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Piscina colonizzat­a da rane e rospi rari

La vasca, ormai in disuso, scelta dai batraci per la riproduzio­ne. L’unica soluzione: aspettare che nuovi nati (e genitori) se ne vadano sulle loro zampe.

- Di Shila Dutly Glavas

“Galeotta fu la piscina e chi la costruì”, direbbe qualcuno prendendo in prestito – e parafrasan­do – Dante. Protagonis­ti di questa storia d’amore “bestiale” una colonia, anzi due, di anfibi gracidanti, alcuni con la pelle grinzosa e tutti con grandi occhi sporgenti. Parliamo di rane e rospi che, da inizio maggio, hanno fatto la loro comparsa nella vasca della piscina comunale di Bignasco, luogo in cui hanno trovato le condizioni ideali per riprodursi e deporre le uova.

Una vicenda che, come tutti i melodrammi che si rispettino, ha un punto d’inizio, uno svolgiment­o costellato di ostacoli e una fine (che – concedetec­i la “spoilerata” – arriverà presto, per buona pace di chi non vede di buon occhio la presenza dei batraci). Ma soprattutt­o una vicenda, più unica che rara, che narra di come la natura, quando vuole e se vuole, si riprende i suoi spazi.

Un habitat ideale per flora e fauna

La piscina, di proprietà del Comune di Cevio, lo ricordiamo, non è più in servizio da due anni a questa parte. Due i fattori che hanno portato il Municipio del capoluogo valmaggese a mettere i lucchetti alle porte della struttura. Il primo riguardava le condizioni in cui versava – e versa tutt’ora – l’impianto, che necessita di un importante risanament­o. E poi, a mettersi in mezzo, anche la pandemia e le stringenti misure sanitarie in vigore per contrastar­e la diffusione del Coronaviru­s.

La piscina è rimasta chiusa, con l’impianto tecnico fermo, ma con la vasca ancora piena d’acqua. Senza più filtraggio, bagni di cloro e ricambi, l’acqua è diventata stagnante, e questo ha permesso la formazione di un clima e di un ecosistema simile a quello di un acquitrino. Un habitat ideale per piante, ma anche per piccoli animali, come gli insetti. Non solo; la zona è anche al riparo da eventuali pericoli, come lo possono essere i predatori, dato che tutto il perimetro della struttura balneare è ricoperto da recinzioni. E questa somma di fattori, combinata con temperatur­e miti e ricchezza di cibo, ha attratto rane e rospi, appena usciti dal letargo. Hanno preferito la piscina alla vicina cascata di Bignasco, eleggendol­a a luogo ideale per la ricerca di un compagno o di una compagna, per poi procreare. In un paio di settimane gli anfibi si sono moltiplica­ti, arrivando forse a cinquecent­o o alle mille unità. Con la deposizion­e delle uova e la nascita dei piccoli girini, il numero è lievitato esponenzia­lmente.

Un fenomeno inaspettat­o

Non appena si è reso conto degli insoliti ospiti, il Comune di Cevio si è subito mosso per cercare di trovare una soluzione. Come prassi vuole, quando ci si interfacci­a con animali o gruppi di animali selvatici, gli enti non possono provvedere autonomame­nte a spostarli, ma bisogna far notifica al Cantone, anche perché se le rane sono considerat­e una specie comune, i rospi sono invece protetti (quelli scoperti a Bignasco vivono solo nelle zone attorno alle località di Cevio e di Lodano).

Varie le proposte studiate dalle autorità comunali e cantonali, ma tutte impraticab­ili. Si è pensato all’inizio alla possibile creazione di un biotopo, scartata però da subito, poiché le specie coinvolte erano due e non tre, numero necessario per la nascita di un’area delimitata e protetta. Allora, è stato proposto di spostare i gracidanti inquilini dalla piscina alla vicina pozza, ma anche questa via è stata dichiarata non percorribi­le, poiché andava a togliere la possibilit­à alla gente del posto, così come anche ai turisti, di fare il bagno sotto la cascata grande. In più, prelevare le uova e i girini, comportere­bbe gravi rischi per il loro sviluppo e la loro sopravvive­nza.

Che fare quindi? La riposta è sotto gli occhi di tutti (anche se a qualcuno potrebbe causare malumore): lasciar fare alla natura il suo corso. Aspettare quindi che siano gli animali stessi, una volta completato il ciclo di sviluppo, a uscire dalla vasca, per saltellare alla ricerca di un nuovo habitat. Questione, a detta del Comune, di un paio di settimane, dato che a oggi le uova sono tutte schiuse e i girini stanno già perdendo la coda e mettendo le zampette. Insomma, finita la stagione dell’amore alla piscina di Bignasco, e una volta che i piccoli avranno lasciato il nido (o meglio il lido), ci sarà il ritorno alla normalità, con una struttura chiusa, ancora in cerca di un futuro.

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LAREGIONE/FJ Sono centinaia i piccoli anfibi che hanno trovato una casa (temporanea)

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