Ipotesi blackout in città: ‘C’è un piano d’emergenza?’
Interrogazione sui rischi di una paralisi energetica
“La città di Locarno ha un concetto d’emergenza in caso di blackout elettrico (in alcune circostanze prolungato su più giorni)?”. A prima vista può sembrare un tantino apocalittica l’interrogazione trasmessa al Municipio dai consiglieri comunali Andrea Barzaghini (Plr) e Kevin Pidò (Lega/Udc/Indipendenti), sottoscritta da esponenti dei vari schieramenti. Tocca, tuttavia, un problema che non va assolutamente sottovalutato, vale a dire quello dell’approvvigionamento energetico. “Nel 2022 la Svizzera si trova nel pieno della transizione energetica – osservano i firmatari –. Entro il 2050 tutto il Paese dovrà avere un bilancio neutro sotto il profilo delle emissioni di CO2. Il perseguimento di queste finalità implica tuttavia anche dei rischi, poiché puntare sui vettori energetici rinnovabili significa esserne allo stesso tempo dipendenti. Il problema della carenza d’energia, presentatosi già prima della grande crisi del Covid-19 si è andato a esacerbare con la recente guerra in Ucraina”. Alla luce di queste considerazioni, i consiglieri comunali formulano diverse domande all’esecutivo. In particolare a sapere chi è responsabile per la sicurezza della fornitura di energia elettrica alla città; quali zone di Locarno vengono staccate per prime dalla rete di fornitura nel caso di problemi; chi decide il procedere e come viene valutato questo tipo di decisione. Inoltre vogliono sapere fino a che punto la Città ha un diritto di parola (quale azionista della Ses) o se tutto è completamente deciso dai fornitori o dalle imprese elettriche; se esiste un piano di emergenza regionale/cantonale. Infine i firmatari chiedono lumi sul programma d’investimenti in fonti rinnovabili previsto dall’Amministrazione e caldeggiano un’informazione mirata alla cittadinanza in caso d’emergenza.