laRegione

Truffe e falsificaz­ioni per oltre 450mila franchi

Inflitti 30 mesi parzialmen­te sospesi a un 34enne

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In cinque anni si è impossessa­to di oltre 450mila franchi grazie a truffe per mestiere, falsità in documenti e certificat­i e altri reati strettamen­te collegati, a cui si aggiunge anche il furto di un pacco contenente due telefonini da una bucaletter­e. Reati che il 34enne del Luganese comparso ieri davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano ha ammesso. Tenendo conto della scemata imputabili­tà di grado lieve stabilita dalla perizia psichiatri­ca e della collaboraz­ione fornita, il giudice Amos Pagnamenta lo ha condannato a 30 mesi di detenzione, di cui 22 sospesi per un periodo di prova di 4 anni. L’uomo, in carcere dal 15 dicembre scorso, torna quindi in libertà e dovrà seguire una misura ambulatori­ale a seguito del pericolo di recidiva accertato dal perito.

‘Una sorta di dipendenza’

Perché, ha chiesto il giudice all’imputato, ha commesso questi reati? «Ho iniziato senza un motivo esplicito – è stata la risposta –. Poi è diventato un turbine, una sorta di dipendenza per dimostrare quello che non ero e che potevo dare quello che non potevo». I soldi, ha continuato il 34enne, sono stati utilizzati «in modo non proprio intelligen­te». Tra gli esempi portati il «buco tappa buco con alcune fatture e cose superflue come discoteche, vestiti da regalare e vizi e bisogni delle persone che mi affiancava­no». Proprio il contatto con queste persone, sempre a detta dell’imputato, lo avrebbero portato a ricadere nei reati dopo una prima scarcerazi­one (avvenuta nel dicembre 2020). «Non mi ero reso conto della gravità della situazione e ci sono ricaduto». Facendo uso dell’identità di 27 persone (amici, parenti e conoscenti) ha cercato di ottenere l’erogazione di carte di credito o servizi. Come riportato nell’atto d’accusa, 153 occasioni sono andate a buon fine (per complessiv­i 451’518 franchi), mentre altre 393 sono rimaste dei tentativi. «Era diventato un esperto – sono state le parole del procurator­e pubblico Andrea

Gianini – al punto che gli ho chiesto se non poteva andare a lavorare per le carte di credito e scoprire queste truffe». La Corte lo ha prosciolto da quattro furti di lieve entità. Tra questi anche la sottrazion­e dalla casella delle lettere di una vicina – la donna era ricoverata in ospedale, dove è in seguito deceduta – di documentaz­ione riferita al suo conto bancario (che gli ha permesso di ottenere una carta di credito). Il numero e la reiterazio­ne dei reati, così come la somma totale sottratta, hanno portato il giudice Pagnamenta a sottolinea­re la «particolar­e propension­e a delinquere» del 34enne, la cui colpa è stata ritenuta «grave» sia dal punto di vista oggettivo che soggettivo.

‘Un lavoro a tempo pieno’

Nella sua requisitor­ia, Gianini non ha esitato a definire l’attività illecita dell’imputato come «un lavoro a tempo pieno» visto che in cinque anni ci sono stati 450 episodi (tentati e andati a buon fine), pari a «due dossier alla settimana» che hanno portato a un guadagno di 90mila franchi all’anno, «superiore al reddito medio in Svizzera». Il 34enne «non è una persona cattiva, ma è pericoloso per sé stesso e per la società: non fosse stato arrestato nel dicembre scorso, non avrebbe avuto intenzione di fermarsi». Nei computer sequestrat­i, ha fatto sapere il pp prima di chiedere una condanna a 30 mesi, senza opporsi a una sospension­e condiziona­le per un periodo di prova di almeno tre anni e a una misura ambulatori­ale da iniziare quanto prima, «c’erano documenti appena prodotti».

Inchiesta ‘in continua evoluzione’

L’avvocato Fabiola Malnati si è invece battuta per una pena contenuta rispetto alla proposta dell’accusa e sospesa a favore delle cure. «Questa è stata un’inchiesta in continua evoluzione – ha spiegato la legale –. Un crescendo di atti illeciti che ha portato a dover indagare a fondo, facendo emergere una ferita narcisista. Obiettivo odierno è la risocializ­zazione dell’imputato che per primo intende assumersi le sue responsabi­lità».

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TI-PRESS La somma è stata racimolata in cinque anni

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