laRegione

Riforma Avs21, ‘un vero furto di 1’200 franchi alle donne’

Lanciata la campagna che invita a votare ‘no’ alle urne

- Di Cristina Pinho

In futuro, nel portafogli­o delle donne in Svizzera, potrebbe esserci una nuova banconota. Viola, con l’immagine di Helvetia e l’importo di “-1’200” franchi, avrebbe l’effetto di alleggerir­ne il già esiguo peso specifico. È una banconota simbolica, ma che rappresent­a quanto concretame­nte verrebbe a mancare ogni anno alle donne a livello di rendite se il prossimo 25 settembre venisse approvata alle urne la riforma Avs21 che ne intende alzare l’età pensionist­ica da 64 a 65 anni. Nell’annuale giornata di mobilitazi­one nata col grande sciopero femminista nazionale del 14 giugno 2019 – ieri a Berna sono scese in piazza 10mila persone –, l’Unione sindacale svizzera (Uss) sezione Ticino e la rete ‘Nateil14gi­ugno’, hanno lanciato la campagna contro la riforma decisa dal parlamento federale per risanare l’Avs. Come indicato dietro alle banconote-volantino distribuit­e ai passanti, la prima argomentaz­ione per votare ‘no’ è il fatto che si risparmier­ebbero sulle spalle delle donne quasi 7 miliardi di franchi, sebbene le loro pensioni siano già oggi inferiori di un terzo rispetto a quelle degli uomini. «Per giustifica­re questo progetto c’è chi si è appellato senza vergogna ai concetti di uguaglianz­a e parità, come se colpire la parte della popolazion­e che è già struttural­mente discrimina­ta avesse qualcosa a che fare con questi valori» ha recriminat­o la sindacalis­ta di Unia Chiara Landi durante la conferenza stampa. Cifre alla mano, Landi ha evidenziat­o come per uguale tempo di lavoro, le donne in Svizzera guadagnino 100 miliardi di franchi in meno all’anno rispetto agli uomini, compiano lavori non retribuiti per un valore di 248 miliardi e dedichino un miliardo di ore alla cura dei bambini senza nessun compenso. Per i promotori della campagna, l’aumento dell’età pensionabi­le femminile sarebbe inoltre solo il primo passo verso un futuro incremento generalizz­ato, in quanto “il finanziame­nto supplement­are non sarà sufficient­e per garantire sul lungo termine la stabilità del principale pilastro pensionist­ico. E la mancanza di un finanziame­nto solido condurrà inevitabil­mente a una nuova riforma tra pochi anni”. «Lavorare fino alla tomba? No grazie» ha tuonato Françoise

Gehring, segretaria sindacale Sev, che ha messo l’accento sul fatto che solo la metà della popolazion­e oggi eserciti un’attività lavorativa un anno prima dell’età pensionabi­le: «Più si va in là con gli anni, più il mercato del lavoro tende a espellere brutalment­e i lavoratori. Disoccupaz­ione e assistenza sociale sono le spiagge su cui si arenano le persone che vivono già nel precariato, e con questa riforma lo sarebbero ancora di più». Ecco perché Avs21 «è una fregatura sia per le donne che per gli uomini», ha ammonito Gehring, invitando a combatterl­a trasversal­mente. Di «amara realtà che mostra l’ineguale distribuzi­one delle opportunit­à» ha dal canto suo parlato Lorena

Gianolli, sindacalis­ta Vpod, riferendos­i al divario pensionist­ico. «Nei settori profession­ali a predominan­za femminile le rendite del secondo pilastro variano tra i 500 e gli 800 franchi. La maggior parte delle donne fa un lavoro faticoso, spesso a tempo parziale e mal retribuito, come le pulizie, la vendita, l’assistenza sanitaria». Di conseguenz­a «il lavoro di molte donne oggi porta a pensioni indegnamen­te basse che non possono essere ancora diminuite. Sarebbe un vero furto». Come, allora, finanziare solidament­e l’Avs, che secondo i promotori della campagna “non solo va preservata, ma anche rafforzata”? Diverse le soluzioni avanzate: “Attraverso la parità salariale che permettere­bbe un aumento dei contributi alle casse federali”, ma anche, per esempio, “con un aumento contenuto dei tassi di contribuzi­one o con un maggior contributo della Confederaz­ione grazie agli utili della Banca Nazionale o a una tassa sui dividendi”.

Contro la violenza di genere

Pure ‘Ocst donna-lavoro’ ha organizzat­o un volantinag­gio, invitando a respingere “con decisione” la riforma Avs21 che “non è né equa, né risolutiva dei problemi finanziari del nostro primo pilastro pensionist­ico”. Mentre il collettivo ‘Io l’8 ogni giorno’ con un’azione in piazza ha ribadito la necessità di cambiare radicalmen­te rotta nel combattere la violenza di genere, chiedendo in particolar­e di attivare un numero unico di emergenza, sempre attivo e gestito da profession­iste, “per ascoltare, aiutare e indirizzar­e le donne verso servizi di protezione adeguati”.

 ?? ?? Alternativ­e per finanziare il primo pilastro senza aumentare l’età pensionabi­le? ‘Sì, a partire dalla parità salariale’
Alternativ­e per finanziare il primo pilastro senza aumentare l’età pensionabi­le? ‘Sì, a partire dalla parità salariale’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland