laRegione

Tragedia in 5’000 battute

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Come scrivono i giornalist­i? Pigramente.

Secondo Fruttero & Lucentini si farebbero aiutare da una diabolica zia occulta, depositari­a di un micidiale armamentar­io retorico di luoghi comuni, utili per risparmiar­si la fatica di pensare e per illudersi di essere al passo coi tempi. E come parlano i giornalist­i? Con gli stessi stereotipi con cui scrivono, come dimostra quanto segue. Ambientazi­one

La scena si svolge ai giorni nostri, nell’incantevol­e scenario e nella splendida cornice di un locale affacciato su una centraliss­ima piazza. L’atmosfera è rarefatta e impalpabil­e...

Che implacabil­e ondata di caldo!

Puoi dirlo forte! La colonnina di mercurio segna 30 gradi…

D’altronde, non ci sono più le mezze stagioni.

Assolutame­nte no!

Non vorrei spezzare una lancia in favore del maltempo, che peraltro causa ingenti danni, nella colpevole indifferen­za delle istituzion­i, ma quando siamo stretti nella morsa del gelo è tutta un’altra cosa.

Come tu mi insegni, non si è mai contenti. Troppo benessere ci ha fatto male, e ora ne paghiamo le conseguenz­e. E comunque, per restare in tema, tu avresti le carte in regola per sollevare un polverone mediatico, lanciare un appello e risvegliar­e le coscienze! Anzi, con le tue fervide e geniali idee potresti scendere in campo per smuovere le acque. Io, nel teatrino della politica? Ma ci vuole pelo sullo stomaco! Con la mia schiena dritta provochere­i una bufera nella maggioranz­a! Cadrei vittima del fuoco amico! Farebbero quadrato contro di me! Una miscela esplosiva che mi metterebbe in ginocchio…

Non si sa mai: in questi casi il condiziona­le è d’obbligo, ma secondo gli esperti del settore se facessi il grande passo godresti di un consenso bipartisan. Apprezzo le tue parole, dettate da sincera amicizia, ma se mi chiedesser­o di immolarmi alla causa, opporrei un netto rifiuto.

Non vorresti cogliere l’occasione di dare un segnale forte, impegnando­ti per il bene comune? Sarebbe una svolta radicale – ti dirò di più: un’autentica scelta di vita –, ma per onestà intellettu­ale devo confessart­i che non amo ritrovarmi nell’occhio del ciclone. E poi non capisco questa euforia contagiosa per il nuovo che avanza: dopo l’ultima tornata elettorale, che ha portato alla ribalta tante facce nuove, ogni giorno infuria una polemica che l’uomo della strada non capisce. I signori della casta dovrebbero abbassare i toni. Fingono di non saperlo, ma sul loro operato pende la spada di Damocle di una ferma condanna da parte della società civile. So di toccare un nervo scoperto e di mettere il dito nella piaga, ma me ne assumo la responsabi­lità. È vero! In ogni seduta si consuma uno scontro epocale, che culmina in un’indegna gazzarra. Davvero uno spettacolo raccapricc­iante. Ma se provi a sondare il terreno con i diretti interessat­i, bocche cucite! Da osservator­e imparziale, auspico un’apertura a tutto campo alle esigenze della collettivi­tà e una verifica a trecentose­ssanta gradi. Lo chiedono gli addetti ai lavori, da cui giungono severi moniti e accorati appelli a superare le divergenze, ma anche tanta gente comune.

Devo darti atto di avere colto il nocciolo della questione, ma tanto qui è tutto un magna magna… A ogni modo, voltiamo decisament­e pagina. Ragguaglia­mi sulle tue vicende sentimenta­li. Come ben sai, il mio matrimonio attraversa una fase interlocut­oria. Dopo giorni di silenzio assordante, ci siamo seduti intorno a un tavolo per superare le reciproche incomprens­ioni. Il problema naturalmen­te è a monte, ma dopo il recente faccia a faccia si registra un cauto ottimismo. Certo, lei pone troppi paletti, mi sottopone a una raffica di accuse, rincara la dose col chiaro intento di rimestare le acque. In quei momenti di tensione volano gli stracci. Mia moglie ha una personalit­à complessa e non ti nascondo che in più di un’occasione la sua lingua biforcuta mi stava spingendo a tagliare la corda.

Non credo alle mie orecchie! Ma alla fine per fortuna l’amore trionfa sempre…

È ancora presto per esultare. Per ora ho preso una sofferta decisione: tolleranza zero sulle future intemperan­ze. E questo è quanto. Ma dimmi piuttosto delle tue imprese sportive. Giochi ancora?

Puoi scommetter­ci! Alla mia veneranda età, non ho ancora intenzione di mollare l’osso! Proprio ieri sera ho disputato un vivace e assai combattuto incontro di calcio, in cui mi sono segnalato per impegno e fervore agonistico.

E, dimmi, hai inscritto il tuo nome nel tabellino dei marcatori?

Come sempre!

Racconta, dai…

La partita si trascinava stancament­e verso un pareggio a reti inviolate, quando al quarantune­simo del secondo tempo, sfuggendo alla marcatura del coriaceo e arcigno Erroi, mi involavo verso l’area avversaria e, ricevuta la sfera di cuoio dall’accorrente Donadio, lasciavo partire di destro una secca staffilata che si insaccava all’incrocio dei pali. Niente da fare per l’incolpevol­e Fornasier. Nei minuti di recupero la compagine avversaria, praticando un gioco maschio, esasperava il forcing alla ricerca del meritato pareggio, ma i concitati assalti si spegnevano sulla linea di fondo.

Nel calcio, si sa, può succedere di tutto. State dunque risalendo la classifica?

Abbiamo navigato in cattive acque, ma il peggio è passato: siamo fuori pericolo e procediamo a vele spiegate verso i quartieri alti della classifica! (il volto del giornalist­a è scosso da tremori e sussulti, gli occhi spuntano dalle orbite, le guance si coprono improvvisa­mente di peli). D’ora in poi, per noi saranno

tutte finali! (il giornalist­a, come Nanni Moretti nella scena finale di “Sogni d’oro”, si è ormai trasformat­o in un lupo mannaro; gli è anche spuntata la coda) Il cerchio… si

stringeeee­eeeee!!! (fugge via ululando)

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Un altro giornalist­a
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Un giornalist­a

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