Progettisti esclusi dal Pse, la Cat: ‘Garantire continuità per qualità’
L’associazione di categoria parla in seguito alla polemica
A seguito della notizia dell’esclusione dei progettisti Giraudi e Radczuweit dal proseguo del cantiere Polo sportivo e degli eventi (Pse) di Lugano, e della relativa polemica fra lo studio di architetti da un lato e la Città nonché l’impresa costruttrice Hrs dall’altro, prende posizione anche l’associazione di categoria. La Cat (Conferenza delle associazioni tecniche del Canton Ticino, che riunisce fra l’altro progettisti, architetti e ingegneri) in un comunicato ha ribadito infatti gli “aspetti tecnici e procedurali determinanti per la costruzione di un’opera di qualità”.
‘Diritti di eseguire un progetto completo’
“Per raggiungere quest’obiettivo, giustamente sempre sostenuto e annunciato dal Municipio in fase referendaria – si legge –, l’unica strada percorribile (...) è quella di garantire la continuità dell’elaborazione del progetto dalle sue fasi iniziali, nel caso del Pse definiti dall’esito di un concorso di progetto, fino a quelle definitive ed esecutive. Il controllo e l’esigenza di un’opera di qualità (...) non possono a nostro avviso prescindere da questo principio. Ai suoi progettisti devono essere garantiti i diritti, anche morali, di eseguire un progetto completo, prima a livello di concorso di architettura e poi a livello contrattuale successivo. I progettisti sono poi chiamati a loro volta ad agire nell’interesse pubblico e a favore del progetto e del committente”.
‘Non la soluzione migliore’
La presa di posizione termina sottolineando che “la scelta di appoggiarsi a una ‘impresa generale’ oppure ‘impresa totale’ per la realizzazione di un’opera pubblica non è quindi da noi ritenuta la soluzione migliore, soprattutto se attuata dopo aver adottato la procedura del concorso di progetto per la scelta del suo progettista. La Cat (...) confida che il lodevole Municipio saprà prendere le decisioni migliori per garantire l’edificazione di un’opera di valore, rispettosa della sua architettura e dei suoi progettisti”. Una nota dunque che ricalca alcuni dei timori già espressi settimana scorsa dai gruppi politici del Consiglio comunale (Cc).
Già a dicembre, poco dopo il referendum, la Federazione architette e architetti svizzeri aveva chiesto alla Città di non perdere il controllo su quanto viene fatto con il Pse, nella cruciale fase della progettazione di dettaglio, ossia adesso che verranno scelti i materiali e stabiliti i costi. La capodicastero Cristina Zanini Barzaghi aveva a suo tempo replicato spiegando «abbiamo ben cinque collaboratori che lo stanno seguendo. Sono stati fissati una serie di paletti». Rassicurazioni sufficienti?