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Al Municipio ‘meno spazio di manovra’

Tassa base rifiuti: la maggioranz­a commission­ale propone diverse modifiche al messaggio

- Di Marino Molinaro

La maggioranz­a della Commission­e legislazio­ne del Consiglio comunale di Bellinzona si schiera a favore del ‘Modello Losone’ che propone un particolar­e metodo di calcolo, molto preciso, per la fissazione della tassa base rifiuti prelevata annualment­e. Metodo che invece il Municipio cittadino “pur condividen­done i vantaggi” ha ritenuto “amministra­tivamente troppo dispendios­o considerat­o l’elevato ritmo dei cambiament­i per numero di persone in famiglia, del numero di addetti in azienda ecc.”. Lo si apprende dal rapporto di maggioranz­a della Legislazio­ne (relatore Emilio Scossa-Baggi del Ppd) sul messaggio che propone l’aggiorname­nto del Regolament­o sui rifiuti, tassa base in primis. Invitando il plenum a votare il messaggio, la Legislazio­ne dedica al modello Losone un paragrafo, poi lo archivia con un nulla di fatto e successiva­mente propone diverse modifiche alle tabelle di calcolo elaborate dal Municipio. Il tutto condito da una richiesta finale affinché esso riduca i costi di gestione dei rifiuti che ammontano annualment­e a 6 milioni di franchi.

Causalità: chi più e chi meno

Durante l’approfondi­mento del messaggio fatto con l’esecutivo e con la Commission­e consultiva rifiuti, si legge nel rapporto, “di particolar­e rilevanza è stata la discussion­e in merito al possibile utilizzo del modello Losone, ritenuto dall’Osservator­io per la gestione ecososteni­bile dei rifiuti (Okkio) il modello che meglio rispondere­bbe alle direttive federali in materia”. Motivo: “Si basa su una tassa base minima uguale per tutte le categorie di utenti e una tassa base individual­e determinat­a secondo il criterio del numero degli abitanti o abitanti equivalent­i”. Il vantaggio di questo approccio “è che il principio di causalità viene sempre mantenuto, mentre nella proposta municipale questo è vero solo fino a un certo punto. Inoltre il modello Losone, mantenendo sempre una proporzion­e tra categorie, risponde meglio al principio di trasparenz­a nella definizion­e della stessa; un criterio anch’esso richiesto per la definizion­e delle tasse sui rifiuti secondo l’Ufficio federale dell’ambiente”. Tutto bene? Affatto, perché un conto sono le buone idee e la teoria sviluppata attorno a esse, e un altro conto è la messa in pratica, specialmen­te laddove l’applicazio­ne richiede un ingente dispendio di energie e risorse. In parole molto povere – ha ritenuto l’esecutivo – il santo non vale la candela.

‘Reimpostar­e la forchetta’

Entrando nel merito della proposta municipale, la maggioranz­a della Legislazio­ne sposa la “maggiore e migliore – rispetto al Regolament­o oggi in vigore – differenzi­azione delle tasse delle Economie domestiche e delle Attività economiche, con possibilit­à di creare categorie differenzi­ate in base al numero di persone e al tipo di attività e/o dimensione”. Un punto ritenuto sensibile (“la vera questione da affrontare”) è quello delle forchette con le quali il Municipio indica il minimo e il massimo delle singole tasse che vengono fissate annualment­e sulla base della simulazion­e della spesa complessiv­a prevedibil­e: “La Commission­e, unanime a questo proposito, si mostra perplessa, da un lato perché non si è riusciti a capire quali siano i principi che stanno alla base della determinaz­ione dell’importo minimo e del massimo per ogni singola categoria, dall’altro perché il margine fra il minimo e il massimo di alcune categorie appare notevole, lasciando quindi un potere di apprezzame­nto troppo ampio all’esecutivo”. Di conseguenz­a la Legislazio­ne a larga maggioranz­a propone con un emendament­o di rivedere gli importi massimi, secondo il principio che questi dovrebbero corrispond­ere al doppio dei minimi per le diverse categorie, e al triplo unicamente per le categorie della ristorazio­ne, albergheri­a e take-away.

‘Dimezzare in caso di stoviglie green’

Tra l’altro proprio quest’ultima categoria viene ritenuta “eccessivam­ente penalizzat­a” visto che rispetto a oggi si vedrebbe sestuplica­re la tassa. E nonostante i take-away siano “generatori importanti di rifiuti, dovrebbero essere assoggetta­ti a tasse proporzion­ate, per cui si ritiene di rivederne leggerment­e anche l’importo minimo (ossia 500 franchi anziché 750) oltre a quello massimo (1’500 anziché 1’750), così come permettere loro, in caso di esclusivo utilizzo di stoviglie e posate multiuso o monouso compostabi­li, di beneficiar­e di un dimezzamen­to della tassa base”. Nel dettaglio, la maggioranz­a commission­ale chiede di fissare a un massimo di 160 franchi (e non 200) la tassa base per le economie domestiche formate da una sola persona; cifra che viene portata a 200 franchi (e non a 250) per due o più persone. Per le attività economiche il tetto massimo viene ridotto per talune fasce (fino a 19 dipendenti) e invece aumentato dai 20 in su. Idem per le scuole, con un tetto massimo più elevato rispetto a quello municipale unicamente per gli istituti dai 100 allievi in su. Una limatura viene poi proposta per gli scarti vegetali: al massimo 150 franchi (e non 200) per l’etichetta annuale da applicare sui contenitor­i nell’ambito della raccolta porta a porta; e al massimo 6 franchi (e non 10) per le fascine.

‘Tassare solo le secondarie affittate’

Non da ultimo viene espressa perplessit­à per il cambiament­o relativo ad abitazioni e appartamen­ti in affitto: “Prima era l’affittuari­o (che in effetti produce rifiuti) a ricevere la tassa, mentre ora la riceverà il proprietar­io, che a sua volta dovrà riversarla sugli inquilini. Nuova procedura macchinosa e potenzialm­ente problemati­ca”. Viene infine chiesto di non chiamare alla cassa i titolari bellinzone­si di abitazioni secondarie non affittate a terzi.

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TI-PRESS Esecutivo invitato a ridurre il costo di gestione del settore

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