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Medaglia di legno per Noè Ponti

Quarto posto per il ticinese nei 200 delfino ai Mondiali di Budapest. Oro e record del mondo per il pupillo di casa Kristof Milak. Desplanche­s manca la finale.

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Niente medaglia nei 200 delfino per Noè Ponti ai Mondiali di Budapest. Il ticinese si è dovuto accontenta­re dell’amaro quarto posto, in una gara vinta dall’ungherese Kristof Milak con il record del mondo (1’50”34). Ponti è finito a 68 centesimi dal terzo gradino del podio, occupato dal giapponese Tomoru Honda. Dopo aver battuto il record nazionale sia in batteria (1’54”75), sia in semifinale (1’54”20), il ticinese è rimasto a 9 centesimi dal suo miglior tempo, complice una prima vasca non pienamente riuscita. Al secondo posto ha chiuso il francese Léon Marchand. Ai microfoni della Rsi, Ponti si è mostrato giustament­e deluso per la mancata medaglia... «In primo luogo, compliment­i a Milak per la grandissim­a gara. Il quarto posto è ovviamente il peggiore, avrei preferito chiudere ottavo. È altresì vero che sono il quarto al mondo su questa distanza, mentre un anno fa a Tokyo avevo chiuso in decima posizione. A ben guardare, dunque, posso essere soddisfatt­o di quanto fatto. Purtroppo oggi avevo qualcosa in meno e, lo ammetto, ero piuttosto teso, come del resto lo erano tutti. Ho provato a fare la mia gara. Sapevo che Milak sarebbe partito molto forte. Ho cercato di giocarmela fino in fondo, ma non avevo nessun idea di quanto fossi in ritardo rispetto agli altri, in quanto li ho visti una sola volta, nella virata di metà gara. Anche da un quarto posto è possibile imparare e crescere.

Sono ancora giovane, vediamo di far meglio nei 100 delfino».

Delusione per Noè Ponti, delusione per Jérémy Desplanche­s. Il vice-campione del mondo 2019 non è riuscito a qualificar­si per la finale dei 200 4 stili. I timori della vigilia, espressi dallo stesso ginevrino, erano dunque fondati. In difficoltà da quando in autunno ha raggiunto il gruppo di allenament­o di Philippe Lucas, non era evidenteme­nte pronto per un appuntamen­to ai massimi livelli. In batteria Desplanche­s era riuscito a restare competitiv­o, con il terzo tempo e il suo miglior crono stagionale (1’58”29), ma in semifinale si è dovuto accontenta­re di un tempo 2 centesimi più alto che lo ha portato all’11º rango finale, a 0”57 dall’ottava posizione, l’ultima valida per entrare in finale. «Sono deluso, ma nemmeno troppo – ha affermato il ginevrino –. So che a volte occorre fare un passo indietro per poi farne due in avanti. Ma saperlo e digerirlo sono due cose diverse. Ho nuotato due volte in 1’58”3, un tempo non buono, ma nemmeno cattivo. Tuttavia, il mio rendimento in competizio­ne deve essere migliore. Rimangono sei settimane prima degli Europei e da domani sono pronto a tornare in acqua». Delusione piena, invece, per Roman Mityukov, eliminato già nelle batterie dei 100 stile libero con il 20º tempo. È vero, ha comunque fatto segnare il suo personale stagionale (48”77), ma è comunque restato a 0”16 da un posto in semifinale e a 0”57 dal record svizzero da lui stesso detenuto.

Rimanendo ai 100 stile libero, il diciassett­enne prodigio David Popovici ha fatto segnare il miglior crono sia in batteria (47”60), sia in semifinale (47”13, 13º tempo della storia e record del mondo juniores). In vasca, il romeno ha avuto un avversario in meno, vale a dire il favorito della prova e doppio campione del mondo, Caeleb Dressel. Lo statuniten­se ha rinunciato a prendere il via per non meglio specificat­e ragioni mediche che andranno sondate nelle prossime ore.

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KEYSTONE Il ticinese non si arrende: adesso ci sono i ‘suoi’ 100

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