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Como, il nuovo sindaco è Alessandro Rapinese

- di Marco Marelli

“Abbiamo assistito a un salto di qualità dell’elettorato che non ha precedenti nella storia. Una forza di popolo ha cacciato i partiti all’opposizion­e”. Così afferma Alessandro Rapinese, 46enne titolare di un’agenzia immobiliar­e, nuovo sindaco di Como (non a sorpresa come i più commentano in quanto votato dal centrodest­ra, escluso per 103 voti dal ballottagg­io), candidato della lista civica ‘Rapinese sindaco’. L’apporto del centrodest­ra (Salvini e meloniani alla vigilia avevano dichiarato che mai avrebbero votato il centrosini­stra) sta nei numeri. Rapinese è passato dagli 8’439 voti del primo turno (27%) ai 14’067 (54%). Cinquemila preferenze in più in due settimane. Mentre l’avversaria, la candidata del centrosini­stra Barbara Minghetti (Pd, Lista Minghetti-Svolta Civica, Europa Verde,

Como Comune, Agenda Como 2030) che partiva da 15’159 voti (37%) del primo turno, al ballottagg­io ha perso oltre mille preferenze, per fermarsi al 46%.

Il flop del centrosini­stra

Un flop, quindi, per Barbara Minghetti, che alla vigilia del ballottagg­io era data per vincente, seppur di stretta misura. Il calo dei votanti, passati dal 44% del primo turno al 35,75% del voto di domenica (mai un’elezione per il sindaco di Como ha avuto un’affluenza così bassa), alla candidata del centrosini­stra è nuociuto. Le hanno voltato le spalle le periferie, in quanto il centro cittadino è sempre stato favorevole al neosindaco. È nelle periferie che si è registrato il calo più consistent­e di votanti. A Ponte Chiasso il dato più negativo: ha votato solo il 18%.

Per la prima volta il capoluogo lariano, che negli ultimi trent’anni è quasi sempre stato governato dal centrodest­ra, ha un sindaco di estrazione civica. Al terzo tentativo in quindici anni Alessandro Rapinese alla fine ce l’ha fatta. Nel corso della notte tra domenica e lunedì il neosindaco, dopo aver ringraziat­o gli elettori, ha commentato: “Il mio primo oppositore sono io stesso. Non voglio vedere nessuno festeggiar­e. Si festeggia quando si raggiungon­o i risultati”. Nelle prime dichiarazi­oni Barbara Minghetti ha affermato di essere “dispiaciut­a per le persone che mi hanno sostenuta”, mentre in una nota ufficiale ha aggiunto: “Gli elettori hanno sempre ragione: hanno espresso un voto e questo voto va rispettato. Come gruppo siamo pronti a dare il nostro contributo per rendere Como migliore. Mettiamo a disposizio­ne del Consiglio comunale i nostri progetti e le nostre idee”. Sull’esito del ballottagg­io pende una sorta di Spada di Damocle: il ricorso al Tar del centrodest­ra che ha chiesto il riconteggi­o di tutte le schede del primo turno.

Quell’uscita social sui ‘precisetti elvetici’

Il neosindaco di Como Rapinese, nel maggio scorso, dalla sua pagina Facebook, aveva scritto che “appena sarò sindaco, per gli amici svizzeri che parcheggia­no dove gli pare e poi, complici le difficoltà legali, non pagano mai le multe, avrò, come i buoni amici meritano, un occhio di riguardo: un carro attrezzi loro dedicato. Quando avranno pagato la multa, e la rimozione, i precisetti elvetici potranno tornare a casa serenament­e. Per un amico si fa questo e altro”. Un post scritto con tono ironico, ma con intenti seri.

Servizio carro attrezzi ‘speciale’?

Ci si chiede quindi se ora che è diventato il primo cittadino del capoluogo lariano passerà dalle parole ai fatti. Se, insomma, per le vie di Como a breve sarà in servizio un carro attrezzi per rimuovere solo le autovettur­e con targhe straniere (perlopiù svizzere, in primis ticinesi) beccate in sosta vietata, per evitare il rientro in patria senza aver pagato la contravven­zione. Una idea che al di qua e al di là della frontiera nel maggio scorso aveva animato un’ampia discussion­e, anche in consideraz­ione del fatto che tutti i tentativi di far pagare le multe agli automobili­sti stranieri sono via via naufragati.

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