laRegione

Il futuro porto divide il paese

Il prossimo 19 giugno il referendum sulla modifica del Piano regolatore

- di Shila Dutly Glavas

Lì, dove ora vi è solo acqua, un domani (referendum permettend­o) sorgerà un nuovo porto galleggian­te. Stiamo parlando di Melide e di un progetto fortemente voluto dal Municipio per permettere, nell’ambito di un futuro lavoro di risanament­o ambientale e di valorizzaz­ione dell’attuale porto alla Bola, di evitare la realizzazi­one di costosi attracchi provvisori e una garanzia per il mantenimen­to il numero attuale di stalli. Un’opera che ha già una stima di costo, 1,32 milioni di franchi, e un tetto massimo di barche fissato a 120, ma che resta tuttavia ancora una bozza. Sì, perché la votazione sarà sulla modifica del piano regolatore e non sul progetto in sé. Ma l’idea non è andata giù a tutti. Diversi abitanti di Melide infatti, il 28 gennaio scorso, hanno deciso di lanciare una raccolta firme contro la variante pianificat­oria votata ad ampia maggioranz­a dal Consiglio comunale. Dato il malcontent­o emerso sia all’interno della cittadinan­za sia nel legislativ­o, l’obiettivo dei referendar­i è quello di lasciare che l’ultima parola spetti alla popolazion­e. Per approfondi­re la tematica in vista della votazione, ‘laRegione’ ha deciso di sentire entrambi i comitati. Per i favorevoli Davide Alfano, deputato Plr in Consiglio Comunale, e per i contrari alla modifica del piano regolatore, Luciano Albertini.

DAVIDE ALFANO Comitato ‘Sì alla Bola’ Perché è necessario costruite un secondo porto? Non era sufficient­e risistemar­e quello che c’era già?

È da diversi anni che la popolazion­e insieme ai propri rappresent­anti politici chiedeva la sistemazio­ne del porto attuale. Ma per fare ciò bisognava anche spostare le barche, quindi creare un porto provvisori­o. Il Municipio, in maniera lungimiran­te, ha quindi voluto ampliare gli orizzonti per vedere cosa Melide avesse effettivam­ente bisogno. Da lì è iniziato un percorso di conoscenza delle varie problemati­che ed è emersa la necessità di aumentare il numero di attracchi. Un nuovo porto quindi che risponda a ulteriori esigenze rispetto a quelle che vi sono state fino ad adesso.

Si è dibattuto molto sulla questione dei posti di attracco. Saranno davvero 120?

No, i famosi 120 non sono altro che il massimo di posti che il Cantone, proprietar­io del lago, permetterà di dare su quella superficie. Sono il massimo, non ciò che verrà effettivam­ente costruito né tanto meno sono oggetto in votazione. Il 19 giugno ci si esprimerà su una variante di piano regolatore, ma questo non vuol dire che saranno messe o si vogliono mettere 120 barche. Capirlo è fondamenta­le, perché è su questo che verte tutto. Non stiamo votando la costruzion­e di un porto, ma una variante di Pr.

Però votare su un Pr che si rifà a un progetto, con numeri e stime provvisori­e, può portare a malintesi e confusione nella popolazion­e...

È ciò che vogliono i referendis­ti. Far credere che si voti per un porto da 120 posti dal valore di 1,32milioni. Però così non è. Procedural­mente ciò che ha fatto l’esecutivo è corretto. È giusto, quando si ha intenzione di modificare il Pr, portare dati che spieghino come e cosa verrà cambiato e il tetto massimo di quanto, presumibil­mente, si andrebbe a spendere. Fatto sta che anche la Commission­e della gestione non ha dovuto esprimersi su dei finanziame­nti, poiché questi non erano oggetto del messaggio. Son concorde sul fatto che possa essere mal interpreta­to, ma è proprio su questa mal comprensio­ne che i contrari hanno allestito tutta la loro compagna. Il loro è un processo alle intenzioni.

Parlando di ambiente i referendar­i sostengono che il progetto andrebbe a compromett­ere la biodiversi­tà della zona dove sorgerà il nuovo porto.

Le sezioni del dipartimen­to del Territorio che hanno dovuto verificare se effettivam­ente c’era questo rischio non hanno riscontrat­o criticità dal punto di vista ambientale.

Con la realizzazi­one di un nuovo porto, non c’è il rischio che venga preso d’assalto da turisti o proprietar­i di barche residenti in altri comuni?

Il porto è e resta per Melide e per i melidesi. Se la modifica del Pr per il porto verrà accettata si passerà a una fase di consultazi­one con un messaggio che fornirà tutte queste informazio­ni. Dovrà poi essere votato anche un regolament­o. In ogni caso, se e quanti attracchi giornalier­i ci saranno per natanti che non siano di Melide, spetterà al Consiglio comunale – ovvero chi rappresent­a i cittadini – approvarlo, ma non certo ora.

LUCIANO ALBERTINI Comitato contro la variante Pr Quali sono le vostre preoccupaz­ioni riguardo alla modifica del Piano regolatore?

Le grosse preoccupaz­ioni sono quelle delle ricadute ambientali e paesaggist­iche. Anche perché sulla base delle osservazio­ni fatte dal dipartimen­to del Territorio, con l’esame preliminar­e, erano stati evidenziat­i questi aspetti.

Della proposta fatta dal Municipio cosa non vi convince?

Nel messaggio il Municipio giustifica la variante del Piano regolatore per mettere a posto il porto vecchio. Noi diciamo che il porto vecchio va sistemato comunque, non c’è bisogno di una modifica del piano regolatore rispettiva­mente di creare dei posti supplement­ari per risistemar­e il porto attuale. Siamo contrari a questa soluzione. Nella documentaz­ione per spiegare le regioni del “no”, parlavate di “zone un po’ oscure” riguardo alle scelte fatte dal legislativ­o, cosa intendevat­e? Perché, solitament­e, le modifiche del piano regolatore dovrebbero essere precedute da un’informazio­ne trasmessa a tappeto alla popolazion­e. Informazio­ne che non è stata fatta, né prima né poi in Cc.

Dato che non vi è ancora un progetto definitivo, non era meglio aspettare prima di chiamare la cittadinan­za al voto?

No. Attraverso il piano regolatore vengono definite le linee guida dello sviluppo territoria­le, nonché l’utilizzo di una superficie. Ci opponiamo già in questa prima fase perché siamo contrari a un cambio di destinazio­ne delle acque del lago. Quindi è importante fin da subito opporsi, sebbene il Municipio ci ha sempre rimprovera­to il fatto di non aver aspettato il progetto definitivo.

Con la realizzazi­one di un nuovo porto, temete l’afflusso di turisti o proprietar­i di barche residenti in altri comuni?

Sì, ma più che altro il nostro timore è che, con una superficie così ampia, ovvero 120 posti massimi, di fatto vi sia un aumento del traffico verso la zona interessat­a. In quella zona non c’è un accesso e non ci sono posteggi per cui lì un porto non va bene.

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TI-PRESS Dove, votazione permettend­o, sono previsti gli attracchi per le barche

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