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Cocaina alle prostitute: 29enne espulso

L’uomo ha trafficato oltre 600 grammi nell’arco di tre anni coinvolgen­do, nello spaccio e nel consumo, la compagna che esercitava in un postribolo

- Di Malva Cometta

Uno spacciator­e “cauto” – come lo ha definito la procuratri­ce pubblica Pamela Pedretti – che ha spacciato oltre 600 grammi di cocaina nel giro di tre anni, dal dicembre 2019 fino al mese di febbraio 2022. L’imputato, cittadino italiano di 29 anni, è stato considerat­o dalla pubblica accusa come avveduto e prudente, perché mandava in ‘missione spaccio’ la propria fidanzata, una prostituta di un noto locale a luci rosse del Luganese, che a sua volta rivendeva la droga ad alcune sue colleghe. Ieri, la Corte delle assise criminali di Lugano, presiedute dalla giudice Francesca Verda Chiocchett­i, lo ha condannato a due anni e dieci mesi di carcere. Di questi, diciannove mesi sono stati sospesi condiziona­lmente per un periodo di prova di quattro anni. Ma non solo. Non avendo legami con la Svizzera la Corte ha inflitto all’uomo l’espulsione dal territorio elvetico per nove anni.

Colpevole di più reati

La Corte ha riconosciu­to il 29enne colpevole d’infrazione aggravata e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti, per aver «detenuto e alienato a terzi almeno 695 grammi di cocaina, agendo in parte in correità con la fidanzata» e per aver consumato almeno 220 grammi della suddetta droga, importando e detenendo in Svizzera altri 7,50 grammi. L’uomo è accusato inoltre di tentata estorsione per aver minacciato una ex consumatri­ce e sua cliente di provocare un grave danno a lei e al figlio, se non avesse saldato il debito che in realtà non gli doveva. La donna, che verrà giudicata separatame­nte in aula penale, era pure sua amica, ma di fronte alle minacce subite, ha preferito denunciare il 29enne al Ministero pubblico. L’uomo è stato riconosciu­to colpevole anche di guida senza autorizzaz­ione, dopo il ritiro della licenza di condurre, e d’infrazione aggravata alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni, per aver portato con sé, senza diritto, un coltello a scatto, arma vietata.

Amanti e complici di spaccio

Niente ha trattenuto l’imputato dal continuare il suo mercato illegale. Neanche le condizioni aggravates­i della fidanzata lo hanno fatto rinsavire. La donna, a causa del consumo smisurato di cocaina, ha presentato lesioni piuttosto rilevanti in tutta la faccia, in particolar modo al naso. Il 29enne ha sfruttato senza indugi la debolezza della sua ragazza nei confronti della droga e l’ha indotta a distribuir­la – nelle dosi da lui già confeziona­te da 0.55/0.6 grammi – alle sue colleghe del postribolo luganese. Ma il circo(lo) continua... Le prostitute, a loro volta, ne consumavan­o una parte, e il resto lo rivendevan­o ai loro rispettivi clienti. I proventi venivano poi consegnati alla fidanzata complice, che poi li faceva pervenire nelle tasche dell’imputato. «Egli, poche volte si è esposto direttamen­te nello spaccio – ha attestato la pp –, mandava la sua ragazza che ha reso tossicodip­endente. Lui non si sporcava le mani e l’ambiente in cui spacciava cocaina gli dava sicurezza». «Una situazione grave di spaccio che si è protratto su lungo lasso di tempo, in cui lo spacciator­e non ha esitato neanche un momento a sfruttare la fragilità di gente che lavora in simili contesti, dimostrand­o spregio per la legge», ha poi sottolinea­to la presidente della corte Francesca Verda Chiocchett­i (giudici a latere Monica Sartori-Lombardi e Giovanna Canepa Meuli) durante la lettura delle motivazion­i della sentenza.

L’imputato sogna una nuova vita

«In realtà non vi è stato un gran guadagno per i due, perché molti dei proventi andavano a finire nel consumo. È indubbio che l’imputato e la sua compagna siano grossi consumator­i. Lo spaccio di cocaina, in realtà, serviva a finanziare i loro consumi, che sono aumentati in maniera esponenzia­le. Hanno consumato di più rispetto a quanto hanno venduto» ha evidenziat­o invece l’avvocato della difesa Sabrina Aldi che, al termine della sua arringa, ha chiesto una pena non superiore ai 24 mesi di reclusione, tutti sospesi con la condiziona­le, e la revoca dei due decreti accusa già pendenti sul conto dell’imputato. Dal canto suo, il 29enne, ha riconosciu­to di aver spacciato, detenuto e consumato cocaina, contestand­o tuttavia alcuni dettagli contenuti nell’atto d’accusa. L’uomo ha invece accettato l’espulsione, che ha ritenuto giusta, e ha affermato di sognare un impiego in Romania, luogo d’origine della fidanzata. Vorrebbe sposarla e vivere insieme a lei una vita normale senza avere a che fare con la cocaina.

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TI-PRESS/ARCHIVIO L’uomo condannato alimentava il consumo di cocaina in un noto locale a luci rosse

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