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L’accordo tra Lega, Ppd, Ps, Udc e Verdi porta alle urne

Imposte di circolazio­ne, in parlamento è finale ‘thriller’. Dopo il no al rapporto di maggioranz­a, sì a quello Ps/Verdi: andrà al voto contro l’iniziativa.

- Di Jacopo Scarinci

Sulle nuove imposte di circolazio­ne l’ultima parola l’avrà il popolo, con un ‘accordo’ in extremis tra Ppd, Lega, Ps, Udc e Verdi che fino a una settimana fa sembrava fantascien­za e che, da qualche giorno e nelle ultime ore – passate tra telefoni roventi e fitte chat tra i deputati –, ha preso sempre più corpo fino al voto finale. Dopo la bocciatura da parte del plenum del rapporto di Fiorenzo Dadò (Ppd) e Daniele Caverzasio (Lega) che ripercorre­va tout court la proposta di plafonare le imposte a 80 milioni, considerar­e solo le emissioni di CO2 per il computo e renderne referendab­ili le modifiche (rapporto bocciato 44 a 41, con i no di Plr, Ps, Verdi, Mps, Pc e Tamara Merlo di Più donne), sono andati in votazione eventuale i due rapporti di minoranza.

Quello del Plr (relatore Bixio Caprara) – che riprendend­o il parere del Consiglio di Stato voleva fissare a 96 milioni il tetto massimo delle imposte, consideran­do anche la massa oltre le emissioni – e quello di Ps e Verdi (relatori Samantha Bourgoin e Ivo Durisch), che al tetto massimo di 96 milioni aggiungeva le emissioni di CO2 come fattore prepondera­nte (63%) nel computo dell’imposta, l’aggiunta della massa (37%) e l’indirizzar­e i soldi incassati in eccesso rispetto ai costi per le strade verso incentivi al trasporto pubblico per il ceto medio, con uno sconto del 15% dell’abbonament­o Arcobaleno per chi già riceve sussidi di premi cassa malati.

Ed è qui che è caduto il velo di Maya: a sostenere il rapporto di Ps e Verdi sono stati, in blocco, pure Lega, Ppd e Udc. Il resto è stata tutta discesa verso la chiamata alle urne dei ticinesi: con il sì all’emendament­o che chiedeva di abbassare la tassa base per tutti a 120 franchi, è arrivato il sostegno finale anche dei favorevoli al rapporto di maggioranz­a e all’iniziativa popolare. Motivo? Semplice: sarà il popolo a scegliere quale dei due testi votare, l’iniziativa ‘Per un’imposta di circolazio­ne più giusta’ o il rapporto rossoverde che, emendato, è diventato un controprog­etto e, a fronte del mancato ritiro dell’iniziativa popolare, andrà in votazione assieme alla proposta con primo firmatario Marco Passalia.

Nel caso in cui fossero stati bocciati tutti e tre i rapporti, il dossier sarebbe tornato nella commission­e della Gestione.

Gianella (Plr): ‘Non capiamo né accettiamo quanto successo in aula’

A prendere la parola prima del voto sul rapporto di Ps e Verdi è la capogruppo liberale radicale Alessandra Gianella: «Ci risulta difficile capire e accettare quello che sta succedendo, da una parte abbiamo visto la forzatura del rapporto di maggioranz­a, oggi socialisti e Verdi accettano di farsi imporre e modificare il loro progetto originale pur di far passare qualcosa». Ma ne ha anche per il direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi, la capogruppo Plr: «In mezzo il consiglier­e di Stato, che invece di difendere la posizione del governo mi sembra che oggi abbia provato a dare ragione a tutti ma senza difendere la posizione Consiglio di Stato», posizione, si diceva, che è stata ripresa dal rapporto di minoranza proprio del Plr.

Ancora più secco il presidente liberale radicale Alessandro Speziali: «Spiace vedere che Gobbi abbia indossato la divisa dell’arbitro pur di svestire quella del governo».

Gobbi: ‘Non lavoro collegialm­ente? Lo rifiuto in toto’

La replica di Gobbi è arrivata subito: «Quando nel 2016 il sottoscrit­to uscì con l’aumento delle imposte di circolazio­ne, senza ricevere tanti applausi dalla mia fazione, ha fatto il compito del governo. Mettere in dubbio che io non lavori collegialm­ente lo rifiuto in toto, oggi in questa gazzarra (il dibattito prima del voto è stato senza esclusione di colpi, ndr) ho fatto l’arbitro, non potendo fare altro». Questo prima del voto che con 59 favorevoli, 3 contrari (Mps) e 23 astenuti (Plr) ha chiuso quattro ore di dibattito, entrate a gamba tesa, colpi sotto la cintura. E strategia. Tanta strategia.

Cui hanno partecipat­o anche Lega e Udc. I democentri­sti con Paolo Pamini rilevano come «qualsiasi misura che lasci risorse nelle tasche di chi le produce è da noi sostenuta con convinzion­e e molto piacere». Per i leghisti, con il capogruppo Boris Bignasca, «i cittadini si aspettano questo piccolo sgravio fiscale che per il ceto medio e medio basso diventa importante». A sinistra, negli interventi di Anna Biscossa, Ivo Durisch, Clauda Crivelli Barella e Matteo Buzzi si registra l’importanza di «rendere più sociale e ambientale» l’iniziativa popolare.

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TI-PRESS Il Consiglio di Stato si esprimerà prossimame­nte. La votazione in autunno

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