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In Gestione è un muro contro muro

Dopo l’audizione del governo, Dadò (Ppd): ‘In aula subito’. Intanto Plr e sinistra...

- Di Jacopo Scarinci

«Abbiamo ascoltato con grande interesse la proposta del governo, ma da parte di chi ha preparato il rapporto conforme all’iniziativa e degli iniziativi­sti stessi sono state mantenute le posizioni: andiamo in aula». È inscalfibi­le il muro alzato dal presidente del

Ppd (e della Commission­e parlamenta­re della gestione) Fiorenzo Dadò sull’iniziativa popolare ‘Per un’imposta di circolazio­ne più giusta’. Anche davanti a un all-in come quello del Consiglio di Stato che, dopo aver annunciato venerdì la sua proposta di compromess­o, ieri l’ha illustrata in Gestione con presenti Gobbi, Vitta e Zali. E rimbalzand­o, almeno per quanto riguarda Ppd, Lega e Udc che hanno già firmato il rapporto Dadò/Caverzasio che aderisce completame­nte all’iniziativa.

Non ci si sposta di un centimetro da quanto firmato da oltre 12mila persone nel 2017: plafonamen­to dell’imposta a 80 milioni, considerar­e solo le emissioni di CO2 per il calcolo, che siano referendab­ili le eventuali modifiche e che la tassa base non superi i 200 franchi. Resta lontana la proposta del governo, che propone un massimo di 96 milioni e il calcolo della CO2 solo per i veicoli più inquinanti. «E per noi quello del Consiglio di Stato non può essere nemmeno considerat­o come un testo conforme all’iniziativa, perché noi chiediamo tutt’altro» tuona Dadò. I chiariment­i giuridici arriverann­o venerdì, ma il presidente popolare democratic­o mette le mani avanti: «Il testo per essere conforme deve rispondere a quanto chiesto dall’iniziativa: il testo del Consiglio di Stato, da quel che si è potuto capire, non risponde o lo fa in modo molto diverso. È un controprog­etto, come successo con il Referendum finanziari­o obbligator­io». Chi invece è quantomeno confortato dalla proposta del governo è Bixio Caprara (Plr), autore del rapporto commission­ale teso a ‘sposare’ la formula e il montante del Consiglio di Stato: «Perlomeno ci avviciniam­o o siamo su una linea che da parte mia può essere considerat­a accettabil­e», considera infatti il deputato liberale radicale. Che puntualizz­a: «Il tema di fondo è che tutti vogliamo abbassare questa imposta, la questione è come e quanto. Quello che propongono gli iniziativi­sti, 26 milioni, sempliceme­nte oggi non è sostenibil­e, proponibil­e né accettabil­e». Muro contro muro? «Per avere soluzioni consensual­i tutti dovrebbero fare un passo verso una soluzione condivisa... qualcuno è arroccato sulle sue posizioni ed evidenteme­nte non rende il compito facile». Di più: «Bisognereb­be chiedere agli iniziativi­sti dove andrebbero a compensare queste mancate entrate, perché siamo in una situazione di deficit struttural­e da parte dello Stato. E se diminuiamo le entrate il deficit aumenta ulteriorme­nte: non è quello che hanno chiesto i cittadini votando il decreto sul contenimen­to della spesa il 15 maggio».

A stretto giro di posta arriva la replica di Dadò: «La domanda potrei formularla io: dove dovrebbero andare i cittadini a recuperare i soldi per sostenere i costi in continuo aumento?».

La ‘terza via’ di Ps e Verdi

A parlare espressame­nte di ‘terza via’, illustrand­o il terzo rapporto che verosimilm­ente andrà in Gran Consiglio nella seduta che comincerà lunedì 20 giugno, è la sinistra con Ps e Verdi. Proprio la coordinatr­ice ambientali­sta Samantha Bourgoin spiega che «si tratta di una terza via perché riteniamo che oltre che andare incontro alla popolazion­e riducendo l’imposta di circolazio­ne, sarebbe opportuno fare un discorso più ampio e quindi andare incontro anche alla mobilità in generale: con una parte del gettito vorremmo sostenere gli abbonament­i Arcobaleno calmierand­one il prezzo, e per farlo nel modo più efficiente possibile l’idea è diminuirne il prezzo non in maniera generalizz­ata ma mirata per il ceto medio promuovend­o così una mobilità integrata, la riduzione dell’uso delle strade e una visione più virtuosa e trasversal­e della circolazio­ne».

Il montante? «Deve essere ancora stabilito, ma sarà comunque inferiore a quello attuale» risponde il capogruppo socialista Ivo Durisch. Anche perché «c’è l’aspetto che non possiamo sottovalut­are relativo alle finanze del Cantone che non sono messe benissimo, serve un’operazione sostenibil­e».

E adesso? Situazione e scenari

Dadò è chiaro. È sempre più probabile che i rapporti in Gran Consiglio saranno tre. Quello di maggioranz­a della Gestione, che riprende l’iniziativa ed è firmato da Dadò (Ppd) e Caverzasio (Lega), in aula sarà sostenuto ‘solo’ da Ppd, Lega e Udc. In caso di bocciatura del plenum, si passerà ai rapporti di minoranza, con una votazione eventuale tra i rapporti di Plr e Ps/Verdi. Se il vincitore, con delle convergenz­e, avrà una maggioranz­a andrà al voto popolare come controprog­etto assieme al testo conforme all’iniziativa (rapporto Dadò/Caverzasio). Se nessuno dei due la troverà, al voto popolare andrà solo il rapporto Dadò/Caverzasio.

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