laRegione

‘Scriviamo nella legge l’obbligo di applicazio­ne per i distaccati’

Così il Consiglio di Stato dopo il no alla mozione Abate

- Jac

Detto, fatto. Bocciata martedì dal Consiglio degli Stati, e definitiva­mente, la mozione dell’ex ‘senatore’ Fabio Abate che chiedeva che i datori di lavoro esteri fossero tenuti a rispettare i salari minimi cantonali per i distaccati in Svizzera, il governo ticinese imprime un cambio di passo. Annunciato sempre martedì a ‘laRegione’ dal direttore del Dipartimen­to finanze ed economia Christian Vitta, mercoledì il Consiglio di Stato ha licenziato un messaggio con il quale – in risposta a un’iniziativa parlamenta­re elaborata di Ivo Durisch (Ps) – propone al Gran Consiglio una modifica non da poco.

“A scanso di ogni equivoco”, si legge nel rapporto governativ­o, la proposta è quella di concretizz­are nella Legge sul salario minimo quanto già definito nel Regolament­o, ovvero “modificare l’articolo 2 capoverso 1 della Legge per estendere il campo d’applicazio­ne a tutte le persone che lavorano sul territorio cantonale”.

Una modifica, rileva a ‘laRegione’ il direttore del Dfe Christian Vitta, «che ha lo scopo di dare un po’ più di solidità a questo principio. Chiarament­e avremmo preferito fosse adottato a livello federale perché avrebbe dato ancora più forza e uniformità di applicazio­ne in Svizzera, ma con questa nostra decisione che accoglie la richiesta di Durisch si avrà la possibilit­à di sottoporre alla legge tutti i rapporti di lavoro, interinali compresi». Insomma, prosegue Vitta, «sicurament­e abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilit­à sfruttando il margine che avevamo a livello cantonale. Sperando che regga». Soddisfatt­o è anche il capogruppo socialista Ivo

Durisch che da noi raggiunto commenta che «benché penso e spero che la presa di coscienza sia precedente alla bocciatura agli Stati di questa mozione» adesso «c’è un atto chiaro e formale che tutela il salario minimo e tutti i lavoratori, perché questa del mancato assoggetta­mento a norma di legge dei distaccati era una maglia troppo larga per il tessuto economico del nostro Cantone». È soddisfatt­o ma rilancia, Durisch. Perché «per noi il problema resta sempre il montante di questo salario minimo, che è insufficie­nte, e vogliamo aumentarlo a 21,50 franchi orari per tutti con la nostra iniziativa popolare». Ma nel frattempo, l’auspicio del capogruppo del Ps è che «siccome avremo il 3% di inflazione, che andrà a erodere quanto siamo riusciti a ottenere in più di salario minimo rispetto alla proposta governativ­a, mi aspetto una chiara posizione dal governo stesso applicando questo rincaro ai salari: su un montante di 20 franchi orari si andranno a perdere 70 centesimi di inflazione».

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TI-PRESS Vitta: ‘Così l’impianto è più solido’

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