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‘Ascona sia crogiolo, come New Orleans’

Musicista dalla carriera straordina­ria, Adonis Rose è il coordinato­re musicale delle due città. Tre anni dopo, torna con un’orchestra da Grammy.

- di Elmar

Direttore artistico della New Orleans Jazz Orchestra dal 2017 e membro della stessa formazione sin dalla sua nascita, Adonis Rose conta fra i principali batteristi di New Orleans, ma non solo. Jazz, Big Band e Funk sono i suoi ambiti musicali. A 46 anni vanta una carriera formidabil­e. Ha inciso a suo nome diversi album, suonato la batteria in oltre cinquanta registrazi­oni, accompagna­to grandi del jazz come Wynton Marsalis, Dianne Reeves, Harry Connick Jr. e Nicholas Payton, ma anche il rapper Public Enemy, la diva del soul Chaka Kahn e tanti altri. Nel 2010 ha vinto un Grammy Award con la New Orleans Jazz Orchestra. Rose funge da coordinato­re musicale per JazzAscona a New Orleans. Lo abbiamo incontrato ad Ascona a inizio festival. Adonis Rose, ci si rivede dopo tre anni con la New Orleans Jazz Orchestra.

Ci sono stati cambiament­i nella formazione?

La band è praticamen­te intatta, con gli stessi musicisti di tre anni fa. Alcune persone non ne fanno più parte, ma è ancora un gruppo di grandi musicisti, il meglio che la città di New Orleans abbia da offrire. Non vediamo l’ora di esibirci al festival! Dopo due anni di pandemia, come è la situazione adesso a New Orleans?

New Orleans è una città molto resiliente. La gente è abituata ad affrontare disastri e rimettersi in piedi. La pandemia è stata solo un altro disastro che abbiamo dovuto superare. All’inizio New Orleans è stata un focolaio del virus, a causa del Mardi Gras. È stata dura. Ora la città è tornata a funzionare quasi a pieno regime, molti eventi stanno arrivando in città, i musicisti possono di nuovo lavorare, quindi le cose stanno andando alla grande. A JazzAscona 2022 dirigi due volte la New Orleans Jazz Orchestra. Dopo l’omaggio ad Aretha Franklin, sabato verrà Dee Dee Bridgewate­r. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Il tributo ad Aretha è un concerto che dalla morte dell’artista ripetiamo ogni anno nella nostra sede a New Orleans. L’ho voluto portare qui perché rappresent­a ciò che stiamo cercando di fare con il festival di Ascona: puntare alla versatilit­à, alla diversità musicale. Con il concerto di Dee Dee Bridgewate­r ci appoggerem­o invece su un repertorio più classico e tradiziona­le del jazz. Sarà un grande momento. Nella scena musicale di New Orleans ci sono novità importanti, nuovi nomi, nuove tendenze che stanno emergendo?

A New Orleans c’è sempre tanta musica. Un sacco di gente che emerge, e tanti li stiamo portando qui. Come Genelle Roccaforte, una bassista di New Orleans che va alla grande con la sua band e quest’anno suona ad Ascona, o le cantanti Erica Falls e Gabrielle Cavassa, pure loro per la prima volta ad Ascona. Gabrielle, ad esempio, è un membro della nostra big band, un talento purissimo; si è trasferita a New Orleans dalla California e l’anno scorso ci ha fatto vincere al concorso Sarah Vaughan. A JazzAscona fungi anche da braccio destro di Matt Zschokke per la programmaz­ione musicale dei musicisti di New Orleans. Come è andata la collaboraz­ione?

Adoro Matt, è un ragazzo simpatico e piacevole, con cui è facile lavorare. È un musicista, quindi capisce al volo che cosa serve veramente ai musicisti. Il mio titolo ufficiale a JazzAscona è “curatore della musica e della cultura di New Orleans” e credo illustri bene la mia posizione nell’organizzaz­ione. È stata un’esperienza meraviglio­sa lavorare con il team e non vedo l’ora di avere molti anni di successi con il festival. Deve essere stato un grande lavoro mettere assieme così tante band e mescolare tanti musicisti di New Orleans e locali…

Ho ricevuto feedback e chiamate da persone di altri luoghi che stanno guardando al concetto che stiamo usando per JazzAscona. È un concetto che avevamo ideato per l’edizione del 2019 e ora ampliato. Piuttosto che portare cento band, portiamo duecento musicisti, e diamogli l’opportunit­à di suonare tra di loro in varie formazioni. È più difficile da pianificar­e, ci sono compromess­i da fare, ma credo che nel complesso la cosa funzioni. Capisco bene che l’intenzione è di spingere verso una maggiore apertura musicale?

Anche se dentro di me sono un tradiziona­lista, amo tutti gli stili musicali e ho lavorato con un sacco di artisti diversi. Ad Ascona stiamo cercando di far evolvere il concetto, di aprire maggiormen­te il festival, affinché rappresent­i veramente ciò che è la musica di New Orleans. Quando si viene a New Orleans si incontrano molti tipi di musica. Si vedono i Neville Brothers, si vede Trombone Shorty, si vede la famiglia Marsalis, si vede la New Orleans Jazz Orchestra, la Preservati­on Hall, si vede Russell Batiste, molto Funk, Zydeco, Blues. New Orleans è un crogiolo musicale, ed è questo che vogliamo che sia JazzAscona. Per Ascona, New Orleans è una realtà molto importante. Ma quanto è conosciuta e conta Ascona nella città del Delta?

La conoscono soprattutt­o i musicisti. E ora si è mossa anche la politica. Che cosa dobbiamo aspettarci concretame­nte nei prossimi anni dal gemellaggi­o fra le due località?

Mi aspetto di riuscire a portare più persone da New Orleans a visitare Ascona e viceversa. Poi si tratta di creare nuove partnershi­p istituzion­ali e culturali, rafforzare i legami con la comunità imprendito­riale di New Orleans, ottenere più sponsorizz­azioni, ad esempio un accordo con una compagnia aerea per poter portare ad Ascona più artisti di New Orleans. Cosa può portare di Ascona a New Orleans?

Senza svelare niente, è immaginabi­le una piccola versione di JazzAscona a New Orleans, magari al New Orleans Jazz Market, un teatro da 500 posti che è la casa della nostra orchestra. E sarebbe bello portare alcuni artisti svizzeri a suonarvi. Per quanto mi riguarda, sono un ambasciato­re di JazzAscona, fa parte del mio lavoro: creare questi legami e far conoscere il festival alla gente.

QUESTA SERA

Il bluegrass dei The Dead South

Nel programma di oggi “Trumpet Mafia”, workshop gratuito (ore 15-18 Aula Magna Papio) col trombettis­ta di New Orleans Ashlin Parker. Ultima esibizione dei Paris Washboard (mezzanotte e 55, stage biblioteca); sul palco chiesa ore 21.15 i ticinesi Freddie & The Cannonball­s e alle 23.30 la band creata ad hoc attorno al chitarrist­a Ari Teitel. Momento clou alle 22 (stage New Orleans) con il concerto del gruppo canadese The Dead South, che propongono una versione del bluegrass mescolata con influenze punk, rock e metal. Per i tiratardi dj set di Sasha Masakowski (da mezzanotte, stage New Orleans) o jam session latina con Alexey Marti alla Cambüsa (da mezzanotte e 30 alle 3).

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ALESSIO PIZZICANNE­LLA Vanta collaboraz­ioni con Wynton Marsalis, Dianne Reeves, Harry Connick Jr. e Nicholas Payton, ma anche con il rapper Public Enemy, Chaka Kahn e tanti altri

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