laRegione

Il guru Morisoli e i suoi nuovi discepoli

- di Raoul Ghisletta, granconsig­liere Ps

I sostenitor­i Udc-Lega-Plr del decreto Morisoli affermano di voler “contenere” la spesa, senza “tagliarla”. Si tratta ovviamente di uno specchiett­o per le allodole, perché la spesa cantonale “aggiustata” in modo da arrivare al pareggio di bilancio nel 2025 implica che si riducano inevitabil­mente i sussidi per le singole persone e i singoli contributi per il funzioname­nto degli enti sociosanit­ari. Il perché è da ricercare nella crescita reale dei bisogni della popolazion­e anziana e invalida, nella stangata prevedibil­e dei premi cassa malati, nell’aumento importante del numero di famiglie povere o ancora del disagio psichico giovanile.

L’approccio meramente contabile di Morisoli nella riduzione della crescita della spesa cantonale è insensato a fronte alle dinamiche dell’invecchiam­ento della popolazion­e, alla necessità di spendere per la formazione e il benessere dei giovani, all’obbligo d’investire per una svolta sostenibil­e in ambito ambientale ed energetico, ma anche alle incertezze della guerra in Ucraina. Stupisce veramente che Morisoli sia diventato il “guru ideologico” del presidente del Plr, della capogruppo del Plr e dell’Aiti, che vantano storicamen­te una cultura politica di peso; un po’ meno che sia il guru dei vertici della Lega. È chiaro che il decreto Morisoli è una soluzione facile, perché i parlamenta­ri Udc-Lega-Plr non devono dire cosa si deve tagliare o contenere. Avete notato che malgrado decine d’interventi nessun rappresent­ante Udc-Lega-Plr in questa campagna abbia fatto un solo esempio di risparmio possibile? Se passerà il decreto Morisoli, essi delegheran­no il lavoro sporco al Consiglio di Stato: saranno i cinque membri del governo a tagliare sulle spese cantonali, operando modifiche al ribasso sul finanziame­nto dei contratti di prestazion­e e sui regolament­i per i sussidi (in primo luogo quello per i sussidi cassa malati), senza possibilit­à di referendum da parte della sinistra o del Ppd. Così come fanno i manager tecnocrati­ci, si “taglierà” e si “conterrà” dall’alto, evacuando ogni confronto politico. Confido quindi in un voto negativo del popolo il prossimo 15 maggio, per fermare questo modo superficia­le e asettico di gestire le finanze pubbliche, andando contro i bisogni e i diritti della maggioranz­a delle e dei ticinesi!

E ricordo che esistono strade diverse per affrontare i problemi di bilancio dello Stato: quella della simmetria dei sacrifici che chiama alla cassa anche le persone ricche e i Comuni ricchi (che continuano ad annunciare riduzioni delle imposte comunali anche in queste settimane!); e quella della razionaliz­zazione dell’uso delle risorse cantonali e comunali. Strade che tuttavia presuppong­ono un lavoro politico serio e il tempo necessario per far maturare i frutti. Un solo esempio: la Polizia unica. Come ha ricordato il deputato Plr Galusero, la Polizia unica in Ticino porterebbe a medio termine a importanti risparmi oltre che a maggiore efficacia nella lotta alla criminalit­à. Cosa ne pensano i discepoli di Morisoli?

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