La situazione in Europa
il rapporto State of the Global Climate in 2021, pubblicato il 18 maggio di quest’anno dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), negli ultimi sette anni (i più caldi mai registrati) la siccità ha colpito molte parti del mondo, tra cui il Corno d’Africa, il Canada, gli Stati Uniti occidentali, l’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan e la Turchia. In Sudamerica, la siccità ha causato ingenti perdite agricole e ha interrotto la produzione di energia e il trasporto fluviale.
La situazione è critica anche nella vicina Italia e in tutti i Paesi del Mediterraneo, dove i fiumi sono ai minimi storici e l’estate appena iniziata spaventa per quanto riguarda gli incendi boschivi. Negli ultimi anni, l’Europa meridionale è diventata fino al 20% più secca. Secondo il rapporto del WG2 dell’Ipcc, uscito nel febbraio scorso, nell’Europa meridionale, in caso di un aumento della temperatura globale di 1,5°C e 2°C la scarsità idrica riguarderebbe, rispettivamente, il 18% e il 54% della popolazione. Anche l’aridità del suolo aumenta: se le temperature salissero di 3°C l’aridità del suolo risulterebbe del 40% superiore rispetto a uno scenario con innalzamento della temperatura a 1,5°C. Dai dati generali e ancor di più da quelli riguardanti il Mediterraneo, emerge l’urgenza di serie ed efficaci politiche di adattamento che vadano di pari passo con quelle tese ad abbattere le emissioni e, quindi, evitare gli scenari peggiori. Tuttavia, in presenza di elevati livelli di riscaldamento, misure di risparmio idrico e di efficienza potrebbero non essere sufficienti per contrastare la ridotta disponibilità della risorsa.