laRegione

‘La natura di Festate non è in discussion­e’

Davide Dosi, vicesindac­o e capodicast­ero Cultura, si esprime in merito ai malumori emersi dopo la trentesima edizione dell’evento musicale

- Di Prisca Colombini

«Nessuno ha mai voluto mettere in discussion­e la natura di Festate». Davide Dosi, vicesindac­o e capodicast­ero Cultura di Chiasso, lo sottolinea con convinzion­e. Con lui abbiamo ripercorso quanto accaduto lo scorso fine settimana nel centro cittadino di Chiasso, in occasione della trentesima edizione del Festival di culture e musiche dal mondo. Edizione che, nonostante il successo di pubblico ottenuto, si è lasciata alle spalle qualche malumore, raccolto di persona o espresso sui social. Arrivato al traguardo dei trent’anni, Festate è un evento culturale che ha ancora senso nella sua formula? Che fine hanno fatto le Ong che, fino agli anni prima del Covid, occupavano buona parte dello spazio espositivo lungo Corso San Gottardo? E la musica a tutto volume nei bar che ha dato vita a una sorta di festa nella festa? «Chiasso era piena di gente che si divertiva. Certo è che chi ha vissuto Festate negli anni scorsi si è reso conto che non tutto ha funzionato nel migliore dei modi», ammette Dosi.

‘Gli aspetti positivi sono tanti’

Quanto appena descritto non cancella i «tanti aspetti positivi» dell’evento. Per il capodicast­ero il punto di partenza è proprio «l’avere proposto Festate gratuito per la popolazion­e, dato che la decisione di organizzar­e il festival musicale è stata presa in un momento in cui la pandemia non lasciava grandi margini di fantasia. Nel corso delle settimane, con i vari allentamen­ti, quello che abbiamo forse un po’ perso è stato il controllo di partner che collaboran­o alla creazione e all’organizzaz­ione delle due giornate». Ad avere spiazzato qualcuno tra il pubblico è stato lo spostament­o della gastronomi­a multietnic­a (anche se il bilancio che arriva dalle dirette interessat­e è positivo) e delle Ong in piazza Indipenden­za. «Per diversi motivi il dicastero Socialità non ha potuto mettere a disposizio­ne le persone che normalment­e si occupavano della parte legata alle Ong – continua Dosi –. Nel corso degli anni sono venuti a mancare dei finanziame­nti e la guerra in Ucraina ha portato a Chiasso un numero non indifferen­te di persone che ha generato una grande massa di lavoro per il dicastero». La parte culinaria proposta da donne di varie comunità che vivono a Chiasso ha potuto tenersi «grazie alla Società commercian­ti del Mendrisiot­to, che come nell’ultimo anno prima della pandemia ha organizzat­o il mercatino, e che si è offerta in maniera molto generosa di gestire anche questa parte, trovando una soluzione di ‘ripiego’ in piazza Indipenden­za».

Nel 2023 il fulcro tornerà in piazza Municipio

In vista dell’edizione del 2023 i punti di partenza sono chiari. A breve gli attori coinvolti si incontrera­nno per le analisi conclusive della 30esima edizione e per gettare le basi per la prossima. «Dobbiamo ripartire da quello che ha funzionato, migliorand­o quello che lo ha fatto meno, e riportando il fulcro di Festate attorno a piazza Municipio – anticipa Davide Dosi –. Quest’anno le condizioni erano complicate e la contingenz­a ha portato a prendere certe decisioni, magari non felici. Gli spazi dilatati – da Piazza Indipenden­za a quella del Municipio, passando per Corso San Gottardo – hanno creato alcuni problemi a livello di logistica, di collaboraz­ione tra esercenti, commercian­ti e Nebiopoli che gestisce la parte delle buvette per conto del Municipio». Come per ogni grande manifestaz­ione, anche per Festate è stato l’anno della ripartenza. «Un anno dove abbiamo dovuto adattarci alla situazione. Alcune dinamiche si sono create anche per problemi di comunicazi­one, in alcuni casi non perfetta, che hanno portato a fraintendi­menti che sono stati gestiti nel contesto ma che l’anno prossimo non saranno ammessi». Compito degli organizzat­ori sarà quello di «stabilire cosa si può fare e cosa no, come cosa si può o non si può vendere. Una manifestaz­ione in trent’anni cambia, come cambiano le persone e le esigenze, ma la natura di Festate non può essere in discussion­e – precisa ancora il municipale di Chiasso –. È una festa che ha le sue radici nella multicultu­ralità, nell’integrazio­ne e nell’inclusione e la gestione deve essere improntata verso questa direzione. Dobbiamo ritrovare la formula corretta per riuscire a gestire tutti gli aspetti e il personale che se ne occupa, e anche il Municipio dovrà tornare ad avere una linea di condotta più forte e chiara». Nel corso degli ultimi anni «sono cambiati anche diversi attori, dovremo parlare anche con loro per spiegare le finalità dell’evento che non è un Facciamo Chiasso (appuntamen­to con musica dal vivo nei bar proposto negli anni scorsi, ndr), ma una manifestaz­ione con una finalità diversa.

Al tavolo anche con le Ong

Un altro punto su cui il comitato organizzat­ivo di Festate dovrà chinarsi è la diminuzion­e delle Ong che scelgono l’evento chiassese per presentare le loro attività. Quest’anno le poche presenti sono state concentrat­e in Piazza Indipenden­za. «La diminuzion­e è un trend che abbiamo già notato prima della pandemia – conclude Davide Dosi –. Dovremo concentrar­ci insieme a loro per capire quali sono le loro esigenze, cosa si aspettano e come rispondere per farle tornare a Chiasso. Quest’anno, per esempio, una ha deciso di non partecipar­e perché non si riconoscev­a in questa organizzaz­ione dell’evento. Speriamo che l’anno prossimo Festate torni a essere quello che tutti conosciamo».

 ?? TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI ?? Tanta gente, ma qualche perplessit­à per lo spostament­o di Ong e cucina multietnic­a
TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI Tanta gente, ma qualche perplessit­à per lo spostament­o di Ong e cucina multietnic­a

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland