laRegione

Casa, dolce casa

- di Elda Pianezzi, scrittrice

La città di Zurigo non è mai stata più popolosa: dopo un decennio di crescita, ha finalmente superato il record registrato nel 1962 e a fine maggio ha raggiunto quota 440’181 abitanti. Secondo le statistich­e a questo risultato si sarebbe già dovuti arrivare alla fine del 2020, ma con la pandemia c’è stato un rallentame­nto che ora, grazie all’arrivo dei profughi ucraini (che rientrano nella statistica ufficiale) è stato recuperato. Di tutti i cittadini registrati circa un terzo sono stranieri, la maggior parte provenient­i dalla Germania, dall’Italia e dalla Penisola iberica. La quota di stranieri è sempre stata oscillante: se nel 1912, con il boom industrial­e, raggiunse un massimo del 34,2%, nel 1945 era solo del 6,8%, mentre oggigiorno in città sono 140’000 le persone senza passaporto svizzero. Definita una meta attraente grazie alle ottime possibilit­à di lavoro e all’alta qualità di vita, dagli anni Novanta Zurigo attira non solo profession­isti, ma anche famiglie. Si calcola che entro il 2040 la popolazion­e raggiunger­à il mezzo milione.

Poiché in centro non vi è quasi più spazio, al momento si sta costruendo soprattutt­o attorno a Escher-Wyss e nei quartieri periferici di Hirzenbach e Schwamendi­ngen. Purtroppo questo successo ha anche un lato oscuro: i prezzi degli immobili e degli affitti alle stelle e in continua crescita. Secondo Christian Schmid, ricercator­e e professore di Sociologia al Politecnic­o di Zurigo, abitare in città diventerà sempre più caro, cosa che alla fine porterà all’esclusione di una parte dei cittadini, la più povera, ma anche la più dinamica. Se non si vuole trasformar­e la città in un monotono ghetto per ricchi bisogna agire prima che sia troppo tardi. E se per mantenere i prezzi accessibil­i non vi è un numero sufficient­e di immobili della città né di cooperativ­e d’abitazione a canone moderato, perché non imporre allora un tetto massimo? Può sembrare un’esagerazio­ne, ma anche la situazione attuale lo è e sta diventando intollerab­ile. Basta fare un esempio: dieci anni fa, quando l’abbiamo preso in affitto dopo il rinnovo dell’intero palazzo, il nostro attuale appartamen­to di 4 locali e mezzo costava poco più di 2’500 franchi; con l’abbassamen­to dei tassi ipotecari l’affitto nel frattempo è sceso (grazie all’intervento dell’associazio­ne degli inquilini) a 2’351 franchi. Accanto a noi vi è un 3 locali e mezzo che si sta liberando poiché la giovane famiglia che lo occupava sta traslocand­o in periferia, per avere più spazio. Incontro il padre, che mi racconta che i nuovi inquilini pagheranno 400 franchi in più di loro, e cioè 2’700 franchi. Quindi anche più di noi, che stiamo in un appartamen­to più grande! Com’è possibile? Facile: ai padroni è bastato sfruttare tre cambi di inquilini per aumentare ogni volta l’affitto senza concedere mai le diminuzion­i

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