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Proposta stroncata dalle due minoranze

Nuovo regolament­o, VerdiMps-Fa chiedono di respingerl­o: ‘Violato il principio chi più inquina più paga’. Lega e Udc propongono tetti massimi più bassi.

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Fare pressione sul Consiglio di Stato affinché consenta ai Comuni di aumentare il prezzo del sacco applicando così il principio secondo cui ‘chi più inquina, più paga’. E ridurre la spesa di gestione e smaltiment­o rifiuti eliminando la disparità di trattament­o fra quartieri, laddove solo in taluni si raccolgono porta a porta la carta e il verde. Sono le due richieste di fondo che rispettiva­mente Verdi/Mps/Fa e Lega/Udc fanno in due distinti rapporti di minoranza della Commission­e legislazio­ne in vista della seduta di Consiglio comunale chiamato fra una settimana a votare la modifica del Regolament­o comunale sui rifiuti proposta dal Municipio. Il quale chiede di alzare il prelievo in tutte le categorie di utenti per raggiunger­e la copertura integrale dei costi oggi ferma al 69%. Anche la maggioranz­a commission­ale, ricordiamo, propone modifiche puntuali senza però intaccare l’ossatura dell’aggiorname­nto.

‘Semmai aumentare la tassa sul sacco’

Il relatore dei Verdi/Mps/Fa Ronald David invita il plenum a respingere il messaggio perché “il terreno sul quale agire per la copertura dei costi è un altro: adeguare la tassa sul sacco cantonale. Il Municipio potrebbe promuovere un’iniziativa dei Comuni per risolvere la questione facendo pressione sul governo. Fino a quel momento è preferibil­e dunque lo status quo, evitando di caricare ‘ad annaffiato­io’ una tassa base sproposita­ta che colpisce particolar­mente i ceti popolari e non centra l’obiettivo d’incitare a ridurre i quantitati­vi di rifiuti e premiare i comportame­nti virtuosi”. Un’eventuale iniziativa dei Comuni andrebbe peraltro a rafforzare l’iniziativa parlamenta­re con la quale la granconsig­liera Ppd Maddalena Ermotti-Lepori chiede di lasciar decidere ai Comuni la tassa sul sacco, mentre oggi è il CdS a fissare annualment­e la forchetta minimo-massimo. Una forchetta ritenuta da più parti troppo bassa e che obbliga perciò i Comuni ad aumentare la tassa base applicando così solo in parte, o affatto, il principio ‘chi più inquina, più paga’. Verò è – premette tuttavia David – che il messaggio “contiene dei migliorame­nti rispetto a oggi soddisface­ndo la legittima richiesta di differenzi­are la tassa base, affinché rispecchi maggiormen­te la tipologia di attività commercial­e e la relativa produzione di rifiuti, con relativi costi. Tuttavia la copertura dei costi attraverso la tassa base, che per sua natura non è una tassa causale e non premia i comportame­nti virtuosi, risulta in chiaro contrasto col principio, sancito a livello federale, di ‘chi inquina paga’. Il problema principale risiede in effetti nell’importo massimo, di gran lunga troppo basso, della tassa sul sacco”. Il Municipio ne è cosciente e lo ha rimarcato “sia nel messaggio e sia, ma senza grande convinzion­e, nell’audizione commission­ale. Perché dunque – chiede David – allinearsi all’obbligo legale di copertura dei costi come previsto dal modello contabile Mca2, se per farlo occorre derogare a un principio previsto dalla legislazio­ne federale? D’altro canto, altri Comuni non si sono ancora allineati a quanto previsto dall’Mca2, senza subire con ciò particolar­i conseguenz­e per la loro eventuale inadempien­za, in quanto il Cantone stesso è consapevol­e della difficoltà di raggiunger­e lo scopo senza agire sulla tassa sul sacco cantonale”.

Grande distribuzi­one ed eventi

Quanto al fatto di aumentare la tassa a carico delle economie domestiche, “in un periodo storico contraddis­tinto da pandemia, recessione e inflazione, non è quanto ci si attende da un ente pubblico responsabi­le”. Qui s’inseriscon­o i due emendament­i Verdi/Mps/Fa che chiedono di esonerare dal pagamento i beneficiar­i di prestazion­i complement­ari e Laps e d’introdurre nel regolament­o la categoria della grande distribuzi­one, altrimenti “non responsabi­lizzata a ridurre imballaggi, confezioni e rifiuti”. Inoltre l’estensione delle forchette, fra minimo e massimo, “risulta sproposita­ta e attribuisc­e all’Esecutivo una ‘delega di fatto’ che è arbitraria e impedisce al Cc di esprimersi su un tema tanto sensibile”. Come evidenziat­o anche dalla maggioranz­a commission­ale, “mal si comprende come l’ampiezza delle forchette possa giustifica­rsi”. Criticata infine l’assenza di regole per le manifestaz­ioni (“vige l’anarchia”) e meglio di un utilizzo obbligator­io di stoviglie riciclabil­i o riutilizza­bili: “In tal senso una mozione è pendente da anni, ma il Municipio non ha ancora emesso le osservazio­ni preliminar­i. Segno evidente della mancanza di volontà di affrontare questo importante tema”.

‘Scelta la soluzione più facile’

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda l’altro rapporto di minoranza (relatore Manuel Donati Lega/Udc) che critica il Municipio per aver “proposto la soluzione più comoda a sé, aumentando i costi a carico del cittadino anziché valutare soluzioni operative più economiche e alternativ­e”. Proporre per il single una tassa appena inferiore a quella delle famiglie “non è coerente con la politica messa in atto dal Cantone in cui si sottolinea chiarament­e che più s’inquina, più si paga”. Ciò che non collima con la visione dell’altro rapporto di minoranza, secondo cui il Cantone tenendo basso il prezzo del sacco non persegue l’obiettivo. A ogni modo Lega e Udc invitano il plenum ad approvare il messaggio con alcuni emendament­i: il primo chiede che non siano assoggetta­te alla tassa sulle residenze secondarie le persone fisiche e giuridiche già residenti o aventi sede nel Comune. Per le persone fisiche, chiede di ridurre l’importo massimo nella forchetta prevedendo 115 franchi per i single (e non 200 come fa il Municipio o 160 la maggioranz­a commission­ale) e aggiungere 20 franchi per ogni membro. Pure sollecitat­a una riduzione del tetto massimo per le varie classi di attività economiche; idem per la ristorazio­ne e l’albergheri­a; tetto massimo da aumentare invece per le scuole con più di cento allievi. Per gli scarti vegetali si chiede di cancellare la raccolta porta a porta dove ancora esiste e di riservare la possibilit­à di consegnarl­i nelle piazze di raccolta unicamente alle economie domestiche, mentre le ditte del settore sarebbero indirizzat­e verso impianti di compostagg­io. Le modifiche proposte poggiano sulla convinzion­e che il Municipio abbia agito, specialmen­te per le persone fisiche, “in maniera troppo superficia­le e sbrigativa, senza realmente fare le doverose riflession­i”. Caldeggiat­a inoltre una riduzione dei costi, evitando disparità di trattament­o fra quartieri: “Bellinzona e Giubiasco benefician­o di servizi di favore rispetto ad altri quartieri, questo perché prima dell’aggregazio­ne i medesimi servizi erano già garantiti”. MA.MO.

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TI-PRESS Lunedì prossimo è prevista la decisione del Consiglio comunale

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