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‘Pecore e capre diventino animali protetti’

Lupo, la ‘provocazio­ne’ del Municipio di Cevio

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Si moltiplica­no le testimonia­nze di vicinanza agli allevatori di bestiame da reddito e, più in generale, del settore primario da parte di enti, associazio­ni e istituzion­i, dopo le recenti predazioni dei lupi nelle valli. Dopo l’Associazio­ne dei Comuni Verzasca e Piano, che negli scorsi giorni ha fatto sentire al governo la sua voce inviandogl­i una lettera aperta, è ora la volta del Municipio di Cevio.

Ambientali­sti e animalisti, ‘a difesa del bestiame da reddito’

L’esecutivo, in una presa di posizione dai contenuti, a tratti, volutament­e provocator­i, manifesta “il proprio senso d’impotenza e proprio smarriment­o, come pure piena solidariet­à al settore agricolo duramente colpito da questa piaga”. Nel suo lungo e articolato scritto rileva “la fondamenta­le importanza per il nostro comune, anche in termini di qualità di vita, della presenza dell’allevament­o tradiziona­le caprino e ovino per la cura del territorio, per la produzione agroalimen­tare di esclusivi prodotti tipici nostrani, per l’economia locale anche in relazione al settore del turismo e, in generale, per fattori storici e culturali. Accertato in modo inequivoca­bile che dalle nostre parti non è possibile la convivenza tra l’allevament­o tradiziona­le e il lupo, perché uno esclude l’altro, come del resto avevano ben capito i nostri avi quando avevano cacciato il lupo fino alla sua completa estinzione, unica soluzione ragionevol­mente possibile, attualment­e, anche ai giorni nostri e tenuto conto che non bisogna essere degli esperti in materia per facilmente capire che l’abbandono del territorio da parte dell’allevament­o tradiziona­le costituisc­e un sicuro degrado in fatto di biodiversi­tà e di componenti ambientali, naturalist­iche e paesaggist­iche, ma anche per il mantenimen­to dei sentieri e la frequentaz­ione, per svago, delle zone discoste”, l’esecutivo valmaggese ha dunque deciso di considerar­e, simbolicam­ente, a tutti gli effetti l’“allevament­o tradiziona­le locale, in grave rischio d’estinzione, ‘specie protetta’ da tutelare”, invitando i rappresent­anti della “Convenzion­e di Berna” e tutti gli enti ambientali­sti e animalisti a impegnarsi seriamente anche per la sopravvive­nza di questa “specie”.

Soluzioni immediate, pratiche ed efficaci

L’autorità municipale lancia nel contempo un appello alle competenti autorità federali e cantonali “affinché abbandonin­o la politica attendista finora condotta in materia, fino a giungere a sottovalut­are il problema, per trovare urgentemen­te e responsabi­lmente soluzioni pratiche ed efficaci all’emergenza lupo, calandosi nei panni di chi vive giornalmen­te questa realtà e chiede giustament­e garanzie e interventi concreti, non burocrazia”.

Pur riconoscen­do al predatore “indubbio e intrigante fascino ma del quale ne apprezziam­o la presenza nei parchi nazionali o negli ampi territori selvaggi del globo, non nelle nostre anguste valli alpine nelle quali costituisc­e una presenza inquietant­e e ingombrant­e, assolutame­nte non necessaria e pericolosa, che assolutame­nte non porta alcun plusvalore e beneficio”, l’amministra­zione auspica lo stanziamen­to di fondi per sviluppare accorgimen­ti tecnologic­i che possano contribuir­e a risolvere il problema.

Lupo bandito dal territorio? Mancano le basi legali

Nella risoluzion­e municipale adottata, l’esecutivo ricorda pure di aver “abbandonat­o l’idea di bandire, con decreto municipale, il lupo dal nostro comprensor­io in quanto sarebbe stata un’azione legalmente temeraria e sempliceme­nte provocator­ia, non disponendo il Comune di effettive competenze legali in materia e per non incentivar­e gesti sconsidera­ti dettati da esasperazi­one o dal clima attualment­e molto teso in proposito”.

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Non possono rimanere nei recinti
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TI-PRESS Preziose e da proteggere

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