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Il suolo, un bene raro

- di Elena Strozzi, responsabi­le Iniziativa paesaggio

Il suolo è un bene raro, indispensa­bile alla vita – per il benessere, per l’alimentazi­one, per la natura. Il suolo deve essere protetto e utilizzato con parsimonia.

Settimana scorsa il Consiglio degli Stati ha iniziato a discutere della revisione della legge sulla pianificaz­ione territoria­le e dell’Iniziativa paesaggio. La discussion­e proseguirà questo giovedì. Una discussion­e tecnica, ma importante perché ne va della «faccia» del nostro territorio. La legge attuale contiene sì delle belle parole, tipo «proteggere le basi naturali della vita, come il suolo, l’aria, l’acqua, il bosco e il paesaggio» ma la stessa legge contiene pure una lista infinita di eccezioni che hanno permesso negli ultimi anni fuori zone edificabil­i a una quantità sproporzio­nata di edifici di vedere la luce. In Svizzera, ogni anno, più di duemila nuovi stabili sono costruiti fuori zona. Strano perché in questa famosa legge si trova pure uno dei principi sacrosanti della pianificaz­ione territoria­le che è quello di utilizzare il suolo con misura e di separare i comprensor­i edificabil­i da quelli non edificabil­i. Concretame­nte: costruiamo nei centri abitati, lasciamo libere le nostre campagne. Quasi superfluo aggiungere che per ogni stabile, una marea di infrastrut­ture devono pure essere realizzate. Contribuen­do ulteriorme­nte alla scomparsa del suolo sotto il cemento.

Se da una parte la Camera alta ha introdotto nella legge gli obiettivi di stabilizza­re la quantità di edifici esistenti fuori delle zone edificabil­i e di bloccare l’impermeabi­lizzazione del suolo, ancora una volta dei buoni propositi voluti anche dall’Iniziativa paesaggio, dall’altra parte sta nuovamente introducen­do nella legge delle eccezioni insostenib­ili per il nostro paesaggio. Giovedì scorso a Berna, nella sala dei nostri senatori, sembrava di essere in un mercato dei desideri! Tutti d’accordo sul fatto di limitare la cementific­azione del suolo, tutti d’accordo a proteggere il paesaggio, ma quando si arriva nei dettagli della legge, ognuno a difendere i propri interessi e chiedere ulteriori eccezioni: chi per il turismo, chi per le cave di ghiaia, chi per trasformar­e rustici senza nessuna contropart­e (e sì che qui il Ticino può veramente portare il buon esempio a Berna), chi per l’agricoltur­a industrial­e, chi per l’abbattimen­to e allargamen­to smisurato di vecchi stabili protetti… Questo si chiama far politica. Questo giovedì le senatrici e i senatori continuera­nno la loro discussion­e. A dipendenza di come la legge uscirà dalla loro sala, speriamo che il Consiglio nazionale sia più coerente nelle sue decisioni e limiterà nuovamente queste eccezioni al fine di arrivare a una legge che non solo preveda degli obiettivi sostenibil­i, ma che metta a disposizio­ne gli strumenti necessari per raggiunger­li. Per il bene del nostro suolo, del nostro paesaggio e della nostra biodiversi­tà.

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