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Il maxi deposito d’arte piace alle Commission­i: ‘Occasione unica’

Gestione e Opere pubbliche d’accordo col Municipio

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“Riteniamo che questo progetto abbia delle buone basi di partenza: si sono delineati degli obiettivi chiari e un concetto di sviluppo che veicola una visione precisa di quanto si intende proporre nel comparto. A questo punto è necessario capirne la solidità effettiva, al di là delle previsioni, attraverso uno studio di fattibilit­à e di progettazi­one”. Ha l’approvazio­ne unanime di entrambe le commission­i incaricate di analizzare il messaggio (Gestione e Opere pubbliche) l’indirizzo dato dal Municipio di Biasca al complesso dell’ex Arsenale militare, ovvero quello di renderlo un grande deposito di opere d’arte e archivi data la grande esigenza in tal senso manifestat­a da diversi musei e privati ticinesi (come per esempio il Museo Villa dei Cedri a Bellinzona, vedi edizione del 9 giugno). L’assenza di rapporti di minoranza contrari al messaggio municipale è certamente un buon segnale per l’Esecutivo in vista della seduta di lunedì 27 e martedì 28 giugno, quando il Consiglio comunale si esprimerà sulla richiesta di credito di 410mila franchi necessari a finanziare uno studio di fattibilit­à e progettazi­one della prima fase del progetto, ovvero il restauro dei tre doppi depositi allungati, con tanto di apposite infrastrut­ture interne. “La richiesta di spazi per lo stoccaggio di opere d’arte e l’interesse per il sedime da parte di privati e di enti cantonali, con i quali il Comune sta lavorando da diversi mesi, sembrerebb­ero in effetti una buona occasione per sistemare e rivalorizz­are il comparto, o almeno, in questa prima fase, una parte di esso”, si legge nel rapporto della Gestione stilato dal relatore Andrea Grassi (Plr), nel quale si sottolinea che “l’indicazion­e di massima, frutto di una preliminar­e previsione dei costi e dei ricavi, sembra fornire dei segnali positivi in merito all’autofinanz­iamento di questa prima fase del progetto”. Oggi il Municipio, sottolinea nel suo rapporto la commission­e della Gestione, avrebbe la possibilit­à di adibire a deposito addirittur­a tutti i sette edifici del comparto (in totale circa 19mila metri quadrati), alla luce della grande richiesta di spazi. Ma la Gestione condivide l’intenzione del Municipio “di procedere cautamente sia per l’ammontare dell’investimen­to sia per evitare – presi dalla fretta – di occupare degli spazi che potrebbero invece assumere un ruolo in futuro più dinamico all’interno del comparto”. E in effetti, terminata la prima fase, la tabella di marcia prevede di proseguire in là nel tempo con interventi agli altri quattro stabili singoli, con possibilit­à d’inserire nuovi contenuti (e quindi rendere più dinamico il comparto al di là della sola funzione di deposito) che vanno dal restauro alla consulenza, dal metaverso alla residenza per artisti fino all’esposizion­e di mostre. Tradotto: l’obiettivo finale è un vero e proprio ‘Centro competenze cantonale di arte e archivi’ legato all’intera catena del valore delle opere d’arte, che abbia una risonanza nazionale e internazio­nale come un nodo chiave di una rete che connette musei, collezioni­sti, esperti, artisti, ricercator­i e appassiona­ti d’arte. “È nell’interesse del Comune e dei cittadini cogliere l’opportunit­à data, considerat­o che un’occasione di tale portata difficilme­nte si ripresente­rà”, scrive nel rapporto della Commission­e Opere pubbliche la relatrice Paola Agustoni (Ppd).

Pur ritenendo valido e strategico il progetto, la Commission­e della Gestione raccomanda al Municipio molta cautela e di procedere come previsto passo dopo passo verificand­o man mano la sostenibil­ità finanziari­a di un progetto che tenga conto anche di sinergie con il Centro culturale e il Museo Casa Cavalier Pellanda, quest’ultimo oggetto di un’altra richiesta di credito (pari a 2,7 milioni) per l’adeguament­o alle misure antincendi­o, l’introduzio­ne di un sistema antintrusi­one, il risanament­o dell’impiantist­ica (riscaldame­nto, ventilazio­ne e climatizza­zione) e la sistemazio­ne delle sale espositive. Richiesta di credito su cui il Cc dovrà pure esprimersi settimana prossima.

Partner privato leader del settore

Tornando al progetto per l’Ex Arsenale, come detto il Municipio ha da tempo iniziato a tessere una rete di contatti con enti cantonali e nazionali, nonché il partner privato rappresent­ato dalla Crozier Sa, ditta di respiro internazio­nale con filiale a Kloten specializz­ata nel trasporto e conservazi­one di opere d’arte. Una realtà considerat­a leader internazio­nale per quanto riguarda i servizi logistici e di stoccaggio di belle arti, con 19 sedi e oltre 120mila metri di spazio di archiviazi­one sparsi tra Nord America ed Europa. Tra Crozier e il Comune di Biasca è stata sottoscrit­ta una convenzion­e di esclusivit­à che definisce in maniera preliminar­e le condizioni della collaboraz­ione, che dovranno tuttavia essere approfondi­te e formalizza­te nei prossimi mesi con un accordo vincolante. Si prevede di affidare a Crozier la gestione operativa dei tre depositi che saranno restaurati durante la prima fase, con l’azienda che pagherebbe un affitto al Comune. Nel frattempo il gruppo di lavoro (ne fanno parte il capo dell’Ufficio tecnico comunale, architetti, ingegneri, rappresent­anti della Fondazione Culture e Musei e di Crozier) ha elaborato un modello di business plan, propendend­o per la modalità di un mandato di gestione strategica affidato a un’apposita associazio­ne, formata da enti pubblici e privati, che agirebbe sulla base di un mandato di prestazion­e comunale finanziato da soci, Comune, sponsor e partner.

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S’intende creare un Centro di competenza pubblico-privato

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