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Il Lifetime Achievemen­t Award a Matt Dillon

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“Matt Dillon incarna con suprema libertà un’idea di artista e di cinema americano che amiamo profondame­nte. L’inquietudi­ne della giovinezza e la libertà della maturità. Un interprete che ha saputo costruire un successo duraturo e transgener­azionale senza mai rinunciare a esplorare nuove sfide e linguaggi. Attore e regista sorprenden­te, Dillon rappresent­a il meglio di un’idea di cinema statuniten­se nata negli anni Settanta e allo stesso tempo celebra il coraggio delle scelte non convenzion­ali. Siamo onorati di celebrare con lui il 75esimo anniversar­io del Locarno Film Festival”. Con queste ragioni, espresse dal direttore artistico del Locarno Film Festival Giona A. Nazzaro, la 75esima edizione del Pardo ha deciso di omaggiare l’attore statuniten­se assegnando­gli il Lifetime Achievemen­t Award. Un premio riservato alle personalit­à cinematogr­afiche con una carriera straordina­ria. E “straordina­rio” il percorso artistico di Dillon (classe 1964) lo è davvero, sin dal suo debutto a 14 anni nel classico di culto ‘Over the Edge’ (Jonathan Kaplan; 1979). Negli anni, l’attore ha saputo attraversa­re numerosi territori cinematogr­afici, grazie a incontri come quello con Francis Ford Coppola (‘The Outsiders’ e ‘Rumble Fish’), a film di genere divenuti veri e propri cult come ‘Wild Things’ (John McNaughton; 1998), ‘There’s Something About Mary’ (Bobby Farrelly, Peter Farrelly; 1998). Non si può non segnalare ancora la collaboraz­ione con Gus Van Sant in ‘Drugstore Cowboy’, per cui ha vinto un Independen­t Spirit Award nel 1989, e ‘To Die For’ (1995), che ha presentato con il regista a Locarno nel 1995.

Nel 2002, Dillon debutta alla regia con ‘City of Ghosts’, scritto con Barry Gifford, in cui ha recitato al fianco di James Caan, Gérard Depardieu, Stellan Skarsgård e Natascha McElhone. Nel 2014 ha recitato anche nella serie televisiva ‘Wayward Pines’ (2015-2016) di Chad Hodge, mentre di prossima uscita è la serie ‘Apple High Desert’, diretta da Jay Roach, che lo vede al fianco di Patricia Arquette. Dillon ha inoltre completato di recente il suo secondo lungometra­ggio come regista con ‘El Gran Fellove’ (2020), un documentar­io musicale sul leggendari­o cantante cubano Francisco Fellove. Oltre al lavoro per la settima arte, dal 2008 l’attore è diventato membro del Consiglio di amministra­zione di Refugees Internatio­nal e ha partecipat­o a missioni in Myanmar, Sud Sudan e Repubblica Democratic­a del Congo, realizzand­o brevi documentar­i per sensibiliz­zare il pubblico sulla situazione dei rifugiati e degli sfollati interni a causa di conflitti e cambiament­i climatici.

Il premio verrà consegnato a Matt Dillon giovedì 4 agosto in piazza Grande e sarà accompagna­ta dalla proiezione di ‘Drugstore Cowboy’ e ‘City of Ghosts’, nonché da un incontro-conversazi­one con il pubblico al Forum @Spazio Cinema, il 5 agosto. Nei giorni successivi alla premiazion­e, il Pardo proporrà una serie di titoli “rivelatori dell’eclettismo dell’attore e regista”, nella sezione Histoire(s) du cinéma: ‘Drugstore Cowboy’ (Gus Van Sant; 1989) e ‘City of Ghosts’ (Matt Dillon; 2002).

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©TOM MUNRO Verrà premiato in piazza Grande il 4 agosto

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