laRegione

Festate… e le Ong?

- Antonia Boschetti, Chiasso

Il Festival di culture e musiche del mondo sorgeva a Chiasso a inizio anni 90 con l’intento di promuovere valori quali l’incontro tra civiltà, lingue, culture, religioni e promuovere l’accoglienz­a e l’integrazio­ne dei rifugiati sul nostro territorio.

Nell’edizione del 2022 Festate ha perciò ospitato l’Organizzaz­ione svizzera d’Aiuto ai Rifugiati, l’Associazio­ne comunità afghana in Ticino, nonché la cucina tradiziona­le di famiglie residenti a Chiasso, ma di origine siriana, afghana, etiope, ecc. Tali premesse dovrebbero confortare la convinzion­e che Festate sia ancora capace di portare in piazza la realtà dei rifugiati e di presentare alla popolazion­e le Ong locali. Alla luce di alcuni dettagli, però, questa convinzion­e non resta salda. Festate, anni addietro, ha saputo ospitare fino a 70 Ong le cui bancarelle erano situate sul Corso principale e nella piazza ospitante il palco, ovvero dove l’affluenza del pubblico è maggiore. Nel 2022, purtroppo, le Ong presenti si sono contate sulle dita di una sola mano e la cucina etnica, anziché trovarsi a pochi passi dalla piazza principale, è stata dislocata ben al di fuori dai festeggiam­enti: in piazza Indipenden­za.

La folta presenza di bancarelle iscritte alla società dei Commercian­ti del Mendrisiot­to, il ruolo di Nebiopoli nell’assicurare buvette e griglie, e il loro posizionam­ento nelle zone più strategich­e, hanno partecipat­o alla drastica diminuzion­e delle Ong. Alcuni, tra civili e associazio­ni, si sono chiesti fino a quando Festate potrà dirsi portatore di valori quali incontro e accoglienz­a e se non stia correndo il rischio di diventare un festival musicale tra i tanti. L’edizione 2022 ha visto Ong e cucina etnica “al di fuori dalle mura”; è desiderio di molti che questi recuperino il loro ruolo centrale.

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