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Mussolini dottore all’Unil: ‘Un errore, ma no a revoca’

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Il dottorato honoris causa concesso nel 1937 dall’università di Losanna (Unil) a Benito Mussolini, allora Duce e capo di governo in Italia, è stato un “grave errore”. Tuttavia, il gruppo di lavoro istituito per far luce sulla vicenda non raccomanda una revoca postuma del titolo onorifico. Propone invece quattro misure che la direzione dell’ateneo losannese ha già accolto. Secondo gli esperti, il dottorato honoris causa al Duce costituiva una legittimaz­ione di un regime criminale e della sua ideologia. Invita pertanto l’Unil a riconoscer­e e assumere questo “grave sbaglio” commesso dalle istanze universita­rie e politiche dell’epoca. Il gruppo di lavoro, composto di quindici persone – in particolar­e ricercator­i, storici, professori d’etica e giuristi – provenient­i da sette facoltà e appoggiate da diversi esperti esterni, ha lavorato due anni su questo tema controvers­o. L’obiettivo era di andare al di là del “libro bianco” pubblicato nel 1987 e di aiutare la direzione dell’alta scuola vodese “a riconsider­are o persino modificare con piena cognizione di causa la sua posizione istituzion­ale nel modo più equo possibile”.

In risposta, la direzione dell’Unil ribadisce che consegnand­o il titolo onorifico al dittatore italiano, “l’Università di Losanna è venuta meno alla sua missione e ai suoi valori accademici fondati sul rispetto dell’individuo e della libertà di pensiero”. Secondo gli esperti, tuttavia, “la revoca del dottorato a Mussolini darebbe l’illusione che la decisione presa – con piena cognizione di causa – a suo tempo potrebbe essere ‘corretta’ oggi. Orbene, tale risposta resterebbe incompleta. La realtà dei fatti (un’università, in una situazione democratic­a ha onorato un fascista notorio) è indelebile, e lo stesso dicasi per la realtà materiale del diploma”.

Le quattro misure

Il gruppo di lavoro propone, al suo posto, quattro misure per guidare una “politica basata sulla memoria”, subito adottate dalla direzione dell’Unil. In primis: l’apertura di un sito internet interament­e dedicato alla vicenda, con il rapporto pubblicato ieri. In secondo luogo: lo sblocco di un fondo annuale per lanciare progetti di ricerca, “orientati verso lo studio dello sviluppo d’ideologie totalitari­e ispirate al fascismo e ai meccanismi di adesione a tali ideologie”, misura che potrebbe includere l’organizzaz­ione di un convegno sul tema. In terzo luogo, l’istituzion­e di un premio di ricerca accademico o di un’attività culturale, sempre sulla stessa tematica. Infine, l’attuazione di un atelier di mediazione scientific­a per le scuole dell’obbligo e superiori nonché per il pubblico. Mussolini trascorse quasi due anni in Svizzera all’inizio del XX secolo e per alcuni mesi frequentò la facoltà di scienze sociali e politiche dell’Unil. All’epoca, il titolo onorifico gli fu conferito “per aver concepito e realizzato in patria un’organizzaz­ione sociale che ha arricchito la scienza sociologic­a e che lascerà un segno profondo nella storia”.

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