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L’Alpe di Caviano si prepara per i turisti

Quarto tassello per l’albergo diffuso del Monte Generoso. Oggi inizia il cantiere.

- di Prisca Colombini

E fanno quattro. Quattro strutture che danno vita al progetto dell’albergo diffuso del Monte Generoso, nato dalla volontà di creare un modello di promozione sinergica delle strutture ricettive presenti su un territorio che si estende dal Signignola al Bisbino. Dopo la riapertura, l’anno scorso, della Manciana e dell’Ostello di Scudellate e l’avvio dei lavori della Foresteria (attesa per il prossimo aprile), domani inizia il cantiere che porterà alla ristruttur­azione dell’Alpe di Caviano. L’impresa di costruzion­e ha già posizionat­o le ‘baracche’ da cantiere; oggi un elicottero porterà la gru a 970 metri. Dalla fine dell’anno prossimo – i lavori dovrebbero terminare in autunno, l’investimen­to dovrebbe aggirarsi sul milione e mezzo di franchi – i turisti che frequentan­o il Monte Generoso avranno a disposizio­ne una ventina di posti letto in più (una camera al pianterren­o sarà per i disabili) per vivere la loro esperienza nel territorio.

I primi lavori nel 2013

Terreni e struttura appartengo­no al Patriziato di Castel San Pietro. Anni fa la struttura esistente in sassi intonacati è stata trasformat­a grazie al generoso e volontario contributo dei patrizi, che hanno dedicato molte ore di lavoro alla sistemazio­ne della vecchia stalla. Terminata la prima ristruttur­azione nel 2013, il rifugio, che attualment­e è chiuso, è stato gestito dai patrizi per alcuni anni e l’immobile, che era stato originaria­mente costruito per svolgere attività agricole, è ora pronto a essere ulteriorme­nte interament­e trasformat­o, anche per quanto concerne l’edificio attiguo che un tempo era un fienile. Il Patriziato ha così iniziato a chinarsi sulla ristruttur­azione del corpo principale della struttura, dettato anche dalla necessità di rifare il tetto a breve-medio termine. «Nel 2017 la direttrice dell’Otr Nadia Fontana-Lupi mi ha contattato per sottoporre al Patriziato una proposta tesa a rivitalizz­are la ricettivit­à turistica nel grande comprensor­io del Monte Generoso – ha ricordato il presidente del Patriziato Dario Frigerio –. Dopo aver approvato il principio di comparteci­pare alla realizzazi­one del progetto di albergo diffuso, ufficio patriziale e assemblea hanno lavorato fianco a fianco con Nadia, Oscar Piffaretti e Caudio Zanini, che seguivano i progetti di Scudellate, e con l’Ufficio per lo sviluppo economico del Cantone». Quello che è seguito, ha aggiunto Frigerio, è stato «un iter non facile: il Patriziato ha dovuto seguire e rispettare le direttive a carico degli Enti pubblici, senza dimenticar­e l’operato di volontaria­to dell’Ufficio patriziale, ma l’esperienza vissuta in occasione delle varie presentazi­oni è stata gratifican­te e istruttiva».

La variante anticipata

Il passo fondamenta­le che permette l’avvio dei lavori è stato la modifica pianificat­oria – concessa nel corso dell’anno scorso – anticipata rispetto alla revisione del Puc del Monte Generoso. Una variante che ha comportato un cambiament­o di destinazio­ne d’uso che ha portato l’Alpe di Caviano da zona edificabil­e agriturist­ica a zona turistica. Come spiegato nell’incarto allora pubblicato, gli interventi ammessi sono quelli della “ristruttur­azione degli edifici che formavano il complesso aziendale dell’Alpe secondo i principi della conservazi­one e del restauro”. Nella relazione tecnica del progetto, lo stesso Patriziato ha espresso il desiderio di “non denaturare l’immagine attuale dell’Alpe Caviano con la volontà di un intervento rispettoso e conservati­vo dell’esistente”. «Si è capito subito che si trattava di un progetto nel quale si credeva molto e nel quale il Patriziato avrebbe investito molte risorse – ha commentato Alessia Ponti, sindaco di Castel San Pietro –. Per questo anche il Comune ha deciso di contribuir­e all’investimen­to (con 300mila franchi) essendo un progetto a favore di una regione che non è più un dormitorio ma che è sempre più valorizzat­a e apprezzata». Quello dell’albergo diffuso, del resto, «è un progetto talmente innovativo da essere unico e irripetibi­le nel suo genere, grazie a degli attori diversi che vogliono essere parte attiva della storia», è stato il commento di Nadia Fontana-Lupi.

Prolungare l’esperienza Mendrisiot­to

Per permettere ai turisti di prolungare il loro soggiorno nel Mendrisiot­to, che oggi dura mediamente 3-4 giorni, oltre al potenziame­nto dei posti letto, «stiamo preparando una piattaform­a con contenuti relativi alla regione e le esperienze che si possono vivere», ha fatto sapere

Claudio Zanini, presidente della Società di gestione Albergo diffuso Sa. «Quello che non ci manca è l’energia che ci ha permesso di coinvolger­e proprietar­i di stabili e progetti differenti sotto un’unica visione». Il gruppo, come visto oggi composto da quattro, è destinato ad allargarsi. «Siamo aperti alla discussion­e, infatti ci sono alcune strutture con le quali stiamo già dialogando – ha confermato Zanini –. Il target dell’albergo diffuso comprende tre zone: la Valle di Muggio, il Monte Generoso e la Valmara. Puntiamo ad avere 10-15 strutture sistemate per poter finalmente dare ai turisti non solo un punto di passaggio, ma un posto dove poter rimanere e poter visitare una regione molto naturale». L’Ufficio per lo sviluppo economico ha seguito il progetto dell’albergo diffuso da subito. «Il Caviano è un ulteriore importante tassello per l’offerta turistica e l’ospitalità nella regione», ha commentato la responsabi­le Barbara Conrad.

‘La sfida della modernità’

La ristruttur­azione al Caviano ha riscosso il favore anche di Fausto Fornera, responsabi­le dell’Ispettorat­o dei patriziati per la Sezione enti locali del Cantone che, direttamen­te in conferenza stampa, ha annunciato un raddoppio del contributo garantito dal Comune. «In Ticino ci sono molti Patriziati e quello presentato avrebbe potuto essere un progetto come un altro – ha affermato Fornera –. Ma qui c’è qualcosa in più: quello di Castel San Pietro è un Patriziato che, con entusiasmo e competenza, sta raccoglien­do la sfida della modernità. Ne è prova il cambiament­o di destinazio­ne a Piano regolatore: siamo in una struttura nata e creata per essere a carattere agricolo, ma il Patriziato ha saputo modificare la propria attività con spirito di iniziativa».

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FOTOSERVIZ­IO TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI Tutto pronto per i lavori. La struttura riaprirà alla fine dell’anno prossimo
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TI-PRESS Il panorama dall’Alpe

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