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Lista rossoverde, sì unanime a trattare

Dopo i Verdi anche il Ps dà il via libera per intavolare le discussion­i a creare un’alleanza per il governo. Ma si prospetta battaglia sulla composizio­ne.

- Di Cristina Pinho

Il progetto “ecosociali­sta” a cui sembra aspirare gran parte della sinistra ticinese ha ora il nullaosta per iniziare a concretizz­arsi. Dopo quello degli ecologisti, arriva all’unanimità il sì del comitato socialista per dare mandato alla Direzione di trattare prioritari­amente con i Verdi per una lista progressis­ta unitaria da presentare alle elezioni cantonali del prossimo aprile per il Consiglio di Stato e, in caso di successo, aprire le trattative ad altri attori dell’area. Dal parlamenti­no riunitosi ieri a Bellinzona non sono però mancate alcune voci che hanno avanzato delle perplessit­à e messo in guardia da quelli che potrebbero essere degli attacchi nei confronti del Partito socialista. Divisioni dunque non sul principio di trattare, ma sulla composizio­ne dell’eventuale lista unica. Amalia Mirante, ad esempio, ha voluto sottolinea­re tre punti per lei imprescind­ibili. Primo: «È la base che deve decidere, per questo sostengo l’idea di una conferenza cantonale dopo l’estate». Secondo: «I Verdi hanno chiesto di correre alla pari, ma il nostro partito a sinistra porta 4 voti su 5. Bisogna tenerne conto con le armi spuntate». Terzo: «I Verdi hanno posto come condizione anche che il nostro consiglier­e di Stato non si ricandidi. Ma i candidati del Ps li devono scegliere esclusivam­ente i membri del Ps». E proprio il consiglier­e di Stato Manuele Bertoli è intervenut­o nella discussion­e su come salvaguard­are il peso del partito, portando una posizione opposta: «Avere più candidati socialisti potrebbe essere un problema se poi entrano in competizio­ne fra loro. Non è perché siamo più forti elettoralm­ente che è meglio occupare più posti in lista». Insomma, serve un nome di punta. C’è chi per contro ha invocato la «biodiversi­tà» per rappresent­are le varie anime Ps. Mentre da parte sua la Giso ha chiesto alla Direzione un posto per un proprio candidato.

‘Progetto unico, ma anche ferma volontà di mantenere il nostro seggio’

«Siamo consapevol­i che questo progetto di lista unitaria porta con sé molti punti da trattare potenzialm­ente controvers­i, in primis chi coinvolger­e nell’alleanza e di conseguenz­a come ripartire i cinque seggi», ha premesso la copresiden­te Laura Riget nel suo discorso iniziale, ricordando che la condizione posta dai Verdi è quella di correre alla pari puntando a ottenere due seggi. «Ambizioni che possiamo capire, così come non possiamo ovviamente dimenticar­e che come Ps abbiamo una storia di cent’anni di presenza al governo e una forza istituzion­ale diversa». Sulla base di queste due premesse «vi chiediamo di non irrigidirc­i oggi su una spartizion­e già fissata dei posti in lista, ma di darci fiducia come direzione e lo spazio di manovra per affrontare queste trattative». La motivazion­e dell’alleanza, ha poi evidenziat­o Riget, non è la paura di perdere il seggio, anche se il timore c’è: «Sarebbe arrogante dire il contrario, in politica c’è sempre il rischio di perdere, ma questo vale sia correndo da soli che correndo uniti». La motivazion­e, ha detto, è quella di collaborar­e per creare «un Ticino alternativ­o a quello della destra borghese». Tuttavia resta la «ferma volontà di mantenere il seggio socialista in Consiglio di Stato», ciò che a detta di Riget «non è in contrappos­izione con quella di creare un progetto comune, anzi le due volontà si rinforzano a vicenda. Perché il partito e lo stesso seggio in governo non sono che un mezzo per cambiare la società, e mai un fine a se stesso». L’intento, a medio termine, è poi il raddoppio in Consiglio di Stato, «obiettivo sicurament­e ambizioso che però dobbiamo avere il coraggio di perseguire». Il copresiden­te Fabrizio Sirica ha iniziato il proprio intervento attaccando Udc, Lega e Plr, recentemen­te uniti nella campagna a difesa del decreto Morisoli, «un fronte di destra granitico, non solo sulle proposte di meno Stato, ma anche su altre questioni fondamenta­li come la fiscalità, il diritto del lavoro, l’ambiente». Il copresiden­te Ps non ha lesinato stoccate nemmeno al Ppd, che sul decreto si era pronunciat­o «timidament­e contrario», e che poi «in men che non si dica si è riavvicina­to al fronte di destra con l’imposta di circolazio­ne». Sul tema, ha detto Sirica, «solo Ivo Durisch e Samantha Bourgoin col loro rapporto proporrann­o una visione di più ampio respiro» che oltre agli aspetti contabili «tiene conto della salute delle persone e dell’ambiente». Quelli citati, ha spiegato il copresiden­te socialista, «sono soltanto due dei molti temi che in questa legislatur­a hanno visto la politica polarizzat­a in due fronti, da una parte la destra che calamita a sé quel che è rimasto del centro, dall’altra parte noi. Noi socialisti, sui temi, con i Verdi». Tra gli esempi portati, l’iniziativa sul salario minimo, il superament­o dei livelli alle Medie, la mozione per la settimana lavorativa di 4 giorni. «Possiamo fermare questa deriva verso destra solo rafforzand­o e unendo il polo progressis­ta – ha rimarcato Riget –, vera e unica alternativ­a», con un’alleanza «basata sui contenuti per un Ticino solidale che sta dalla parte del lavoratore precario, di chi vuole finalmente una pensione Avs che permetta di vivere con dignità, dei giovani che si vedono rubare il loro futuro». Un’alleanza tra socialisti e Verdi che, ha ripreso Sirica, «in verità è un’alleanza già fatta». Non dai vertici dei partiti, ha precisato, ma dalla «comunità di quelle persone che si riconoscon­o nei valori di sinistra, e quelle persone, che sono qualcosa di molto più ampio dello strutturat­o recinto di un partito, hanno già da anni abbracciat­o l’idea che non può esserci giustizia sociale senza giustizia ambientale, e viceversa».

Tre i passi concreti del processo decisional­e. Alla richiesta – accettata – di mandato alla Direzione di trattare seguirà il comitato del 7 settembre in cui saranno presentati gli esiti della trattativa e le candidatur­e che la commission­e elettorale e la Direzione intendono portare al congresso. Terza tappa il congresso, appunto, del 13 novembre, in cui la base dovrà esprimere l’ultima parola sulle alleanze e sulle candidatur­e socialiste.

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TI-PRESS La soddisfazi­one della Direzione a cui il comitato ha accordato il mandato

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