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Doppietta Red Bull, Ferrari ancora ko

Nel Gp dell’Azerbaigia­n la vittoria va a Max Verstappen davanti a Sergio Perez

- Di Paolo Spalluto

Sono tre weekend di gara che lo sfortunato Charles Leclerc dimostra il suo valore nelle qualifiche ufficiali andando poi male, se non malissimo, in corsa. Ora è chiaro che il Mondiale 2022 sarà con buona probabilit­à un affare Red Bull e che il duo Verstappen Perez sia oggi meglio assortito di quello Leclerc Sainz. In realtà, a livello di piloti le differenze non sono così abissali, ma le due monoposto della Red Bull sono due macchine perfette che, perlomeno in gara, sono imbattibil­i.

Ha vinto Verstappen, prima guida del team, secondo Perez che palesement­e deve seguire ordini di scuderia che poco gli piacciono, ma che Marko impartisce senza remora alcuna, al contrario del placido Binotto. Terzo Russell e quarto Hamilton, uscito a pezzi, ma contento di un risultato che la Rossa ha regalato su un piatto d’argento alle Mercedes. Sì, perché la notizia è che sui sei propulsori in gara con il logo del cavallino, se ne sono rotti ben quattro. La risposta ufficiale è che avendo voluto spremere potenza sono divenuti meno affidabili. Ecco, per qualsiasi appassiona­to leggere un comunicato di questo tipo fa sempliceme­nte sorridere, perché chiunque sa quali siano i rischi. È molto facile sputare sentenze e anche essere smentiti la domenica successiva, ma questa Ferrari che ha fatto sognare all’inizio del Mondiale, diventando poi un mezzo incubo, deve farsi esami di coscienza molto importanti. E risolutivi. Hamilton è sceso a fatica dalla sua monoposto. Wolff si è scusato con lui per il difetto del saltellame­nto che ha letteralme­nte afflitto il caraibico più di Russell. Quest’ultimo continua a dire che non si può pensare di correre così ancora tre anni. Effettivam­ente, il disegno aerodinami­co della Mercedes-Benz la rende la più esposta del lotto a questo micidiale porpoising che lavora su collo e colonna vertebrale del pilota. Lewis ha ammesso che si è trattato della gara, almeno per lui, più dura dell’intera carriera. Notevole, però, il risultato del team che fa anche salire Russell nella classifica piloti. Rivelazion­e confermata senza dubbio alcuno.

Il percorso di Baku è divertente, in un’alternanza di misto veloce e stretto e lunghi rettifili ove il Drs può dare vantaggi. Molte le pizzicate ai bordi della pista e le staccate al limite con conseguent­i dritti. Essi avvengono perché il livello di calore dei dischi carboceram­ici (oltre 1’000 gradi) li rendono gommosi e dunque inefficaci.

Poche le situazioni divertenti in un circuito cittadino, solo due brevi Virtual Safety Car in azione: durante la prima delle due, Ferrari da Maranello ha intelligen­temente ordinato a Leclerc di montare le dure con poca perdita di tempo per la percorrenz­a della corsia box. Scelta che sino alla rottura del propulsore gli aveva garantito un confortevo­le primo posto. Oramai, il livello dei team è chiaro: Red Bull domina, Ferrari insegue, ma è anche l’unica che possa dare fastidio, poi gli altri. Ieri tra questi altri è mancata la nostra Sauber. Quella di Zhou bloccata per problemi dell’unità motrice Ferrari, quella di Bottas purtroppo mai davvero protagonis­ta. Il finlandese con schiettezz­a ha detto che proprio la Sauber ieri non andasse per nulla.

Profezia di Marko nel dopo gara: non abbiamo paura della Ferrari, anche perché Leclerc prenderà penalità dovendo cambiare molti propulsori nel corso della stagione. La sua visione è di una debolezza struttural­e che porta il team di Maranello a prestazion­i che fanno sognare sul giro secco, ma poi non possono tenere il medesimo passo in gara.

Ci bastano pochi giorni per sapere se abbia ragione o meno. Il weekend prossimo si torna in pista, a Montreal, Canada.

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KEYSTONE Number one

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