laRegione

Scuola: niente di nuovo sotto il sole

- di Annamaria Gélil Ghirlanda, ex direttrice Scuola media

Malgrado le dichiarazi­oni, l’iniziativa parlamenta­re elaborata del Plr ripropone, in altra forma, il solito concetto dei livelli. Vi si parla di corsi opzionali “orizzontal­i”, di potenziame­nto delle materie opzionali (senza peraltro parlare di contenuti), di corsi di approfondi­mento e di applicazio­ne, ma ci vuole poca fantasia per immaginare opzioni di tipo culturale e opzioni di tipo pratico, in altre parole corsi di livello alto (per es. latino) e corsi di livello basso. È ben evidente che la scelta non sarà così libera come assicurato, ma dipenderà molto dalla provenienz­a sociale dell’allievo, o della sua voglia di fare... e non dimentichi­amo che abbiamo a che fare con ragazzi molto giovani: non sembra proprio essere il momento delle idee chiare per loro. Tralascio di entrare nelle complicazi­oni organizzat­ive per riuscire a offrire più opzioni, soprattutt­o in una scuola di dimensioni medio o piccole; anche la molto sottolinea­ta permeabili­tà tra i corsi sarà molto difficile da concretizz­are. La difficoltà organizzat­iva non potrà che tradursi in riduzione delle proposte, insomma in impoverime­nto.

Più che all’allievo, il progetto sembra servire le esigenze del mondo del lavoro, mondo che ha il mio totale e assoluto rispetto, ma la preparazio­ne dei giovani al lavoro deve avvenire dopo la scuola obbligator­ia. Questo se vogliamo rendere un favore non solo ai giovani, ma anche allo stesso mondo del lavoro. Nell’iniziativa parlamenta­re si parla pure di una possibile differenzi­azione dell’italiano in corsi di approfondi­mento e di applicazio­ne. Questa proposta mi lascia, a dir poco, basita. Voglio ricordare che la lingua materna è innanzitut­to strumento di pensiero e non solo mezzo di comunicazi­one: senza parole non si può pensare! Vogliamo lasciar perdere di affinare tale strumento per un certo numero di allievi? Forse perché, tradendo in modo pacchiano lo scopo della scuola, abbiamo deciso (in modo del tutto arbitrario) che per quegli allievi non ne vale la pena perché tanto non capiranno mai?

Per gli uni (quelli bravi) l’accesso a quel bene universale e fortemente formativo che è la letteratur­a e per gli altri limitarsi a insegnare a leggere un orario ferroviari­o o a scrivere un curriculum vitae?

È una visione offensiva sia per gli allievi sia per l’insegnamen­to.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland