‘La luce dell’ombra’, è il Lac che cambia
Lirica, prosa, danza, musica, musical, residenze, collaborazioni. Il tutto fa, per ora, 70 spettacoli, 16 produzioni, 128 alzate di sipario. Al via in settembre con l’opera.
Calcisticamente parlando, c’è il pubblico delle grandi occasioni, che nei vecchi stadi era tale quando sugli scalini restava gente in piedi. Nella Hall quelli in piedi sono in fondo alla sala e poco cambia. “Siamo tra amici, nella ritrovata normalità”, esordisce Michel Gagnon, direttore del Lac, che apre la presentazione di una stagione 22/23 da 70 spettacoli, 16 produzioni, 128 alzate di sipario, a partire da Giuseppe Verdi per finire più o meno a David Bowie. E cioè dalla Traviata con Osi e Poschner fino a ‘Lazarus’, il musical dell’artista britannico, di qui a un anno circa.
Come da ricostruzione di Roberto Badaracco, che del Lac è presidente, le alzate della stagione conclusa sono state 150, e 50mila gli spettatori raggiunti, numeri “in controtendenza con le perdite di pubblico di altri teatri, svizzeri ed europei”. Il motivo: «L’offerta, la qualità, la fidelizzazione degli utenti. Il Lac entra sempre più nel cuore delle persone». Di fronte a cotanto riscontro, Carmelo Rifici, rivolto al pubblico in sala, si lascia andare a un popolarissimo ‘fatevi un bell’applauso’: “Il titolo era un altro (‘Paradigmi’, ndr), poi abbiamo stravolto la cartella stampa”, esordisce il direttore artistico, capovolgendo Battiato (‘L’ombra della luce’) per annunciare che il tema portante dell’intera stagione sarà ‘La luce nell’ombra’, ovvero il rapporto tra arti sceniche e scienza, oggetto di focus. E nella messe di proposte, in un cartellone che ancora dev’essere completato, il percorso tra prosa, musica e letture – a partire dal ‘Processo a Galileo’, scritto da Angela Dematté e Fabrizio Sinisi, con la regia di Rifici e Andrea De Rosa – si annuncia come una peculiarità.
È esperienza un tantino imbarazzante riassumere le 157 pagine di cartella stampa con tutti gli spettacoli senza fare torto ai singoli. Solo il teatro, può essere – qui per brevità, ma anche per Rifici in sala – non più di un lungo elenco di nomi, tra vecchie conoscenze e novità: Elio Germano, Elisabetta Pozzi, Filippo Dini, Manuela Mandracchia, Gabriele Lavia, Milvia Marigliano, Stefano Accorsi (diretto da Daniele Finzi Pasca), Lella Costa, Gioele Dix, Paolo Pierobon, Maria Paiato, Luca Lazzareschi, «non solo nomi di statura artistica importante – spiega Rifici – ma attori che stanno lasciando alle giovani generazioni i codici per rinnovare i classici. Questa sarà una grande stagione di repertorio, ricca di codici di lettura importanti». In ambiti di danza, Rifici segnala il ritorno di Israel Galván e l’arrivo della Batsheva Dance Company, diretta dal coreografo Ohad Naharin.
Un ‘luganese’ Bowie
Due nomi spiccano nella sezione ‘Musica e musical’. Sono quelli di Angelo Branduardi, in ottobre per una tappa del suo ‘Il cammino dell’Anima Tour’, e Massimo Ranieri nel suo nuovo spettacolo, in arrivo a marzo. Altra musica arriverà da Jack Savoretti (in dicembre) e dal ritorno di Noa nel Giorno della Memoria.
In ambiti di musical, dopo il recente ‘Ghost’, è in arrivo un altro classico hollywoodiano (a novembre, è top secret, si saprà poi). C’è ‘La spada nella roccia’ della Compagnia delle Formiche, già al Lac con ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’, ma il titolo dell’anno sarà il suddetto ‘Lazarus’, musical di David Bowie ed Enda Walsh per il quale il fu Duca adattò alcuni dei suoi brani più celebri. Sul palco, diretti da Valter Malosti, Manuel Agnelli e un cast in via di definizione (18-20 maggio 2023). ‘Lazarus’ segna anche l’esordio del Lac nel mondo del musical, in quanto coproduttore dell’opera. A settembre l’annuncio dell’intera stagione musicale.
Della nuova formula di abbonamento, tendente alla membership, diciamo qui: 199 franchi, prosa+scena contemporanea+vantaggi esclusivi. Del tributo a Pier Paolo Pasolini dice qui a fianco il regista; l’altra sessantina di spettacoli, così come i dettagli sugli abbonamenti già acquistabili online, sono su www.luganolac.ch.