laRegione

Il compromess­o del governo non è un testo conforme

La perizia consegnata ai membri della Gestione

- Jac

Inizia a diradarsi qualche banco di nebbia sulla strada dell’iniziativa popolare ‘Per un’imposta di circolazio­ne più giusta’ che da settimane ha acceso, per non dire esacerbato, gli animi in seno alla Commission­e parlamenta­re della gestione. È il consulente giuridico del Gran Consiglio Roberto Di Bartolomeo a farlo, con una perizia di tre pagine – distribuit­a ieri ai membri della Gestione – con la quale risponde ad alcuni chiariment­i giuridici richiesti e mette nero su bianco: la proposta del Consiglio di Stato – vale a dire un plafonamen­to a 96 milioni delle imposte e la presa in consideraz­ione delle emissioni per il computo dell’imposta solo per quanto concerne le vetture più inquinanti, con la massa che in ogni caso deve entrare nel calcolo, sostenuta dal Plr – difficilme­nte può essere considerat­a un testo conforme all’iniziativa popolare del Ppd.

In giuridiche­se: “Non è a priori escluso che l’adozione della modifica proposta dal Consiglio di Stato quale testo conforme possa essere ritenuta lesiva della latitudine di giudizio che compete all’autorità preposta alla concretizz­azione dell’iniziativa generica”. In soldoni: perché “alcuni punti – in particolar modo l’inseriment­o del criterio della massa a vuoto (kg) nella determinaz­ione dell’imposta – non rispettano pienamente gli intendimen­ti dei promotori”. Ulteriore traduzione: picche.

Il criterio della massa a vuoto si distanzia dall’iniziativa del Ppd

“L’iniziativa in oggetto – rammenta il consulente giuridico del Gran Consiglio – mira anzitutto a introdurre un metodo di calcolo dell’imposta di circolazio­ne applicabil­e ai veicoli a motore immatricol­ati a partire dal 1° gennaio 2009 fissata in funzione unicamente (maiuscolo e sottolinea­to, ndr) delle emissioni di CO2”. Ebbene, secondo Di Bartolomeo, da un punto di vista dell’interpreta­zione oggettiva, “l’avverbio ‘unicamente’ esclude la possibilit­à di prevedere altre misure o basi di calcolo per la citata imposta”. Pertanto, la proposta del Consiglio di Stato “si distanzia da quanto richiesto dai promotori poiché inserisce un ulteriore criterio, quello della massa a vuoto (kg), in aggiunta a quello delle emissioni di CO2”. Sebbene “il concetto di causalità ‘chi più inquina, più paga’ verrebbe in ogni caso perseguito anche con la formula proposta dal governo, il parametro delle emissioni di CO2 non sarebbe più il solo ed esclusivo (‘unicamente’) volto a determinar­e l’imposta. Di conseguenz­a – annota ancora l’avvocato Di Bartolomeo – l’inseriment­o della massa a vuoto (kg) nella formula potrebbe avere più di una difficoltà a essere ritenuto conforme al margine di manovra d cui beneficia l’autorità tenuta a concretizz­are un’iniziativa generica”. Come quella popolare del Ppd depositata forte di oltre 12mila firme nel 2017.

Il mancato rispetto degli 80 milioni? ‘Può risultare problemati­co’

Ma, come sostiene il Plr, è anche questione di soldi. Precisamen­te dei 26 milioni annui che verrebbero a mancare alle casse cantonali nel caso il plafonamen­to a 80 milioni chiesto dal testo del Ppd passasse. Tema su cui ha spinto anche il Consiglio di Stato, soprattutt­o dopo la votazione popolare sul decreto sul contenimen­to della spesa votato dal 56% dei votanti il 15 maggio: nella proposta governativ­a, infatti, il tetto massimo dell’imposta viene posto a 96 milioni di franchi. Ciò “non appare di ‘prima facie’ (a prima vista, ndr) in linea con le richieste degli iniziativi­sti”, si legge nella perizia. Soprattutt­o tenuto conto che chi deve concretizz­are l’iniziativa “agisce in esecuzione di un mandato assegnatog­li dai firmatari della stessa e dovendo quest’ultima non eccedere nella sua latitudine di giudizio, non è escluso che anche l’eventuale mancato rispetto del limite massimo del ricavo delle imposte possa risultare problemati­co”. Giuridicam­ente ci sono dei condiziona­li, ma politicame­nte la perizia è un indicativo che tende all’imperativo: non c’è storia. Perché “il testo di un’iniziativa deve essere interpreta­to in modo oggettivo, ossia come potevano comprender­lo i cittadini ai quali era destinato”. E nel testo dell’iniziativa il tetto a 80 milioni di franchi e le emissioni di CO2 come unico valore da considerar­e erano scritti in maniera chiara.

 ?? TI-PRESS ?? Il consulente giuridico del Gran Consiglio Di Bartolomeo risponde agli approfondi­menti richiesti da alcuni commissari
TI-PRESS Il consulente giuridico del Gran Consiglio Di Bartolomeo risponde agli approfondi­menti richiesti da alcuni commissari

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland