laRegione

Il rifugio degli animali 3.0

La struttura ora più funzionale e confacente alle necessità, anche del personale volontario

- Di Giorgia Mossi

Le persone che decidono di accogliere fra le mura domestiche uno o più animali da compagnia sono sempre più numerose: la popolazion­e canina del Ticino, circa 33mila esemplari, rende il nostro cantone uno dei più accomodant­i a livello nazionale. Una cifra ulteriorme­nte accresciut­a dalla pandemia, tant’è che la media annuale è raddoppiat­a. L’adozione, in alcuni casi, è però un’azione compulsiva, fatta senza riflettere; si verifica così un’impennata di abbandoni, cessioni e maltrattam­enti anche a causa delle importazio­ni illegali. Un problema all’ordine del giorno anche in Svizzera, dove il benessere dell’animale è tutelato dalla Costituzio­ne. L’accudiment­o dei ‘senzatetto’ è in parte compensato dalla presenza della Società protezione animali di Bellinzona, ieri fiera di presentare ai media e alle autorità comunali e cantonali la completa ristruttur­azione del rifugio di Gorduno.

L’intenzione era di realizzare una struttura «confortevo­le e moderna, confacente alle esigenze degli animali – ha illustrato l’architetto Guido Rè –. Il lavori hanno permesso di garantire una maggiore protezione da possibili esondazion­i del fiume Ticino, il sedime è tuttora in zona rossa, e risanare il sistema energetico». Anche l’immagine della società è stata ammodernat­a con una nuova forma grafica, sempre con la caratteris­tica mano che offrire rifugio all’animale.

I 13mila soci permettono alla Spab di essere una realtà consolidat­a: «La passione e l’amore dei volontari tuttavia non è sufficient­e a supplire alla mole di lavoro – ha puntualizz­ato il presidente Emanuele Besomi, il quale ha rivolto il suo personale ringraziam­ento alla mamma Ebe per trent’anni di operativit­à mai alle luci della ribalta –. Il repentino abbandono delle altre protezioni animali attive sul territorio – ha continuato Besomi – hanno fatto sì che, in sostanza, oggi ancora poche riescono ad assicurare un servizio di picchetto sempre pronto a intervenir­e. Di fatto la Spab si occupa di tutto il Cantone tranne il Locarnese, ma la difficoltà nel reperire nuova manodopera mina la nostra efficienza». L’anno scorso le operazioni di soccorso hanno sfiorato le seicento chiamate, mentre i veicoli rossi hanno percorso più di 200mila chilometri. Il motore pulsante del rifugio spera quindi in «una maggiore presa di coscienza della politica locale. Nonostante le molte difficoltà, il Comitato rimane fiducioso e pensa già a quali migliorie apportare per rendere l’impianto ancor più profession­ale: entro fine anno è ipotizzabi­le l’assunzione del primo dipendente ufficiale della Spab; e poi in futuro il nostro obiettivo è di allestire un centro di competenza regionale che si svilupperà su due piani, ognuno di 800m², composto da alcuni moduli adattabili a seconda delle necessità». Una struttura 4.0 non così lontana dall’essere realizzata, come conferma il vicesindac­o di Bellinzona Simone Gianini. «La variante del Piano regolatore non ha incontrato opposizion­i quindi è in fase conclusiva. Il sedime verrà dedicato alle attrezzatu­re e agli edifici pubblici della Spab su un periodo non più precario, ma definitivo». Dal canto suo il consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa ha ribadito l’importanza della società quale entità fortemente ancorata al territorio e annunciato la volontà di istituire un gruppo di lavoro, capace di effettuare una radiografi­a della situazione attuale in modo da rafforzare e consolidar­e la buona collaboraz­ione già in corso.

Una crescita senza sosta

A inizio anni 50 i cani rinvenuti senza proprietar­io su suolo comunale erano soliti a essere legati alla ruota del cannone situato nella corte interna del Municipio di Bellinzona dall’allora accalappia­cani detto il ‘Bobina ciapacan’. A pochi giorni dalla sua cattura, il randagio non ritirato dal legittimo padrone veniva freddato da un colpo di pistola così da permettere all’improvvisa­to canile di accogliere il prossimo ospite. La fondazione del Comitato della Protezione animali permise quindi di collocare i quattro zampe rimasti senza rifugio sotto il balcone dell’allora presidente Alberto Imperatori, levandoli di fatto dai metodi sbrigativi del ‘Bobina’. La necessità di un canile comunale è poi emersa impellente: Armando Besomi si incaricò di intensific­are le relazioni con l’Esecutivo locale in modo da individuar­e un sedime adatto, da cui prese ascesa la Protezione animali di Bellinzona. Il primo, un pollaio in zona Benedetta, non era più sufficient­e a rispondere alla crescente presenza di ‘trovatelli’ e così il responsabi­le degli stabili comunali Giuseppe Gervasoni identificò una nuova location nei pressi dello stand di tiro di Gnosca. Risolte le opposizion­i del Comune (unitamente a quello di Gorduno) dal Tribunale federale, il 2 dicembre 1983 ecco la consegna ufficiale delle chiavi del ‘cantiere navale dell’Arca di Armando’. La precarietà della struttura indusse la signora Marie Luise Erlenmeyer di Basilea, in Ticino per adottare due cani, a donare un milione di franchi a favore della ristruttur­azione e dell’ampliament­o. Dopo un trentennio il rifugio necessitav­a tuttavia ancora di un ammodernam­ento radicale, poiché non più confacente agli standard richiesti. Il credito di 1,2 milioni di franchi, di cui il 10% coperto dalle donazioni della ditta Antonini e Ghidossi e della Fondazione Fritz Cesar, ha permesso nel dicembre del 2019 l’inizio dei lavori. A circa quarant’anni dalla sua nascita il rifugio di Gorduno è il centro di cura per animali domestici, selvatici e da reddito più grande del cantone e tra i più importanti a livello nazionale. Oggi e domani (dalle 10.30 alle 17) sono in programma due giornate di porte aperte per la popolazion­e.

 ?? TI-PRESS/GIANINAZZI ?? Alcuni ospiti in attesa di essere adottati
TI-PRESS/GIANINAZZI Alcuni ospiti in attesa di essere adottati
 ?? TI-PRESS/GIANINAZZI ?? Besomi entusiasta della nuova struttura
TI-PRESS/GIANINAZZI Besomi entusiasta della nuova struttura

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland