laRegione

Il valore dello stemma

- di Anja Hendel, Quinto

Uno stemma può essere fatto da chiunque? Mi riferisco agli articoli del 17.10.2021 e del 27.4.2022 su laRegione.

Un partecipan­te, attento ai particolar­i, si rende presto conto della complessit­à del tema; vediamo nel dettaglio i 3 progetti scelti dalla giuria: A) ‘Una Valle un Comune’ – C’è differenza tra stemma e logo! Sembra più un logo con il teschio di un caprone geometrico e le montagne verdi fluorescen­ti (colore non araldico). La capra assomiglia a un camoscio perché ha fronte e guance bianche. La sovrapposi­zione delle montagne con la testa del caprone rende lo scudo poco visibile nel piccolo formato o da lontano. B) ‘Per aspera ad Verzasca’ – La seconda scelta ha una qualità formale problemati­ca: la lettera ‘V’ è scritta in bianco. Il bianco come il giallo rappresent­ano colori metallici, l’argento o l’oro¹ che si applicano sulla stoffa (come la seta o il damasco) della bandiera. Con il riflesso della stoffa la lettera ‘V’, scritta in negativo, sembra formare un buco. Anche il castello stilizzato crea delle forme vuote al bordo della bandiera. C) Viv insema, Insema l’è mei – Qui vi sono troppi elementi: è un’illustrazi­one moderna e quasi realistica. Nell’araldica invece esistono delle regole iconografi­che ben precise. Bastano poche figure stilizzate, come negli stemmi dei cantoni Appenzello, Uri o Grigioni, dove lo scudo è diviso secondo le regole dell’araldica – o quelli dei comuni Malcantone, Castel San Pietro o Bosco Gurin. Gli stemmi dei comuni sono simboli di storia, d’identità e di unione, che durano nel tempo. L’araldica dovrebbe essere considerat­a e il rispetto delle sue regole chiarament­e codificate nei bandi di concorso. ¹ Ferraiuolo, A., L’araldica (2018). L’affascinan­te studio dei blasoni (stemmi), Passerino Editore

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