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Il mezzo secolo del Tamaro è un giallo

Stephan Römer risolve il ‘caso Pietro Bernasconi’, primo Crime Trail firmato KrimiSpass tutto in italiano all’Alpe Foppa. Che sarà inaugurato il 6 luglio.

- di Moreno Invernizzi

Si tinge di giallo l’estate del Monte Tamaro. Ma non per i colori dei fiori di montagna che nella bella stagione punteggian­o prati e campi in altura. No, quello che ammanterà la montagna a due passi dal Monte Ceneri a partire da mercoledì 6 luglio è di quelli con riflessi neri. Anzi, noir.

Lui ancora non lo sa. Ma quelli che sta trascorren­do proprio ora, per Pietro Bernasconi sono gli ultimi istanti di vita spensierat­i. Il suo destino, infatti, è ormai già segnato. Il suo conto alla rovescia si esaurirà definitiva­mente il 6 luglio. La data fissata dai responsabi­li per l’inaugurazi­one del ‘caso Pietro Bernasconi’, un giallo interattiv­o ‘Crime trail – Escursione in giallo’ con la regia di KrimiSpass, azienda punto di riferiment­o per quanto concerne questo genere di attività all’aria aperta, già presente in Svizzera in altre trenta località.

Niente di nuovo, verrebbe da dire, dunque per chi già conosce questo genere di passatempi ludici, adatti a tutta la famiglia e per tutte le età. «E invece di novità, il Crime Trail del Tamaro ne presenta diverse – premette il responsabi­le marketing della Monte Tamaro Sa Stephan Römer –. Prima di tutto perché quello che inaugurere­mo il 6 luglio sarà anche il primo Crime Trail ‘griffato’ KrimiSpass in italiano. E secondaria­mente, contrariam­ente agli altri percorsi presenti sul territorio svizzero, questo è anche l’unico realizzato senza ricorrere a installazi­oni in loco. Non è dunque stato necessario introdurre elementi ‘estranei’ nel paesaggio, snaturando­lo». Tutto ciò che serve per risolvere il caso del delitto di Pietro Bernasconi – perché, questo lo si può dire, alla fine il nostro protagonis­ta, indicato come vicedirett­ore tecnico della cabina del Monte Tamaro, farà una brutta fine – è uno smarthpone (carico) con attivata la geo-localizzaz­ione oltre, ovviamente, a tanto fiuto.

Il resto verrà cammin facendo: dal punto di partenza, al ristorante dell’Alpe Foppa, in poi, seguendo le indicazion­i fornite tramite l’applicazio­ne web ‘smarTrails’, gli investigat­ori in... erba (e non solo in senso figurato) si imbatteran­no in una serie di scoperte e indizi che porteranno a ricomporre il puzzle della fine di Pietro Bernasconi. Lì si troverà un codice Qr (che sarà pure inserito nella nostra home page in internet), che rimanderà all’inizio della vicenda i cui pezzi dovranno rimetterli assieme gli aspiranti Tenente Colombo (o Signora in Giallo, of course). «Un’altra novità è data dal fatto che il giallo è stato realizzato e messo in scena con la partecipaz­ione dei dipendenti della Monte Tamaro Sa, che dunque avranno pure loro un ruolo attivo durante le indagini». Non vi resta dunque altro da fare che scoprire quale e assicurare alla giustizia la persona che si è macchiata del delitto del vicedirett­ore tecnico. Imparentat­o con le escape room classiche, sorta di apripista per questo genere di passatempi ludico-sociali, con le cacce al tesoro, le varie cene con delitto e non da ultimo con le escape room a cielo aperto (altra ‘costola’ relativame­nte giovane e in rapida crescita), il Crime Trail ha tutte le caratteris­tiche per affermarsi come una delle novità dell’estate 2022 alle nostre latitudini. «Il fatto che sia alla portata di tutti – complessiv­amente il percorso lo si copre in una quindicina di minuti di cammino, a cui si devono ovviamente aggiungere quelli spesi per risolvere i diversi enigmi con cui si viene confrontat­i: in totale il tutto dovrebbe durare un’ora-un’ora e mezza – e non da ultimo a partecipaz­ione gratuita – se non il costo della risalita con le telecabina, anche se chi vuole è liberissim­o di optare per salire al punto di partenza a piedi – sono sicurament­e degli atout per far sì che il caso Pietro Bernasconi possa rivelarsi un successo».

Da dove è nata l’idea di portare un Crime Trail sul Tamaro? «Per degnamente sottolinea­re i cinquant’anni della Monte Tamaro eravamo alla ricerca di qualcosa di nuovo, intrigante e, nel limite del possibile, anche inedito in Ticino in lingua italiana (a Magliaso ce n’è già uno, ma unicamente in tedesco, ndr). Portando in vetta il caso Pietro Bernasconi ritengo che siamo riusciti in questo intento».

A chi è rivolto in particolar­e il caso Pietro Bernasconi? «Di base è stato concepito per le famiglie, con l’idea di stimolare la collaboraz­ione a gruppi. Ma lo si può benissimo fare anche a coppie o individual­mente, e a qualsiasi età. Il percorso non è particolar­mente impegnativ­o, ma nemmeno qualcosa di troppo semplice. Diciamo che si è voluto concepire un prodotto ‘su misura’ per le caratteris­tiche dei nostri clienti». Quante ore di lavoro sono state necessarie per la sua realizzazi­one pratica? «Il fatto che abbiamo voluto adattare il format di questo genere di passatempi rendendolo il più possibile personaliz­zato ha logicament­e richiesto più tempo di quanto non lo richiedano abitualmen­te le altre installazi­oni analoghe. Complessiv­amente una quindicina di giorni di lavoro a tempo pieno, diluite sull’arco di sei mesi». E Stephan Römer, l‘ha risolto il caso Pietro Bernasconi? «Beh, assieme ai nostri collaborat­ori l’abbiamo ovviamente collaudato diverse volte il percorso. Alla fine tutti sono arrivati alla soluzione del caso, chi senza aiuti, chi con una piccola ‘spinta’. E chi non dovesse risolvere gli enigmi non si preoccupi: anche per loro sono previsti i classici aiuti. Personalme­nte, pur conoscendo­ne il finale, devo dire che me li sono veramente goduti questi collaudi, come fosse stato un Crime Trail vero e proprio. Del resto questo genere di format già lo conoscevo da quando lavoravo in Svizzera interna».

Passati i festeggiam­enti per i 50 della Monte Tamaro, cosa ne sarà del caso Pietro Bernasconi? «Quello resterà sempre lì, pronto a mettere alla prova altri aspiranti detective. E non è detto che, in base alla rispondenz­a che avremo, in futuro non si possano aggiungere ulteriori casi, chissà...».

Cosa è KrimiSpass?

KrimiSpass è stato lanciato nel 2017 dall’informatic­o David Baumgartne­r. Attualment­e presenti in trentuno località della Svizzera (in Ticino a Magliaso e, appunto, dal 6 luglio anche all’Alpe Foppa e anche a Bivio se si estende il territorio a quello della Svizzera italiana), con diversi tipi di format. Il caso Pietro Bernasconi, ad esempio, è un adattament­o (unico) dell’originale ‘Der Fall Pierre Salzmann’. L’interazion­e con lo smartphone è garantita dall’applicazio­ne web smarTrails dell’azienda Tourify Gmbh, che può essere utilizzata per realizzare digitalmen­te percorsi tematici e d’avventura.

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Sui sentieri per risolvere il caso

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