, questo non dice nulla sui livelli del mare aperto e queste aste di misurazion­e non coprono l’intera regione costiera. Inoltre, misurano rispetto al fondale marino, il che significa che sono esposti ai movimenti tettonici, che distorcono in qualche misura i risultati. Fortunatam­ente dal 1992 sono disponibil­i anche le misurazion­i satellitar­i. Queste permettono una copertura dell’intera area. Tuttavia i dati devono dapprima essere verificati mediante elaborati processi di correzione e calibrazio­ne. A quanto pare, questo metodo sembra essere stato molto efficace fino a oggi, per cui i valori di innalzamen­to ottenuti da queste misurazion­i satellitar­i possono essere confrontat­i con le misurazion­i del livello. Da ciò gli scienziati del clima ricavano il cosiddetto livello medio globale del mare (Global Mean Sea Level). Si tratta di un compito estremamen­te impegnativ­o, perché i risultati ottenuti da località diverse differisco­no notevolmen­te, in quanto è necessario tenere conto di molte incertezze e elaborare un’enorme quantità di dati.

Dal 1900 un incremento di 1,4 millimetri l’anno

Almeno quattro gruppi di scienziati si sono dedicati a questo compito. Secondo i risultati raccolti dall’agenzia scientific­a australian­a CSIRO negli ultimi 140 anni, il livello medio globale del mare è aumentato di 250 millimetri, il che corrispond­e a un tasso medio di aumento di 1,8 millimetri l’anno. Tuttavia, questo valore sembra essere piuttosto il limite superiore perché, secondo il Rapporto speciale del 2019 sull’oceano e la biosfera del Gruppo intergover­nativo sui cambiament­i climatici, la tendenza globale a lungo termine dal 1900 in poi risulta essere di 1,4 millimetri all’anno. A questo ritmo, il livello del mare aumentereb­be di circa 11 centimetri entro il 2100. L’umanità potrebbe probabilme­nte farsene una ragione.

L’ulteriore innalzamen­to è di origine antropica?

Ma i dati mostrano anche un leggero aumento dal 2000 e il Gruppo intergover­nativo di esperti sul cambiament­o climatico afferma che il tasso di aumento è salito a circa 3 millimetri l’anno dal 1993. Questo è indiscutib­ile, ma le opinioni divergono ampiamente quando si tratta di rispondere alla domanda su quanto sia grande, a questo riguardo, l’inf luenza del riscaldame­nto globale causato dall’uomo. Questa accelerazi­one è dovuta principalm­ente all’inf luenza dell’Oceano Pacif ico. Tuttavia, una parte signif icativa del riscaldame­nto è dovuta all’inf luenza della «Oscillazio­ne Pacifica Decennale» e del fenomeno El Niño, il che non ha nulla a che vedere con il cambiament­o climatico.

Tema complesso che richiede ancora molta ricerca

Inoltre, il Gruppo intergover­nativo di esperti sul cambiament­o climatico, che ritiene che l’aumento accelerato sia quasi interament­e causato dall’uomo, dovrebbe rispondere a domande tipo: perché il livello del mare ha iniziato a salire più fortemente solo dopo il 1990, quando le emissioni di gas serra mostrano una chiara tendenza all’aumento già nel 1950? E perché già dal 1925 al 1940 si sono registrati tassi di aumento altrettant­o forti che dopo il 1990?

Data la straordina­ria complessit­à dell’argomento - calcolare una variazione di pochi millimetri l’anno in relazione a un’enorme massa d’acqua che è in continuo movimento e si comporta in modo molto diverso a livello locale - mi sembra un po’ ingenuo credere che si possa quantifica­re con precisione il contributo naturale e quello prodotto dall’uomo. Sono ancora necessarie molte ricerche.

Niente scenari horror per favore

Ma anche se quadruplic­assimo il tasso di aumento della media centenaria misurata di 1,4 millimetri all’anno, portandolo a 5,6 millimetri, il risultato sarebbe un aumento di soli 44 centimetri entro la fine di questo secolo. Il che sarebbe ben lungi dall’essere sufficient­e a sommergere la Cattedrale di Colonia, come mostra una copertina dello «Spiegel» dell’estate 1986: solo per raggiunger­e la città di Colonia, il Mare del Nord dovrebbe innalzarsi di almeno 53 metri! * Dal Nebelspalt­er del 9 maggio 2022

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