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Perché i cambiament­i?

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Le regole fiscali non sono più adeguate all’era digitale. Molte aziende, soprattutt­o i giganti di Internet, non hanno più una presenza fisica nei Paesi in cui fatturano miliardi: i profitti si basano su brevetti, software e licenze. Negli ultimi decenni, tuttavia, hanno spostato sempre più spesso tali attività in Paesi a bassa imposizion­e. Di conseguenz­a, le più grandi aziende del mondo spesso pagano tasse irrisorie rispetto ai ricavi e agli utili ottenuti. Paesi popolosi come l’India e il Brasile sono mercati importanti per le grandi aziende, ma quest’ultime pagano le tasse in Irlanda o nelle Isole del Canale che applicano aliquote molto basse.

Il nuovo regime fiscale delle società si compone di due pilastri. In primo luogo, riguarda le cento aziende più grandi del mondo. Secondo la volontà degli Stati membri dell’Ocse, in futuro queste aziende saranno tassate non solo nel Paese in cui hanno sede, ma anche dove vengono consumati i loro servizi. Secondo l’amministra­zione federale, ciò interesser­à da tre a cinque aziende svizzere, tra cui i gruppi farmaceuti­ci Novartis e Roche e il gigante alimentare Nestlé.

In Svizzera, circa due terzi dei Cantoni hanno un’imposta sugli utili inferiore al 15%. Secondo lo “Swiss Tax Report 2021” della società di revisione e consulenza KPMG, la forbice dell’imposta ordinaria sugli utili nel 2021 va dall’11,5% al 21%, a seconda del Cantone.

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