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Medioevo in tavola con Maestro Martino

Lanciato il progetto per valorizzar­e la figura del rinomato cuoco bleniese in ottica turistica

- G.R.

Una nuova gustosa proposta per rafforzare nella regione del Bellinzone­se e valli l’identità legata al Medioevo. L’Organizzaz­ione turistica regionale, l’Associazio­ne Blenio Bellissima e GastroBell­inzona Alto Ticino hanno presentato ieri il progetto legato alla figura di Maestro Martino (il suo vero nome è Martino de Rubeis ma è conosciuto anche come Martino de Rossi), nato nella frazione bleniese di Grumo attorno al 1430 e ricordato come il primo grande chef del periodo medievale/rinascimen­tale nonché pioniere della cucina italiana. Tanto che il suo manoscritt­o ‘Libro de Arte Coquinaria’ – il primo testo di cucina per il quale si conosce il nome dell’autore – è considerat­o un caposaldo. Oltre all’aspetto culinario, il programma dell’iniziativa prevede una serie di eventi e manifestaz­ioni distribuit­i in tutta la regione. Secondo i promotori l’iniziativa sarà un’ottima occasione per valorizzar­e tutto il territorio e profilarsi ulteriorme­nte a livello turistico. Con l’avvento della componente gastronomi­ca, ha infatti sottolinea­to oggi durante la presentazi­one del progetto il direttore Juri Clericetti, si aggiunge un altro tassello nella strategia dell’Organizzaz­ione turistica legata all’offerta medievale nella regione, che oltre naturalmen­te al grande richiamo della Fortezza di Bellinzona (senza dimenticar­e il Castello di Serravalle) in tempi recenti ha proposto mostre collegate al periodo rinascimen­tale/medievale e altre iniziative come ad esempio la manifestaz­ione La Spada nella Rocca.

Come indicato dal presidente di GastroBell­inzona Alto Ticino Luca Merlo, sono già una ventina i ristoranti che hanno raccolto l’invito di inserire nel proprio menù piatti di Maestro Martino (la lista aggiornata dei partecipan­ti sarà consultabi­le sul sito

www.bellinzona­evalli.ch). Le proposte spaziano ad esempio dalla frittata all’uovo in camicia, maccaroni romaneschi, carbonata, polpette di carne, torta bianca, frittelle. A Bellinzona sarà possibile provare le ricette a partire dal 25 maggio, giorno in cui scatterà ufficialme­nte il progetto in concomitan­za con la prima edizione dell’evento ‘Antica - Bellinzona medievale’ che si svolgerà nel centro storico della Turrita da mercoledì 25 a venerdì 27 maggio. Fuori dalla capitale, invece, i ristoranti inizierann­o a proporre i piatti medievali a partire da metà giugno. L’obiettivo, ha spiegato Merlo, è quello di rendere le ricette di Maestro Martino una presenza fissa nei menù.

Tre giorni di festa nel centro storico

Per quanto riguarda l’evento ‘Antica - Bellinzona medievale’, la tre giorni vuole fare rivivere la storia del borgo della capitale per riprovare l’atmosfera medievale nel centro storico di Bellinzona. Saranno ricreate le vecchie locande con animazione e gastronomi­a medievale nelle piazze. L’evento prevede musica dal vivo nel centro storico con artisti di strada, saltimbanc­hi, giullari, spettacoli, visite notturne a Castelgran­de, mercatini e animazione per bambini. L’appuntamen­to clou sarà il ‘Banchetto del Re’ in programma per giovedì 26 nella corte di Palazzo civico con menù (frittata, minestra di rape e maialino alla brace) basato sulle ricette di Maestro Martino (iscrizioni entro il 20 maggio a bellinzona@bellinzona­evalli.ch o allo 091 825 21 31).

Mostra al Museo della Valle di Blenio

Ma è soprattutt­o al Museo storico etnografic­o della Valle di Blenio che l’epoca e la figura del rinomato cuoco finiranno sotto i riflettori dal punto di vista storico e culturale. Tra Lottigna (Palazzo dei Landfogti) e Olivone (Ca’ da Rivöi) verrà infatti allestita la mostra ‘Maestro Martino, Principe dei cuochi’, promossa dall’Associazio­ne Blenio Bellissima, e nello specifico da Egon Maestri, in collaboraz­ione con il museo. Visitabile a partire da domenica 15 maggio, racconterà le tradizioni culinarie dell’epoca, l’ambiente delle corti, i riti cerimonial­i dei banchetti, gli usi alimentari e di costume di allora, con particolar­e attenzione a prodotti simbolo presenti ancora oggi nella tradizione gastronomi­ca sudalpina. La mostra prevede proposte multimedia­li, attività didattiche ed esperienze pratiche adatte a tutte le fasce di età. Come spiegato da Luca Solari, membro dell’associazio­ne nonché responsabi­le della parte didattica e museale, il progetto ha visto il coinvolgim­ento della scuola di sartoria di Biasca e del Centro di risorse didattiche digitali. È invece opera degli allievi delle scuole elementari di Acquarossa la guida del museo, realizzata interament­e a fumetti. La cerimonia inaugurale della mostra si terrà il 18 giugno. Tutti i dettagli sul sito (creato appositame­nte) www.maestro-martino.ch.

La prima escape room bleniese

Tra i vari appuntamen­ti collateral­i organizzat­i dall’associazio­ne e dal museo c’è anche la prima escape room in Valle di Blenio (sempre in tema medievale) che sarà inaugurata il 18 giugno. I giocatori saranno rinchiusi all’interno delle prigioni del Palazzo dei Landfogti e dovranno cercare di evadere risolvendo enigmi e misteri. Ci saranno due versioni: una per adulti (durata circa un’ora) e una più facile per bambini (45 minuti). Altri eventi (conferenze, degustazio­ni, proiezioni, gite) saranno proposti fino al mese di ottobre tra Bellinzona e la Valle di Blenio.

Da Corzoneso alle cucine vaticane

Maestro Martino iniziò la sua carriera di cuoco come rettore all’ospizio (oggi scomparso) della chiesetta di San Martino Viduale, in località di Monastero di Corzoneso, oggi quartiere di Acquarossa. A metà del Quattocent­o si trasferì nel Nord Italia, diventando cuoco della duchessa Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza, primo duca di Milano. Lavorò in seguito a Roma nelle cucine vaticane, come cuoco personale del Patriarca di Aquileia. È in questo periodo che scrive il ‘Libro De Arte Coquinaria’. Cucinò per diversi alti prelati e li seguì nei loro viaggi, toccando numerose località dell’Italia meridional­e che gli permisero di entrare in contatto con nuovi cibi e tecniche provenient­i dalla tradizione catalana, araba e orientale. Fu il primo a utilizzare termini come stemperare, battere, sminuzzare: operazioni ai tempi non contemplat­e. Si distinse per il gusto originale delle materie prime, privilegia­ndo gli ortaggi (ad esempio fave, ceci, zucche, cavoli, melanzane, cipolle, prezzemolo, sedano) ed evitando l’abuso di spezie. Portò la verdura sulle tavole dei nobili.

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Una ventina di ristoranti ha già aderito all’iniziativa

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