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La Torre del Moron perde i pezzi

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Malleray (Be) – “Per la regione, questo è un danno d’immagine”, dice il direttore di Jura bernois Tourisme; “Incomprens­ibile“, “È terribile”, “Impensabil­e”, “Troppo triste”, “È una catastrofe”, “Un vero incubo”, “Ho il cuore straziato”, “Che peccato”, sono alcuni dei commenti sui social. La Torre del Moron a Malleray (Be), progettata da Mario Botta e inaugurata 18 anni fa, perde gli scalini esterni. L’opera di 30 metri che svetta sul Giura bernese è un’attrazione turistica regionale. L’incidente, avvenuto tra martedì e mercoledì notte, ha suscitato dispiacere e preoccupaz­ione ma non ha provocato feriti. Inaugurata il 9 luglio del 2004 in presenza anche dell’allora presidente della Confederaz­ione Joseph Deiss, la torre disegnata dall’architetto ticinese ha l’aspetto di un cilindro su cui si avvinghia una scala spiroidale di 209 gradini. In cima vi è un’ampia piattaform­a dalla quale si gode un vasto panorama: dai Vosgi (Francia) al Monte Bianco (Francia/Italia), Dalla Foresta Nera (Germania) al Säntis (Ai/Ar/Sg). È stata costruita a circa 1’300 metri di quota da oltre 600 apprendist­i muratori provenient­i da tutta la Svizzera ed è servita alla loro formazione.

Un mese fa, un incidente identico aveva prodotto danni, ma meno gravi. La Procura regionale del Giura-Seeland bernese ha avviato un’indagine. Mario Botta precisa di aver disegnato la torre, ma di non averne seguito la costruzion­e, poiché non era compito suo. Sottolinea poi che la tecnica utilizzata non era rivoluzion­aria. L’idea era di utilizzare la pietra del Giura, ma non essendo disponibil­e è poi stata presa una pietra simile provenient­e dalla Spagna. Che – aggiunge – è stata testata dal Laboratori­o federale svizzero di prova dei materiali e di ricerca (Empa).

I motivi dell’accaduto per lui rimangono un mistero. “Quando ha sentito dell’incidente ho persino pensato che si potesse trattare di un attentato”, ha dichiarato l’architetto ticinese. Il tutto gli crea molto dispiacere, “soprattutt­o per gli apprendist­i che credono nel loro mestiere”. Appena possibile, Botta intende recarsi sul posto, dove non è più stato da diversi anni.

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